La notizia è riportata dal Corriere della Sera, che pubblica ampi stralci della relazione degli ispettori di Bankitalia datata 25 agosto 2021. Tornano al centro delle cronache i soldi elargiti dal manager dei vip all'ex Rottamatore per il documentario su Firenze, la cessione dei diritti d'autore, la promozione del personaggio e altri due programmi mai realizzati. Il leader Iv annuncia che querelerà per violazione del segreto istruttorio e bancario
Questione di tempi. Che per chi indaga non sono semplici coincidenze. L’unità antiriciclaggio di Bankitalia ha segnalato un’operazione sospetta (con conseguente coinvolgimento della Guardia di Finanza) eseguita da Lucio Presta: secondo quanto riportato il Corriere della Sera, il manager dei vip ha spostato le quote della sua “Arcobaleno Tre” nella mani di un commercialista, che a sua volta ha successivamente movimentato un conto inattivo da oltre quattro anni. E fin qui nulla da segnalare, se non per un particolare che però cambia completamente il senso di questa storia: quella che per Bankitalia è di fatto un’operazione sospetta è avvenuta dopo l’iscrizione di Presta nel registro degli indagati per i compensi versati a Matteo Renzi in merito alla realizzazione del documentario “Firenze secondo me”. Nel pomeriggio l’ufficio stampa di Italia viva ha fatto sapere che “il senatore ha dato mandato ai propri legali di procedere in sede civile e penale per tutelare la propria onorabilità e per la reiterata violazione del segreto istruttorio e bancario”.
Il quotidiano di Via Solferino ha ricostruito nel dettaglio la vicenda, riportando i contenuti della relazione di Bankitalia, che è datata 25 agosto 2021. Nel documento, gli ispettori non solo sottolineano i passaggi di soldi anomali, ma in particolar modo evidenzia il dettaglio cronologico tra i movimenti sospetti e l’inchiesta della Procura di Roma, dove Presta, suo figlio Niccolò e l’ex Rottamatore sono indagati per finanziamento illecito. Per chi indaga, infatti, i 700mila euro complessivi versati da Presta a Renzi (per documentario, cessione dei diritti d’autore, promozione del personaggio e altri due programmi mai realizzati) non fossero realmente il corrispettivo per le prestazioni professionali, bensì una sorta di dazione necessaria al senatore semplice di Scandicci per acquistare la villa di Firenze dove tuttora vive con la famiglia. Va sottolineato che Renzi ha sempre rispedito al mittente questa tesi accusatoria.
L’ipotesi però è avvalorata anche dalla relazioni degli ispettori di Bankitalia, che ne fanno cenno quando si tratta di analizzare i movimenti sospetti di Lucio Presta. Il Corsera – nell’articolo firmato da Fiorenza Sarzanini – ne pubblica ampi stralci, che meritano di essere riportati integralmente: “La società ‘Arcobaleno Tre‘, titolare di un conto corrente acceso nel 2016 e pressoché immobilizzato da fine 2017, ha fatto registrare un’improvvisa ripresa dell’operatività tramite il versamento di un cospicuo assegno tratto dalla medesima società. L’operazione è stata eseguita dalla commercialista Laura Aguzzi che l’ha motivata con l’intenzione di cambiare banca di riferimento senza fornire giustificativi. Non si può fare a meno di notare la coincidenza temporale con le notizie di stampa che vedono Presta indagato per finanziamento illecito e false fatturazioni per aver elargito a Matteo Renzi una somma rilevante per il tramite della società stessa”. Per quanto riguarda i soldi, poi, gli ispettori – a leggere il Corriere della Sera – scrivono: “Il 5 luglio 2021 è stato versato un assegno di 850mila euro tratto dalla ‘Arcobaleno Tre’ e appena una settimana dopo, il 12 luglio, parte della somma è stata trasferita alla banca di partenza tramite bonifico di 250mila euro con causale ‘giroconto‘”.
A questo punto, i professionisti antiriciclaggio entrano nel dettaglio del rapporto Presta-Renzi e per farlo ricorrono a un altro elemento che era già sul loro tavolo di lavoro: “Circa i rapporti tra il politico e l’impresario si richiama la segnalazione inoltrata da Intesa Sanpaolo ove si evidenziavano bonifici in arrivo sul conto intestato a Comitato Leopolda 9 e 10, disposti da ‘Arcobaleno Tre’ presso il Monte dei Paschi di Siena. Poco prima della diffusione delle notizie di stampa relative all’inchiesta giudiziaria – si legge nell’articolo del Corriere della Sera – la maggioranza delle quote di ‘Arcobaleno Tre’ è passata a Laura Aguzzi e Marco Contessi con relativo ridimensionamento della percentuale in capo ai figli di Paola Perego e di Presta. Quest’ultimo era già formalmente uscito dalla compagine societaria l’anno prima, ma solo a luglio 2021 è stata comunicata alla banca la sua cessazione dal ruolo di titolare effettivo della società ‘Sdl 2055’, sebbene tale ruolo gli derivasse dalla titolarità di ‘Arcobaleno Tre’ che detiene il 30% delle quote di quest’ultima”. Un ingorgo di nomi e cifre mica da ridere, un groviglio di accuse e ipotesi investigative.