Il complesso sistema elettorale tedesco consegna alla Germania un Bundestag sempre più grande: saranno 735 i deputati a sedere in Parlamento, contro i 709 della scorsa legislatura. La riforma varata un anno fa dalla Grosse Koalition proprio per evitare un allargamento continuo della Camera bassa – che in Germania ha una composizione flessibile, appunto per via del meccanismo di distribuzione dei seggi – non ha avuto gli effetti sperati, anche se alcuni analisti avevano previsto un boom di oltre 800 parlamentari. Guardando ai seggi, dopo le elezioni di domenica il nuovo Bundestag si colora di rosso: la Spd, primo partito, conquista 206 seggi, 53 in più. I dati del Bundeswahlleiter assegnano invece alla Cdu 151 deputati, 49 in meno rispetto alla scorsa legislatura. Nonostante la debacle alle urne, la Linke tedesca riesce a entrare in Parlamento nonostante non abbia raggiunto la soglia di sbarramento, fissata al 5%: è riuscita infatti a vincere tre collegi elettorali.
La composizione del Bundestag è la guida per capire quali partiti potranno reggere un futuro governo. La maggioranza assoluta è fissata a quota 368 seggi. I socialdemocratici partono appunto da 206, mentre i Verdi ne hanno conquistati 118 (anche loro con un +51 rispetto al Parlamento uscente) e si confermano la nuova terza forza tedesca. I liberali salgono a 92 seggi (+12) e saranno appunto insieme al partito ambientalista l’ago della bilancia per la composizione della prossima coalizione. Se sarà una coalizione semaforo (Spd, Verdi e liberali), come ha subito rivendicato il candidato socialdemocratico Olaf Scholz, conterà su 416 seggi e avrà un ampio margine per governare.
Ma, nonostante i conservatori abbiano perso 50 seggi rispetto alle precedente elezioni, c’è spazio pure per un esecutivo guidato ancora una volta dal partito di Angela Merkel. La Cdu ai suoi 151 seggi può aggiungere i 45 della gemella bavarese Csu, che ne ha perso soltanto uno: per l’Unione sono in totale 196 deputati. Aggiungendo i 118 verdi e i 92 liberali si arriva a 406 seggi: anche in questo caso una maggioranza solida. La prima certezza riguarda invece il ruolo dell’estrema destra di Alternative für Deutschland: non sarà più il primo partito di opposizione, perché rispetto alla precedente legislatura ha perso 11 deputati e può contare su 83 seggi.
Poi c’è il caso Die Linke: con il 4,9% ottenuto nel voto proporzionale dovrebbe rimanere fuori dal Parlamento. Una norma però salva i suoi candidati: la legge elettorale infatti prevede che con la vittoria in tre collegi uninominali si possa comunque essere rappresentati nel Bundestag. Così, 39 deputati dell’estrema sinistra hanno ancora un seggio, ma sono comunque 30 in meno. La Linke ha evitato di sparire, ma con questa quota di eletti resta comunque esclusa da qualsiasi ipotesi di coalizione. L’ultima novità riguarda invece l’Associazione degli elettori del Sud Schleswig (Ssw), che ha conquistato il suo primo seggio nel Parlamento tedesco dal 1949. Il partito è infatti esente dalla regola della soglia di sbarramento al 5% perché rappresenta un gruppo di minoranza nazionale, i danesi nel nord della Germania.
Così si compone il Bundestag da 735 deputati, che diventa ogni legislatura man mano sempre più grande. Un problema che il nuovo governo dovrà affrontare, mettendo nuovamente mano al sistema elettorale. Per scegliere i deputati del Bundestag, ogni elettore esprime due voti: con il primo vota un candidato e con il secondo un partito. In pratica, sulla prima scheda sceglie direttamente un candidato della sua circoscrizione e in questo modo si scelgono 299 seggi (a maggioranza semplice), tanti quante sono le circoscrizioni elettorali (più o meno un parlamentare ogni 250mila abitanti). La seconda scheda, invece, riguarda sistema proporzionale: si vota la lista di un partito del Land, contribuendo così sia all’assegnazione di almeno altri 299 seggi, sia a decidere il peso reale di ogni forza politica nel nuovo Bundestag.
