Il prete di Ospedaletti, Don Michele, ha sopportato un po' e poi, sulla spinta delle continue lamentele dei fedeli, ha scritto il lungo articolo sul bollettino intitolato 'Le campane che dovrebbero attirarci a Dio, attirano le bestemmie', accompagnando il testo con il decreto vescovile in cui si riporta la storia delle campane e il regolamento. Ma la "faida" tra Diavolo e Acqua Santa continua
Sarà capitato anche a voi di avere il suono delle campane in testa. Soprattutto se vivete in un paesino, dove spesso le ore sono scandite proprio dal classico “din don”. Capita anche a Ospedaletti, un piccolo paese dell’imperiese solo che lì c’è un fatto che rende tutto abbastanza paradossale. Quando il parroco suona, una donna che il suono delle campane proprio non lo sopporta più, scende in piazza e bestemmia. Il prete, Don Michele, ha sopportato un po’ e poi, sulla spinta delle continue lamentele dei fedeli, ha scritto il lungo articolo sul bollettino intitolato ‘Le campane che dovrebbero attirarci a Dio, attirano le bestemmie‘, accompagnando il testo con il decreto vescovile in cui si riporta la storia delle campane e il regolamento. Il problema del suonno campane, ammette il prete “esiste da sempre, da quando la buon’anima di don Martelletti ha fatto costruire il campanile – ha detto -. Non capisco perché questa avversione: le campane suonano cinque volte al giorno per non più di tre minuti complessivi. Alle 12 e alle 20 salutano la Madonna, mentre negli altri momenti annunciano messa e rosario e c’e’ una pausa dalle 12 alle 17. Ogni volta suonano non più di 30 secondi”.
L’episodio che ha scatenato questa vera e propria faida tra Diavolo e acqua Santa è accaduto il 12 settembre scorso, quando la donna, che abita vicino alla chiesa, è scesa in piazza puntuale e ha bestemmiato a profusione, proprio nel giorno della Festa di Maria. “Ho ricevuto tantissime telefonate, da parte dei vicini scandalizzati. Io non l’ho sentita altrimenti l’avrei rimproverata” ha detto il prete che dice di non aver presentato alcuna segnalazione ai carabinieri. Tra l’altro, la blasfemia non e’ più un reato ma un illecito amministrativo, essendo stata depenalizzata nel 1999 e prevede solo una sanzione da 51 a 309 euro. La battaglia prosegue ma don Michele ha gettato il guanto della sfida: “Sono disponibile – ha detto – a ricevere chiunque voglia dialogare”.