Questa volta il destinatario non è Roberto Speranza né Luciana Lamorgese, non sono il Pd e il M5s, ma il presidente del Consiglio Mario Draghi. I giorni di crisi nera della Lega spingono il suo segretario Matteo Salvini – un po’ in affanno sui temi in agenda – ad attaccare il capo del governo sulle misure anti-Covid e sulle riaperture. “Tutta Europa sta vaccinando e riaprendo – dice il leader leghista – L’Italia è uno dei paesi più vaccinati d’Europa ma qualcuno si ostina a limitare le riaperture. Se tu chiedi il Green pass devi riaprire tutto in piena capienza”. Il riferimento, in particolare, è alla decisione del Portogallo che da ottobre riaprirà tutte le attività. Il Portogallo, però, è anche il Paese più vaccinato al mondo con almeno l’84% dell’intera popolazione che ha ricevuto due dosi e l’86% almeno una. Poco dopo Draghi ha parlato per oltre un’ora in conferenza stampa, ma nessuno dei giornalisti presenti gli ha posto una domanda sulle parole di Salvini e sulle tensioni interne alla Lega e le possibile ripercussioni sul governo.
Eppure il leader del Carroccio ha attacco direttamente il premier: “Non capisco dove sia il pregiudizio ideologico che sta causando un danno sociale e morale a milioni di italiani – ha detto -Vorrei capire da Speranza e da Draghi perché no. Tutta Europa riapre e noi no. Se tu imponi il vaccino e il green pass il diritto al lavoro lo devi garantire a tutti”. In realtà, al netto dell’estensione del green pass per tutti i posti di lavoro che sarà in vigore da metà ottobre, ormai tutti i luoghi sono “riaperti”, ad eccezione delle sole discoteche (che infatti protestano) e di alcune limitazioni della capienza per luoghi di spettacolo ed eventi sportivi al chiuso. “Stiamo togliendo il diritto al lavoro a 300mila persone – ha aggiunto – e il diritto a un divertimento sano e sicuro a giovani e anziani”.
Già in mattinata il leader della Lega aveva avanzato una prima critica al presidente del Consiglio, chiedendo “uno sforzo ulteriore per togliere altre tasse su bolletta della luce e del gas”, perché “già si sono dimezzati gli aumenti, noi vorremmo azzerarli”, era stato il suo commento all’indomani della comunicazione dell’Autorità di regolazione per energia (Arera) sulla stangata del costo di elettricità e gas, destinate ad aumentare del 29,8% e del 14,4% nel trimestre ottobre-dicembre.
Fallita la strategia di evitare l’estensione del Green pass, ignorato sul tema dei migranti dopo i ripetuti attacchi alla ministra Lamorgese, alle prese con la corrente giorgettiana che pensa alla gestione del post-amministrative e con l’inchiesta che coinvolge il suo ex guru dei social, Luca Morisi, il capo del Carroccio ‘alza il tiro’ e tira per la giacchetta Draghi dopo le valutazioni del Comitato tecnico scientifico sulle capienze e il rinvio di una decisione sulle discoteche, in risposta a quesito posto proprio da Giorgetti. Finora il presidente del Consiglio era rimasto ‘terzo’ rispetto agli affondi di Salvini sulle strategie del governo. Nelle esternazioni di oggi, a tre giorni dal voto per le Comunali e le Regionali in Calabria, la scelta di identificarlo come il responsabile di alcune scelte fatte e future segna uno scatto nella strategia del leader.