È infatti questo secondo voto a stabilire l’effettiva distribuzione dei seggi in Parlamento. Uno dei correttivi è il seguente: se un partito ottiene grazie alla prima scheda più seggi eletti direttamente rispetto a quelli che gli spetterebbero in base ai risultati delle sue liste (cioè in virtù della seconda scheda), allora si amplia il numero dei deputati del Bundestag in modo da mantenere la proporzione fra i partiti, assegnando appunto altri seggi. Sono questi i cosiddetti ‘overhang seats’ e ‘balance seats’, in virtù dei quali il Bundestag continua a gonfiarsi a dismisura.
Mondo
Elezioni Germania, il Bundestag si gonfia ancora: 735 deputati, mai così tanti. La Spd ha 206 seggi, la Linke si salva – I numeri
La Camera bassa - nonostante la riforma di un anno fa - registra un nuovo record di presenze: è l'effetto del complesso sistema elettorale tedesco. I socialdemocratici guadagnano 53 seggi, i Verdi 51 e arrivano a 118. I liberali salgono a quota 92. Crollo della Cdu da 200 a 151 parlamentari. Die Linke resta a Berlino grazie alle vittorie in tre collegi uninominali
Il complesso sistema elettorale tedesco consegna alla Germania un Bundestag sempre più grande: saranno 735 i deputati a sedere in Parlamento, contro i 709 della scorsa legislatura. La riforma varata un anno fa dalla Grosse Koalition proprio per evitare un allargamento continuo della Camera bassa – che in Germania ha una composizione flessibile, appunto per via del meccanismo di distribuzione dei seggi – non ha avuto gli effetti sperati, anche se alcuni analisti avevano previsto un boom di oltre 800 parlamentari. Guardando ai seggi, dopo le elezioni di domenica il nuovo Bundestag si colora di rosso: la Spd, primo partito, conquista 206 seggi, 53 in più. I dati del Bundeswahlleiter assegnano invece alla Cdu 151 deputati, 49 in meno rispetto alla scorsa legislatura. Nonostante la debacle alle urne, la Linke tedesca riesce a entrare in Parlamento nonostante non abbia raggiunto la soglia di sbarramento, fissata al 5%: è riuscita infatti a vincere tre collegi elettorali.
La composizione del Bundestag è la guida per capire quali partiti potranno reggere un futuro governo. La maggioranza assoluta è fissata a quota 368 seggi. I socialdemocratici partono appunto da 206, mentre i Verdi ne hanno conquistati 118 (anche loro con un +51 rispetto al Parlamento uscente) e si confermano la nuova terza forza tedesca. I liberali salgono a 92 seggi (+12) e saranno appunto insieme al partito ambientalista l’ago della bilancia per la composizione della prossima coalizione. Se sarà una coalizione semaforo (Spd, Verdi e liberali), come ha subito rivendicato il candidato socialdemocratico Olaf Scholz, conterà su 416 seggi e avrà un ampio margine per governare.
Ma, nonostante i conservatori abbiano perso 50 seggi rispetto alle precedente elezioni, c’è spazio pure per un esecutivo guidato ancora una volta dal partito di Angela Merkel. La Cdu ai suoi 151 seggi può aggiungere i 45 della gemella bavarese Csu, che ne ha perso soltanto uno: per l’Unione sono in totale 196 deputati. Aggiungendo i 118 verdi e i 92 liberali si arriva a 406 seggi: anche in questo caso una maggioranza solida. La prima certezza riguarda invece il ruolo dell’estrema destra di Alternative für Deutschland: non sarà più il primo partito di opposizione, perché rispetto alla precedente legislatura ha perso 11 deputati e può contare su 83 seggi.
Poi c’è il caso Die Linke: con il 4,9% ottenuto nel voto proporzionale dovrebbe rimanere fuori dal Parlamento. Una norma però salva i suoi candidati: la legge elettorale infatti prevede che con la vittoria in tre collegi uninominali si possa comunque essere rappresentati nel Bundestag. Così, 39 deputati dell’estrema sinistra hanno ancora un seggio, ma sono comunque 30 in meno. La Linke ha evitato di sparire, ma con questa quota di eletti resta comunque esclusa da qualsiasi ipotesi di coalizione. L’ultima novità riguarda invece l’Associazione degli elettori del Sud Schleswig (Ssw), che ha conquistato il suo primo seggio nel Parlamento tedesco dal 1949. Il partito è infatti esente dalla regola della soglia di sbarramento al 5% perché rappresenta un gruppo di minoranza nazionale, i danesi nel nord della Germania.
