Nelle scorse settimane, la Procura di Torino aveva emesso un decreto di sequestro dopo che erano stati pubblicati indirizzi e numeri di telefono di figure istituzionali, medici e redazioni di numerosi quotidiani: i magistrati avevano richiesto la "collaborazione volontaria" degli amministratori della società che ha sede a Dubai. Ora non è più visibile per "violazione dei termini del servizio"
Telegram ha oscurato il canale Basta Dittatura, la chat utilizzata dai No Vax e No Green Pass per autoconvocarsi alle manifestazioni, ma finita anche sotto la lente d’ingrandimento dei magistrati dopo dopo che erano stati pubblicati recapiti di telefono di Palazzo Chigi, del governatore del Piemonte, Alberto Cirio, e altri politici e di noti virologi. “Questo canale non può essere visualizzato perché ha violato i Termini di Servizio di Telegram”, è quanto si legge dalla notte tra lunedì e martedì se si tenta di accedere al canale.
Nelle scorse settimane, la Procura di Torino aveva emesso un decreto di sequestro dopo che erano stati pubblicati indirizzi e numeri di telefono di figure istituzionali, medici e redazioni di numerosi quotidiani. La stessa pm che indaga era finita nel mirino della chat. I magistrati avevano richiesto la “collaborazione volontaria” degli amministratori di Telegram, società che ha sede a Dubai. I reati ipotizzati dai magistrati torinesi erano istigazione a delinquere e violazione della privacy. C’erano state inoltre le minacce anche ai ministri degli Esteri e della Salute, Luigi Di Maio e Roberto Speranza. Sempre questa notte è stata oscurata anche la pagina Basta Dittatura Chat, popolata da oltre 7mila utenti. L’incitazione alla violenza configurerebbe la violazione dei termini di servizio della piattaforma fondata da Pavel Durov.
Come raccontato a fine agosto da Ilfattoquotidiano.it, le iniziative del canale Telegram avevano ormai superato la protesta sui social arrivando allo stalking e fomentando comportamenti illegali. In primis le minacce al governo e ai politici, passando per medici e giornalisti. “Dobbiamo andare a prenderli a casa”. “Facciamoli cagare addosso”. “Impaliamola viva”. “Alla gogna in piazza”. Si leggeva nella chat – che con lo scambio di numeri telefono aveva importunato con decine di telefonate anche Matteo Bassetti e Fabrizio Pregliasco – dove qualcuno aveva anche parlato di “proiettili” per Speranza.