Mentre per l'imposta aggiuntiva sui capitali i consensi sono ancora in bilico - per ora solo il 40% della popolazione sembra favorevole -, l'aggiornamento della legge sulle unioni civili è stato già approvato da una larga maggioranza dei votanti: il 64% secondo le proiezioni. La Svizzera si allinea così a molti dei Paesi europei in materia di nozze omosessuali, lasciando l'Italia tra i pochi che ancora non le consentono
Da oggi in Svizzera saranno legali le nozze tra persone dello stesso sesso. Il referendum su “Matrimonio per tutti” ha ottenuto – secondo le proiezioni – il 64% dei “Si” sul territorio nazionale. Si sono espressi a favore tutti i cantoni. Il quesito era sostenuto dal parlamento e dal Consiglio federale ed è stato presentato insieme al voto per aumentare la tassazione dei grandi patrimoni. In realtà, le nozze omosessuali erano state approvate in parlamento già lo scorso anno, ma i partiti conservatori avevano raccolto abbastanza firme – 50 mila – per rimettere in discussione la legge. I sondaggi però indicavano già da ieri – soprattutto da parte di donne e giovani – che una netta maggioranza, tra il 63 e il 66%, della popolazione era a favore del diritto. L’Italia rimane quindi uno dei pochi paesi europei – insieme a Polonia e Ungheria – a non consentire i matrimoni omosessuali.
All’inizio del 2020 i seggi elettorali svizzeri avevano già segnalato un cambio di sensibilità: un altro referendum aveva infatti reso reato l’omofobia. Un notevole passo avanti – secondo gli analisti – per un Paese in cui, nonostante la depenalizzazione dell’omosessualità nel 1942, la Polizia ha continuato a tenere “registri gay“, come eventuale prova d’immoralità in caso di crimini. Con il voto di quest’anno la Svizzera aggiorna la norma sulle unioni civili del 2007 e si allinea così alle legislazioni di Francia, Germania, Austria, Spagna, Paesi Bassi e Regno Unito. Il quesito referendario include anche la possibilità di adozioni congiunte, non solo del figlio del proprio partner. Le coppie di donne hanno inoltre accesso alla donazione di spermatozoi, anche se i figli avranno diritto a conoscere l’identità del padre biologico. Rimangono infatti vietati l‘anonimato per il seme, ma anche la donazione di ovuli e l’utero in affitto. Le unioni civili già registrate si potranno trasformare poi in nozze, garantendo anche diritti come l’acquisizione della cittadinanza, se uno dei componenti della coppia fosse straniero. Il fronte del “No” era sostenuto da un trio di partiti nazionalisti e conservatori, guidato dal partito popolare svizzero di destra (Udc). La sua campagna elettorale si era concentrata prevalentemente sui diritti dei minori, con cartelloni che mostrano bambini in lacrime e slogan che affermano che la nuova legge “ucciderà il padre”. Il governo aveva provato a rassicurare, appellandosi ai casi di famiglie omogenitoriali già esistenti.
Invece non si conoscono ancora gli esiti del voto sulla tassazione dei grandi capitali. Questo quesito è stato presentato invece dai giovani Socialisti e chiede di “sgravare i salari e tassare equamente il capitale per lottare contro le disparità nella ripartizione della ricchezza e dei redditi”. Se approvato, i guadagni provenienti da dividendi, azioni, affitti e interessi sul patrimonio saranno soggetti a un’imposta aggiuntiva, del valore di poco meno del doppio di quella ordinaria. Per un sondaggio del primo settembre le probabilità che il nuovo sistema tributario passi sono in bilico, con il 40% dei voti favorevoli, contro il 55% dei contrari. La maggioranza degli svizzeri aveva già votato per corrispondenza, gli altri sono andati alle urne stamattina.