Nelle scorse abbiamo avuto l’opportunità di partecipare a una tavola rotonda nei quali alcuni membri dello staff di Far Cry 6 hanno approfondito il mondo di gioco e come si è arrivati a concepire il nuovo, attesissimo titolo Ubisoft, ma soprattutto abbiamo potuto fare un paio di domande a Navid Khavari, il narrative director.
Il team – rappresentato da Thierry Noël, Manuel Rodriguez-Saenz, Benjamin Hall, Ana Lopez, Omar Bouali e Alex Fernandez – ci ha accompagnato in un viaggio virtuale alla scoperta della creazione del mondo di gioco e sul come sia stato possibile creare un’autentica atmosfera caraibica tramite vere e proprie avventure e viaggi in quel di Cuba, dalla quale Yara trae massima ispirazione. Lo staff è stato infatti a Cuba per circa un mese, avendo modo di esplorare l’isola praticamente nella sua completezza oltre che saggiarne musica e cultura.
La rivoluzione passa però anche dai guerriglieri, e Navid ne ha persino potuto conoscere qualcuno, cercando di catturarne l’essenza, ma come scopriremo nell’intervista che abbiamo potuto fargli non è una questione così semplice vista la variegatura dei sotto gruppi rivoluzionari che il team ha voluto plasmare all’interno di Yara.
Si è discusso della libertà che avremo nell’approcciarci ai nemici, della cura con la quale è stata concepita la mappa di gioco, tra zone più pericolose e percorsi nascosti usati dai rivoluzionari che ovviamente potremo utilizzare anche noi per dileguarci da situazioni disperate. Avremo davvero parecchie opzioni e ci sarà tantissimo da esplorare, ma come ci ricorda un divertito staff: “occhio a non bighellonare troppo, c’è una rivoluzione da portare avanti!”
Il focus si sposta poi sui protagonisti in carne e ossa: Sean Rey, attore di Dani maschile e Nisa Gunduz, attrice di Dani femminile. Come ormai saprete infatti potremo scegliere il sesso del nostro protagonista in Far Cry 6 e i due interpreti ci hanno spiegato le varie difficoltà incontrate nel recitare “all’interno” di un videogioco, difficoltà date soprattutto dall’ingombrante attrezzatura per il motion capture alla quale, giustamente, non erano proprio abituati. C’è tempo per qualche piccola gag alla “don’t try this at home” quando lo staff ci spiega, con tanto di manualistica, come hanno implementato il crafting e come sia possibile costruire uno zaino lanciarazzi con qualche oggetto trovato per strada.
A chiusura dell’evento abbiamo avuto modo, come anticipato sopra, di porre alcune domande a Navid Khavari, narrative director di Far Cry 6.
La prima domanda è abbastanza personale e riguarda una tua intervista di qualche mese fa che ha creato un po’ di rumore riguardo le implicazioni politiche di Far Cry 6. Al di là di ogni giustificazione, su quante similitudini possano o non possano effettivamente esserci, perché sembra essere sempre un male combinare politica e videogames? Far Cry è una serie indirizzata a un pubblico adulto, è davvero così sbagliato interlacciare un’attuale situazione politica all’interno della narrazione?
Sai, questo è uno dei motivi per i quali ho rilasciato una dichiarazione successiva. Quell’intervista alla quale tu ti riferisci è in realtà una citazione sbagliata. Sfortunatamente hanno tagliato quello che ho detto e poi hanno corretto il titolo, ma non mi voglio dilungare su questo. Sai, è stato davvero sorprendente per me… voglio dire, ogni opera d’arte sulla quale lavori sarà intrinsecamente politica in varie gradazioni di profondità.
Penso che nel mio caso fossi abbastanza sorpreso anche del fatto stesso che fosse una domanda: una storia sulla rivoluzione sarà politica per forza di cose. Quello che stavamo cercando di fare era catturare quante più ideologie politiche, motivazioni e prospettive all’interno del contesto della rivoluzione. Non è mai stata davvero una scelta, sapevamo che saremmo stati politici sin dall’inizio.
Pensi che sia giusto che un narratore debba per forza giustificare ogni sua scelta narrativa, realistica o meno?
Al di là della politica penso che la cosa importante sia che il contesto supporti quello che fai nel gioco. Prendiamo il concetto di “resolver”, mettere insieme le cose che trovi nella vita di tutti i giorni, come costruire dei silenziatori dalle bottiglie d’acqua o tubi di plastica per costruire un lanciarazzi… abbiamo provato a radicare tutto ciò nella storia e penso che la storia sia migliore per questo. Non è una linea facile da percorrere, ma volevamo che facesse tutto parte del DNA di Far Cry: hai temi maturi, una storia matura, dei personaggi profondi insieme a leggero umorismo e al caos che il personaggio provoca.
Non c’è stato bisogno di giustificare più di tanto determinate scelte perché pensiamo davvero che quello che abbiamo costruito sull’isola supporti benissimo tutto questo.
Uno dei più grandi punti di forza di Far Cry dal terzo capitolo in poi è senz’altro stato il cattivo. Non hai mai paura che questa saga possa diventare troppo cattivo-centrica? Che le aspettative del pubblico, da Vaas in poi, siano troppo incentrate sul cattivo?
Beh, quando abbiamo cominciato a lavorare su Far Cry 6 il mio obiettivo e quello della squadra è stato proprio assicurarci che il protagonista e i rivoluzionari si distinguessero tanto quanto il cattivo.
Uno dei modi in cui l’abbiamo fatto è stato creando non un solo gruppo rivoluzionario, ma piuttosto più gruppi diversi all’interno di “yara” in competizione per il controllo della rivoluzione in modo da avere una vasta gamma di prospettive, sia che si tratti dei contadini delle regioni occidentali dell’isola o i vecchi rivoluzionari del 1967 o gli studenti universitari che fondano “La Moral”. Spero che i giocatori saranno piacevolmente sorpresi.
Un’ultima domanda che mi sento di fare da grande fan della serie sin dal primo capitolo della saga: il tuo cattivo preferito in assoluto di Far Cry? Non vale dire Castillo!
[risata] Io penso di essere legalmente obbligato a dire Castillo!
Scherzi a parte, è… voglio dire… È Anton Castillo, perché penso che Anton sia un po’ il culmine di tutto quello che è stato “piantato” nei precedenti Far Cry, un mix di affascinante e terrificante che penso i giocatori apprezzeranno davvero tantissimo.