Secondo le raccomandazioni del Comitato tecnico scientifico le strutture sportive - che ora possono ricevere un massimo di 55% e di 25% (aperto o chiuso) - possono aprire fino al 75% e al 50%. È quanto emerge a seguito della riunione odierna con il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini e il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega allo Sport, Valentina Vezzali. Ora tocca al governo decidere in che modi e tempi tradurre le indicazioni degli esperti in un provvedimento di legge. Il Consiglio dei ministri potrebbe riunirsi già mercoledì prossimo
Con il green pass, può salire la capienza di cinema, teatri e sale da concerto: passa infatti al 100% se all’aperto, all’80% se al chiuso. Per quanto riguarda le strutture sportive, 75% all’aperto e 50% al chiuso (al momento la capienza massima è di 55% e 25%). In tutti i casi solo se in zona bianca. Questa la raccomandazione del Comitato tecnico scientifico nel corso della riunione odierna il ministro dei Beni e delle Attività culturali, Dario Franceschini, e il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega allo Sport, Valentina Vezzali. Lo fa sapere in una nota il portavoce, Silvio Brusaferro: “Il Comitato, sulla base dell’attuale evoluzione positiva del quadro epidemiologico e dell’andamento della campagna vaccinale, ritiene si possano prendere in considerazione allentamenti delle misure in essere, pur sottolineando la opportunità di una progressione graduale nelle riaperture, basata sul costante monitoraggio dell’andamento dell’epidemia combinato con la progressione delle coperture vaccinali nonché degli effetti delle riaperture stesse”.
Per quanto riguarda le manifestazioni sportive, il Cts inoltre raccomanda che la capienza negli impianti deve essere rispettata utilizzando tutti i settori e non solo una parte, per evitare così il verificarsi di assembramenti in alcune zone. Rispetto agli accessi ai musei, il Cts non pone limitazioni ma raccomanda di garantire l’organizzazione dei flussi per favorire il distanziamento interpersonale in ogni fase con l’eccezione dei nuclei conviventi. Il Comitato raccomanda poi che siano rispettate le indicazioni all’uso delle mascherine durante tutte le fasi degli eventi, che sia posta massima attenzione alla qualità degli impianti di aereazione e che ci sia la vigilanza sul rispetto delle indicazioni. Sarà ora il Governo a decidere in che modi e tempi tradurre le indicazioni degli esperti in un provvedimento di legge. Il Consiglio dei ministri dovrebbe riunirsi già mercoledì prossimo. Non è stata invece esaminata oggi la richiesta arrivata oggi
La decisione arriva anche a seguito dei numerosi appelli rivolti al governo da parte delle associazioni di categoria attive nel campo dello spettacolo: nei giorni scorsi è stata organizzata una conferenza stampa allo Stadio San Siro di Milano a cui hanno partecipato i produttori di musica live. Si chiedeva proprio la ripartenza a capienza piena dei grandi eventi e dei concerti al chiuso. Le proteste erano arrivate anche da personaggi celebri, Fedez in testa, che aveva tuonato contro gli assembramenti ai comizi politici. Il leader m5s Giuseppe Conte si era detto d’accordo e aveva detto, in un video, di voler puntare alla capienza massima per il mondo dello spettacolo. Da tempo inoltre il ministro della Cultura Dario Franceschini spingeva per il superamento delle misure di distanziamento interpersonale “mantenendo l’obbligo di green pass e di indossare la mascherina per la durata degli spettacoli”. Proprio giovedì scorso era stato ascoltato dallo stesso Cts. La svolta è stata chiesta a gran voce oggi anche dal presidente del Coni, Giovanni Malagò. “Il mondo dello sport – ha spiegato – reclama con pieno titolo e diritto la capienza massima all’interno degli impianti. Soprattutto in epoche in cui si discute dichiaratamente sull’utilizzo del green pass. L’alternativa sarebbe prevedere dei ristori per le società che hanno sempre fatto ricavi con il botteghino e ora sono in grandissima difficoltà, anche se sarebbe un’alternativa curiosa”. Solleciti analoghi sono poi giunti da governatori di centrodestra (Luca Zaia) e centrosinistra (Stefano Bonaccini). Le novità sono state accolte con favore da Matteo Forte, direttore dei teatri milanesi Nazionale e Lirico: “Le notizie che arrivano da Roma, vanno nella direzione auspicata. Ovvero, verso un aumento della capienza per teatri e cinema. Bene, avanti così. Con il green pass e con il pubblico che torna a vivere in presenza i nostri spettacoli”.
Il decreto sul green pass prevedeva all’articolo 8 che il Cts licenziasse entro il 30 settembre un parere “sulle misure di distanziamento, capienza e protezione nei luoghi nei quali si svolgono attività culturali, sportive, sociali e ricreative” in vista “dell’adozione di successivi provvedimenti normativi e tenuto conto dell’andamento dell’epidemia, dell’estensione dell’obbligo di certificazione verde Covid-19 e dell’evoluzione della campagna vaccinale”. Il Comitato coordinato da Franco Locatelli ha iniziato a confrontarsi dalle ore 19. Altro punto su cui potrebbe esserci a breve una valutazione da parte degli esperti del Comitato è la riduzione della quarantena per i vaccinati. “Credo – ha spiegato il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri – che arriveremo a togliere la quarantena ai vaccinati passando per una ulteriore riduzione. E’ un momento di transizione questo, le cose stanno andando molto bene, osserviamo ciò che accadrà nelle prossime settimane come i contagi dopo aver riaperto tutto, comprese le scuole. Poi penso che sia auspicabile e di buonsenso liberare chi è vaccinato dalle quarantene”. Se non si fa subito, ha sottolineato, “è perché vi è sempre il rischio di varianti”. Infine, un’iniziativa della diocesi di Prato: con una disposizione contenuta in un decreto firmato dal vescovo Giovanni Nerbini si chiede a sacerdoti, diaconi e operatori pastorali che svolgono un servizio stabile e continuativo come catechisti, sacrestani, animatori e volontari di sottoscrivere una autodichiarazione nella quale si esplicita di aver ricevuto il vaccino contro il Covid (con una dose da almeno 14 giorni o con entrambe le dosi), oppure di essere guariti dall’infezione da Covid da non oltre 180 giorni oppure di aver conseguito l’esito negativo di un tampone molecolare effettuato entro le 72 ore o antigenico o salivare entro le 48 ore.