Ha sparato alla moglie 59enne con un fucile da caccia, poi ha rivolto l’arma verso di sé e si è ucciso. Il tutto davanti agli occhi della figlia che ha chiamato i carabinieri. È successo nella serata del 25 settembre a Castel Sant’Elia, nel Viterbese. L’uomo era un agricoltore di origine sarda di 65 anni e, secondo le prime informazioni fornite dagli investigatori, la coppia si stava separando. Dall‘inizio del 2021 in Italia si sono registrati più di 80 femminicidi, molti dei quali avvenuti in ambito familiare.
Nelle scorse ore a Torino, un uomo di 23 anni ha tentato di uccidere la compagna 23enne e ha poi tentato di togliersi la vita ingerendo la varechina. La ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, intervenendo il 24 settembre scorso durante un congegno alla Camera sui femminicidi, ha parlato di un crimine “odioso”, una “vera e propria piaga sociale”, con numeri “incredibili e drammatici nei soli mesi di agosto e settembre di quest’anno: 11 donne uccise, 8 per mano del coniuge o comunque di persona legata alla vittima da una relazione affettiva”. E ha sostenuto la necessità di “ripensare le misure di prevenzione, con l’estensione mirata dell’arresto obbligatorio in flagranza, l’introduzione di una specifica disciplina sul fermo dell’indiziato, mentre la tutela delle vittime potrebbe avvalersi di un indennizzo più sostanzioso da attribuire”.