“Sono tutti, a vario titolo, colpevoli della morte di Emanuele Scieri avvenuta il 13 agosto 1999 anche se il suo corpo fu trovato solo tre giorni dopo ai piedi di una torre di prosciugamento dei paracadute nella caserma ‘Gamerra’ di Pisa, e per questo devono essere condannati o processati”. È la conclusione della requisitoria del pm, Sisto Restuccia, e del procuratore Alessandro Crini, tenuta davanti al gup di Pisa per il procedimento per la morte di Emanuele Scieri, 26 anni, di Siracusa, deceduto 22 anni fa nella città toscana dove era arrivato per il servizio di leva come parà. Una morte per la quale la Procura ha chiesto la condanna a 18 anni di reclusione carcere per l’ex caporale Andrea Antico (ancora in servizio presso l’Esercito), accusato di omicidio volontario e il rinvio a giudizio di altri due allora caporali, Alessandro Panella e Luigi Zabara (che hanno scelto il rito ordinario). Tra gli imputati figurano anche l’ex comandante della Folgore, Enrico Celentano, e l’allora aiutante maggiore, Salvatore Romondia: accusati di favoreggiamento, hanno entrambi scelto il rito abbreviato e l’accusa per loro ha chiesto 4 anni, sostenendo anche che il reato sarebbe da riqualificare in depistaggio.
Nell’udienza che si è tenuta venerdì 24 settembre anche il Ministero, che è parte civile nel processo sul caso Scieri, ha chiesto la condanna degli imputati con rito abbreviato alle pene di legge e il risarcimento danni. Per lunedì 27 ottobre è già fissata una nuova udienza dove interverranno le parti civili e ci sarà la discussione finale dell’abbreviato di Antico; al 4 ottobre è invece fissata la discussione su Romondia e Celentano, mentre l’11 sarà il turno di Panella e Zabara. Sei le ore di requisitoria nel corso della quale il procuratore capo e il pubblico ministero hanno ricostruito le fasi e le tappe di un caso che non si è esaurito solo nei giorni clou e immediatamente successivi alla scoperta del cadavere di Emanuele Scieri, ma che per venti anni, fra luci e ombre, ha avuto esiti e colpi di scena, fino alla riapertura del fascicolo, all’arresto dei tre ex commilitoni di Scieri e alla ‘contesa’ con la Procura Militare.
Scieri, secondo quanto ricostruito dalla Procura, morì la sera del 13 agosto 1999 in conseguenza di un atto di nonnismo da parte dei tre ex caporali che poi lo lasciarono a terra agonizzante. Il suo corpo fu scoperto solo tre giorni dopo. Una prima indagine della procura pisana fini’ nel nulla. E’ stato poi il lavoro della commissione parlamentare d’inchiesta presieduta da Sofia Amoddio a raccogliere elementi utili, consegnati nel 2017 ai pm di Pisa che hanno avviato nuove indagini sfociate nel procedimento in corso. “Abbiamo individuato le responsabilità di ciascun imputato attraverso una rilettura di tutte le testimonianze e degli atti processuali – ha detto Crini durante la requisitoria – e a collocare il terzetto di ex caporali sulla scena del crimine sono le ‘voci’ di caserma. Le testimonianze di allora e di oggi hanno evidenziato una linearità del racconto”.
Il procuratore ha anche definito “stravagante l’ispezione condotta alla ‘Gamerra’ dal generale Celentano la notte di Ferragosto: era li’ proprio perche’ informato della morte di Scieri e la sua presenza e’ accertata dalla cella telefonica che segnala il suo telefono cellulare con il quale chiama casa sua a Livorno per annunciare un rientro ritardato, ma il corpo senza vita di Emanuele viene scoperto solo nel primo pomeriggio del 16 agosto, quindi oltre 24 ore dopo il passaggio dalla caserma dello stesso Celentano e oggi i suoi ‘non ricordo’ sono inaccettabili”. Lunedi’ spazio alle parti civili e alla difesa di Antico, il 4 ottobre parleranno le difese di Celentano e Romondia e l’11 ottobre i difensori di Panella e Zabara. L’avvocatura dello Stato (il ministero della Difesa e’ stato ammesso sia come responsabile civile e che come parte civile) ha gia’ depositato conclusioni scritte.