Il cantante R.Kelly è stato giudicato colpevole di abusi sessuali su giovani e minorenni ed ora rischia l’ergastolo. Dopo sei settimane di processo svoltesi a New York, 45 testimoni alla sbarra, il 54enne autore del celebre brano I believe I can fly è stato riconosciuto colpevole di aver sfruttato il suo status di superstar del pop per attuare un piano il cui scopo era abusare sessualmente di donne, alcune anche minorenni, e uomini, per oltre due decenni. Le testimonianze cruciali che hanno portato alla condanna di colpevolezza sono state di undici vittime, nove donne e due uomini, che hanno descritto la degradante umiliazione sessuale e la violenza fisica e psicologica inflittagli da R.Kelly per anni.
Otto i capi d’accusa accolti dai giurati, tra cui quello di traffico sessuale, normalmente legato alla grande criminalità organizzata. I pubblici ministeri hanno anche spiegato come i manager, le guardie di sicurezza e altri membri dell’entourage di R.Kelly lo hanno aiutato e assistito nel suo intento criminale. Come segnala la BBC, una delle testimonianze chiave durante il processo è quella di una donna, all’epoca degli abusi minorenne, che venne imprigionata, drogata e violentata ripetutamente. R.Kelly aveva come organizzato una sorta di harem in cui ogni donna, e uomo, che veniva accettato magari per avere successo nel mondo dello spettacolo, finiva ricattato sessualmente per anni. È la prima volta da quanto è nata l’onda di protesta del #MeToo che un afroamericano viene condannato per violenza sessuale basandosi sulle accuse di donne (e uomini) afroamericani. La sentenza, R.Kelly rischia l’ergastolo, è prevista per il 4 maggio.