L’emiro del Qatar, lo sceicco Tamim bin Hamad Al Thani, ha invitato i leader mondiali a rimanere impegnati con i talebani in Afghanistan, sottolineando l’impegno del suo paese a contribuire alla risoluzione pacifica dei conflitti. Durante la 76esima sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York, l’emiro ha sottolineato l’importanza del sostegno continuo della comunità internazionale al popolo afgano descrivendo la situazione attuale come una fase critica; ha inoltre invitato tutti gli attori internazionali a “separare l’aiuto umanitario dalle differenze politiche”.
La posizione del Qatar era prevista, ed è anche vero che deve essere considerata la reale situazione afgana. Però, la situazione in Afghanistan è assai complessa e i rischi per la sicurezza continueranno a crescere. Mentre il governo ad interim prosegue nell’opera di consolidamento del suo potere, si sta esibendo una mancanza di opzioni per gestire l’attuale crisi economica. Inoltre, ci sono anche alcune dispute interne al governo, che i Talebani hanno ovviamente negato.
I leader talebani inseguono la legittimità internazionale e stanno facendo alcune limitate concessioni alla comunità internazionale per raggiungere questo obiettivo. Ciò potrebbe includere l’ulteriore facilitazione del ritorno nel paese di persone che hanno il diritto di andarsene o l’impegno in operazioni di antiterrorismo contro l’Isis-K.
Politicamente, senza la partecipazione di donne, minoranze o membri non talebani nel governo ad interim, è difficile accettare le loro affermazioni di formare un governo inclusivo. Sarà ancora più difficile se cominceranno a nominare noti estremisti come ministri di gabinetto, potenzialmente includendo alti funzionari della rete Haqqani che hanno legami particolarmente forti con al-Qaeda, anche se i talebani negano l’esistenza di questi legami.
Mentre i Talebani rafforzano la propria posizione, stanno ancora affrontando sfide logistiche e di sicurezza sul terreno. Da quando lo Stato Islamico in Khorasan ha effettuato un’operazione suicida e attacchi con razzi all’aeroporto di Kabul, gli attacchi di questo tipo sono aumentati. Lo Stato islamico in Khorasan ha poi rivendicato la responsabilità di diversi attacchi dinamitardi contro il personale talebano a Jalalabad tra il 18 e il 20 settembre. In effetti, durante questo periodo ci sono stati almeno sette attacchi contro le forze talebane a Jalalabad, e sono state segnalate altre due esplosioni.
Anche se non c’è stata alcuna rivendicazione immediata di responsabilità per gli attacchi da parte dell’Isis, questi sono il primo attacco diretto del gruppo contro i talebani da quando hanno preso il potere. Questi attacchi dimostrano l’intenzione dei gruppi terroristici di continuare la campagna di combattimento; hanno già dimostrato di essere in grado di superare la capacità talebana nel prevenire le loro azioni. Ci si aspetta che IS Khorasan continui ad attaccare obiettivi governativi, di sicurezza e civili a Kabul e in altre città per minare il dominio talebano. Questo probabilmente incoraggerà altri gruppi armati, che vedranno un’opportunità per riorganizzarsi e operare sul territorio afghano.
C’è chiaramente un alto rischio di ulteriori attacchi e scontri armati nei prossimi giorni, poiché IS-K sta sfidando direttamente il controllo talebano nelle province dove le forze armate hanno una forte presenza.