Gli aumenti sono arrivati. I consiglieri regionali del Trentino-Alto Adige hanno avuto la gradita (per loro) sorpresa di ricevere una busta paga rimpinguata degli effetti sulle indennità di mandato degli adeguamenti votati alla fine di luglio. L’approvazione aveva creato scalpore perchè dal 2013 a oggi il consiglio regionale aveva accantonato il tema dell’adeguamento, considerando l’entità già consistente degli stipendi. Il voto aveva, peraltro, era andato anche oltre la proposta iniziale, agganciando l’aumento agli indici Istat della crescita dei prezzi non su base nazionale, ma su quella locale dei Comuni di Trento e Bolzano, notoriamente superiore alla media italiana. Il risultato si trova nella busta paga di settembre 2021. Tra coloro che l’hanno ricevuta c’è anche Alex Marini del Movimento Cinque stelle, che ha fatto una bandiera della riduzione dei costi della politica.
L’indennità del consigliere raggiunge la cifra di 10.251,16 euro (in precedenza era di 9.800), con un aumento di 451 euro. Vanno aggiunti 732,23 euro di rimborsi spese per l’esercizio del mandato. Le voci successive indicano gli aumenti per adeguamento al costo della vita, con tutti gli arretrati. La voce per l’anno 2021 ha determinato la liquidazione di 3.609,28 euro, a tutto settembre, che equivalgono ai 451 euro al mese lordi per le otto mensilità da gennaio. È solo da settembre, infatti, che l’indennità si è attestata a 10.251 euro. E gli anni precedenti? Marini è consigliere della Provincia Autonoma di Trento (e quindi anche della Regione Trentino Alto-Adige) dall’autunno 2018. Gli arretrati per i mesi che vanno dal novembre 2018 al dicembre 2020 equivalgono a 10.712,66 euro. Anche in questo caso siamo a circa 400 euro al mese di incremento di media.
La nuova voce incide però anche sui rimborsi spese di mandato arretrati, ed ecco altri 765,27 che si aggiungono allo stipendio. In totale, il rimborso per gli arretrati è di 14.625 euro. “Io sono in consiglio solo da questa legislatura, ma immagino che i consiglieri che erano presenti anche in quella precedente abbiano ricevuto gli arretrati di ulteriori cinque anni”, dice Marini. Il conto è presto fatto: le 60 mensilità equivalgono ad altri 24mila euro. “Noi ci stiamo battendo per ottenere una legge regionale diversa, ma ci scontriamo con la mancanza di volontà della maggioranza composta da Sudtiroler Volkspartei e Lega di mettere mano alla questione. Non è possibile che, come accade nel caso dei consiglieri, un lavoratore stabilisca da solo il proprio stipendio”, osserva. “Come accade in altri Paesi servirebbe una commissione terza che indicasse i criteri e quantificasse indennità eque”.
Nel 2012 il consiglio regionale del Trentino-Alto Adige approvò una deliberazione che prevedeva l’adeguamento al costo della vita, introducendo un automatismo a differenza di altre categorie di lavoratori. Temendo polemiche e contestazioni, in un periodo di spending review, in questi nove anni l’Uffico di presidenza non si era ancora assunto l’onere di disciplinare la questione nella pratica. È stato il presidente dell’assemblea Josef Noggler, lo scorso luglio, ad inserire un emendamento all’assestamento di bilancio prevedendo di scongelare il fondo accantonato (ma finora mai usato) degli adeguamenti Istat per distribuire i soldi arretrati a tutti i consiglieri regionali che si sono succeduti dalla XVII Legislatura. La norma non disciplina solo l’arretrato, prevede pure che i futuri adeguamenti Istat siano garantiti, soltanto che saranno quinquennali e non più annuali.