Così si compone il Bundestag da 735 deputati, che diventa ogni legislatura man mano sempre più grande. Un problema che il nuovo governo dovrà affrontare, mettendo nuovamente mano al sistema elettorale. Per scegliere i deputati del Bundestag, ogni elettore esprime due voti: con il primo vota un candidato e con il secondo un partito. In pratica, sulla prima scheda sceglie direttamente un candidato della sua circoscrizione e in questo modo si scelgono 299 seggi (a maggioranza semplice), tanti quante sono le circoscrizioni elettorali (più o meno un parlamentare ogni 250mila abitanti). La seconda scheda, invece, riguarda sistema proporzionale: si vota la lista di un partito del Land, contribuendo così sia all’assegnazione di almeno altri 299 seggi, sia a decidere il peso reale di ogni forza politica nel nuovo Bundestag.
È infatti questo secondo voto a stabilire l’effettiva distribuzione dei seggi in Parlamento. Uno dei correttivi è il seguente: se un partito ottiene grazie alla prima scheda più seggi eletti direttamente rispetto a quelli che gli spetterebbero in base ai risultati delle sue liste (cioè in virtù della seconda scheda), allora si amplia il numero dei deputati del Bundestag in modo da mantenere la proporzione fra i partiti, assegnando appunto altri seggi. Sono questi i cosiddetti ‘overhang seats’ e ‘balance seats’, in virtù dei quali il Bundestag continua a gonfiarsi a dismisura.
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Mosca, 23 feb. (Adnkronos/Afp) - Il Cremlino giudica "del tutto comprensibile" la reazione ostile del presidente americano Donald Trump nei confronti del suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky, descritto mercoledì scorso come un "dittatore".
"Zelensky fa affermazioni errate sui capi di Stato, lo ha fatto più volte", ha accusato il portavoce della presidenza russa, Dmitri Peskov. "Nessun presidente tollererebbe questo tipo di trattamento. Questa reazione è quindi del tutto comprensibile", ha detto. Volodymyr Zelensky aveva affermato che il presidente americano viveva in uno "spazio di disinformazione" russo dopo che Donald Trump aveva accusato l’Ucraina di essere responsabile del conflitto innescato da Mosca il 24 febbraio 2022.
Tel Aviv, 23 feb. (Adnkronos) - La deputata democratica israeliana Naama Lazimi sostiene che il figlio del primo ministro Benjamin Netanyahu sia stato “esiliato” all’estero dopo aver picchiato il padre. La parlamentare dell'opposizione ha rilasciato questa dichiarazione durante una riunione della Commissione Finanze della Knesset, mentre poneva domande sul finanziamento della visita di di Sara Netanyahu negli Stati Uniti e sui costi annuali della sicurezza per Yair Netanyahu, che vive a Miami.
"Vorrei chiedere se questa cifra è ancora in bilancio e se c'è ancora l'intenzione di finanziare la permanenza di Yair Netanyahu perché ha colpito il primo ministro ed è stato costretto ad andare all'estero perché ha danneggiato un simbolo del governo", ha domandato la parlamentare.
Il partito Likud di Netanyahu ha risposto che le affermazioni della Lazimi sono "una menzogna spregevole, un nuovo punto basso verso il fondo della fogna della sinistra", aggiungendo che chiunque ripeterà tale affermazione verrà citato in giudizio. "Naama Lazimi dovrebbe essere privata della sua immunità e del suo stipendio, così come chiunque ripeta questa spregevole menzogna verrà querelato".
Mosca, 23 feb. (Adnkronos/Afp) - "Il dialogo tra due presidenti davvero straordinari è promettente. È importante che nulla ostacoli l'attuazione della loro volontà politica". Lo ha dichiarato il portavoce della presidenza russa Dmitri Peskov in un'intervista alla televisione, parlando della fermezza degli Stati Uniti nei confronti di Kiev e sulle dichiarazioni ostili di Trump nei confronti del presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Roma, 23 feb. - (Adnkronos) - Resterà per sempre il cantante di "Bandiera gialla", canzone simbolo della musica leggera degli anni '60: Gianni Pettenati è morto nella sua casa di Albenga (Savona) all'età di 79 anni. L'annuncio della scomparsa, avvenuta nella notte, è stato dato con un post sui social dalla figlia Maria Laura: "Nella propria casa, come voleva lui, con i suoi affetti vicino, con l'amore dei suoi figli Maria Laura, Samuela e Gianlorenzo e l'adorato gatto Cipria, dopo una lunga ed estenuante malattia, ci ha lasciato papà. Non abbiamo mai smesso di amarti. Ti abbracciamo forte. Le esequie si terranno in forma strettamente riservata".
