Dopo anni di resistenza il colosso delle ferrovie francesi (SNCF) ha dovuto cedere il monopolio su una tratta delle ferrovie regionali. Perfino in Francia per sviluppare e rendere più efficienti i servizi ferroviari per pendolari (quelli su autobus lo sono da tempo) si è liberalizzato il mercato. La notizia di qualche giorno fa diffusa da Les Echos rende noto che la regione di Paca (Provenza-Alpi-Costa Azzurra) a partire dal 2025 affiderà l’esercizio della linea regionale Marsiglia-Nizza a Transdev (Caisse des Dépôts Group 66%, e il gruppo logistico tedesco Rethmann con il 34%) che copre una distanza di 160 km. Questa storica decisione segna la fine del primo bando di gara lanciato da una regione francese, dopo un “dialogo competitivo” durato diversi mesi con SNCF.

Alla gara per l’affidamento del servizio aveva partecipato anche Thiello, la società del gruppo Fs. Le FS con Trenitalia in quasi tutte le regioni italiane e Trenord in Lombardia hanno invece ottenuto contratti di servizio attraverso affidamenti diretti. Il contratto prevede 50 milioni di euro l’anno di fatturato su un arco temporale di dieci anni (con possibilità di ulteriori due anni). Si devono aggiungere circa 220 milioni di euro per la realizzazione di un centro di manutenzione a Nice Ville, oltre all’ordine di 16 convogli Omneo Premium (progettati da Bombardier).

Anche la Francia si sta adeguando al resto d’Europa, che ha cambiato positivamente volto al trasporto locale (ferroviario e su autobus) attraverso la liberalizzazione che mette in gara l’affidamento dei servizi. Raddoppio delle frequenze, aumento della qualità del servizio e riduzione dei costi per la comunità locale: questi i risultati attesi anche nella regione Provenza-Costa Azzurra. Nonostante questi scenari competitivi e innovativi che rompono schemi monopolistici consolidati anche in Francia, l’Italia resta il fanalino di coda nelle quote di trasporto sostenibile su ferrovia e su autobus, dove l’uso dell’automobile resta preponderante.

Nonostante le indicazioni europee e il contesto di apertura al mercato della vecchia Europa, spicca negativamente la Lombardia che anziché stracciare il contratto decennale con Trenord per le continue inadempienze e il pessimo servizio offerto ai pendolari, sta predisponendo un affidamento diretto di dieci anni. I rapporti tra la regione e Trenord (50% regione, 50% Fs) sono in pieno conflitto d’interessi. La regione è infatti, al tempo stesso, il programmatore e il compratore dei servizi ferroviari regionali, nonché il proprietario di Trenord, di cui nomina il management. Intanto che si aspettano le riforme sulla concorrenza promesse da Draghi, perseverano con comportamenti consociativi ed inefficienti che guardano al passato anziché al futuro della transizione ecologica.

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