Manifesti, telemarketing e promozioni su giornali, radio, social e tv: la campagna elettorale sta animando le città, gli smartphone e già promette di muovere un importante giro di denaro per le economie locali segnate da quasi due anni di pandemia. A Roma, tra bus con i faccioni dei candidati, in versione più o meno realistica, e vele che si ritrovano a farsi concorrenza, stesso giorno, stessa ora e stessa piazza, la campagna elettorale romana prevede verosimilmente investimenti totali per oltre un milione di euro.

Il candidato che ha previsto di spendere di più nella Capitale è Enrico Michetti del centrodestra. Ha stimato una spesa da 315mila euro per promuovere la sua immagine e uscire dal tormentone del “Michetti chi?”. Dopotutto la scommessa sull’avvocato e tribuno delle radio romane è stata fin dal principio quella di “prendere una persona capace e farla conoscere”, ha detto più volte la leader di FdI, Giorgia Meloni. È seguito dallo sfidante del centrosinistra, Roberto Gualtieri, il cui comitato elettorale, costituitosi all’indomani delle primarie, ha ipotizzato una spesa di 290mila euro: su questa cifra il costo più importante riguarda i 160mila euro per la distribuzione e diffusione del materiale, seguiti da 50mila euro destinati al personale impiegato nelle attività elettorali. In terza posizione è testa a testa tra Carlo Calenda di Azione e Virginia Raggi del M5s. Il primo ha previsto un investimento di 64mila euro sulla sua visibilità personale. Calenda ha ritenuto di poter spendere fino a 25 mila euro di affissioni e fino a 14 mila euro per rafforzare la sua presenza in radio e tv. Il comitato elettorale della sindaca uscente, invece, ha indicato uno zero secco su tutte le previsioni di spesa, sia della lista politica che di quelle civiche collegate, come emerge dai documenti pubblicati sull’Albo pretorio comunale. La stessa Raggi ha spiegato oggi: “La mia campagna elettorale è autofinanziata”, pertanto la raccolta fondi non è stata ritenuta stimabile al giorno della consegna delle liste. Tuttavia, a quanto si apprende, la previsione si aggira a oggi tra i 55 e i 60mila euro.

Cifre che se fossero confermate, nella rendicontazione finale che per legge va consegnata e pubblicata a 90 giorni dalla proclamazione del nuovo sindaco, animerebbero un giro di denaro da oltre 700mila euro soltanto per la promozione dei quattro candidati sindaco principali, con ricadute, in gran parte, sull’economia locale. Accanto a loro, infatti, ci sono anche i concorrenti all’Assemblea capitolina. Sono 48 in ciascuna delle 39 liste. A scorrere tra le centinaia di previsioni di spesa (in corsa ci sono 22 candidati a sindaco e oltre 150 candidati alla presidenza dei Municipi), l’investimento maggiore per gli aspiranti consiglieri comunali sembra essere quello di Calenda: 249mila euro sulla lista unica. Sta di poco sotto la civica di professionisti e imprenditori a sostegno di Gualtieri sindaco, che ipotizza quasi 223mila euro di investimenti. Infine tra i candidati di minor peso elettorale la previsione più alta appare quella di Paolo Berdini di Roma ti riguarda, ex assessore della giunta Raggi: ipotizza una spesa da 56mila euro ma all inclusive, lista unica e nessun costo aggiuntivo per i candidati municipali. Segue Monica Lozzi di Revoluzione civica, ex del M5s: stima di raccogliere donazioni e quindi fare investimenti per 35mila euro, soltanto per la sua campagna elettorale da sindaca. Per la maggior parte degli altri candidati si viaggia tra i 2.500 e i 5.000 euro all’incirca.

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