Nato a Piacenza il 29 ottobre 1945, Gianni Pettenati debutta nel 1965, vincendo il Festival di Bellaria ed entra a far parte del gruppo degli Juniors e nel 1966, accompagnato dallo stesso gruppo, incide il suo primo 45 giri, una cover di "Like a Rolling Stone" di Bob Dylan intitolata "Come una pietra che rotola", seguita da quello che rimane il suo maggiore successo "Bandiera gialla", versione italiana di "The pied piper" incisa lo stesso anno da Patty Pravo (in lingua originale, come lato B del singolo "Ragazzo Triste" per la promozione del locale Piper Club di Roma, diventando il brano simbolo della famosa discoteca), diventata un evergreen, immancabile quando si gioca al karaoke o nelle serate revival nelle discoteche e nelle feste. Il 45 giri successivo, nuovamente con gli Juniors, è "Il superuomo" (cover di "Sunshine superman" di Donovan), mentre sul lato B del disco compare "Puoi farmi piangere" (cover di "I put a spell on you" di Screamin' Jay Hawkins, incisa con l'arrangiamento della versione di Alan Price), con il testo italiano di Mogol. Sempre nel 1967 Pettenati partecipa al Festival di Sanremo con "La rivoluzione", a Un disco per l'estate con "Io credo in te", al Cantagiro con "Un cavallo e una testa" (scritta da Paolo Conte) e a Scala Reale sul Canale Nazionale della Rai in squadra con il vincitore di quell'anno, Claudio Villa, e con Iva Zanicchi, battendo Gianni Morandi, Sandie Shaw e Dino.
Nel 1968 insieme ad Antoine entra in finale al festival di Sanremo con "La tramontana", brano molto fortunato che il cantante piacentino ha sempre riproposto nei suoi concerti. Seguono altri successi come "Caldo caldo", "Cin cin", "I tuoi capricci" e collaborazioni artistiche con diversi autori della canzone italiana. Critico musicale, Pettenati è autore di diversi libri sulla storia della musica leggera italiana tra cui "Quelli eran giorni - 30 anni di canzoni italiane" (Ricordi, con Red Ronnie); "Gli anni '60 in America" (Edizioni Virgilio); "Mina come sono" (Edizioni Virgilio); "Io Renato Zero" (Edizioni Virgilio); "Alice se ne va" (Edizioni Asefi). Nel 2018 era stata concessa a Pettenati la legge Bacchelli che prevede un assegno vitalizio di 24mila euro annui a favore di cittadini illustri, con meriti in diversi campi, che versino in stato di particolare necessità. (di Paolo Martini)
Parigi, 23 feb. (Adnkronos/Afp) - Tre persone, oltre al presunto autore, sono state arrestate per l'attacco mortale di ieri a Mulhouse, nell'est della Francia. Lo ha reso noto la Procura nazionale antiterrorismo. Il principale sospettato, nato in Algeria 37 anni fa, è stato arrestato poco dopo l'aggressione con coltello che ha ucciso un portoghese di 69 anni e ferito almeno tre agenti della polizia municipale.
Mosca, 23 feb. (Adnkronos/Afp) - "Il destino ha voluto così, Dio ha voluto così, se così posso dire. Una missione tanto difficile quanto onorevole - difendere la Russia - è stata posta sulle nostre e vostre spalle unite". Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin ai soldati che hanno combattuto in Ucraina, durante una cerimonia organizzata al Cremlino in occasione della Giornata dei Difensori della Patria.
Kiev, 23 feb. (Adnkronos/Afp) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha invocato l'unità degli Stati Uniti e dell'Europa per giungere a una "pace duratura", alla vigilia del terzo anniversario dell'invasione russa e sulla scia della svolta favorevole a Mosca presa da Donald Trump.
"Dobbiamo fare del nostro meglio per una pace duratura e giusta per l'Ucraina. Ciò è possibile con l'unità di tutti i partner: ci vuole la forza di tutta l'Europa, la forza dell'America, la forza di tutti coloro che vogliono una pace duratura", ha scritto Zelensky su Telegram.