La notizia è che cinema e teatri aumenteranno la capienza fino all’80% e non al 100%. Ci tengo a dire che io non sono complottista, ma come direbbe Carlo Freccero: “sono loro che complottano”. Perché è chiaro che da due anni è in atto un complotto contro il teatro e anche contro il cinema. Il presidente del World Economic Forum, Klaus Schwab, ha detto che dopo il Covid ci sarà “un grande reset” ed è chiaro che pensava soprattutto ai luoghi di spettacolo.
Il risultato è molto vicino. Per mesi sale con la capienza a un terzo con obbligo di mascherina, poi, giustamente, le vaccinazioni e il green pass. Ora ancora quel 20% in meno di capienza a segnalare che il posto non è ancora sicuro. Manca solo che ad accogliere gli spettatori, invece delle maschere, ci siano dei soldati con fucile carico dietro i sacchi di sabbia. Ma non serve, perché ormai il risultato è raggiunto: la gente in sala non vuole tornarci più. I militari potrebbero servire per rastrellare gli spettatori di casa in casa e sotto la minaccia delle armi costringerli ad alzarsi dal divano e così, in pigiama e ciabatte, deportarli verso le platee deserte.
Il piano dei “complottatori” si è realizzato in modo raffinato. Hanno fatto finta di essere a favore del teatro mostrandolo in televisione, fingendo di non sapere che attori di teatro come Lavia o Popolizio, pur bravi, visti in tv vestiti da Falstaff spaventano le famiglie. Pensiamo a chi arriva a casa dopo una giornata di faticoso lavoro, senza più energia e piedi gonfi. Dove può trovare la forza di farsi una doccia, rivestirsi, cercare il green pass, mettersi il cappotto e la mascherina, andare a prendere l’auto, cercare un introvabile parcheggio intorno al cinema, mentre inizia a piovere, camminare sotto la pioggia perché ha dimenticato l’ombrello, cadere in una pozzanghera, poi pagare un biglietto per vedere un film che magari è già uscito su Netflix e che può vedere proiettato sulla parete del soggiorno che è larga quanto lo schermo della sala cinematografica?
Dopo due anni tutti sentiamo che dentro di noi è successo qualcosa di strano, che per staccare i nostri glutei dalla poltrona avremmo bisogno di un fabbro. Una dipendenza grave, da curare per un lungo periodo in comunità di recupero culturale. Sempre sperando che i danni non siano ormai irreversibili.
I “complottatori“ sanno che quando arriveremo al 100% in sala molte persone avranno ormai cambiato mestiere, come è già capitato a tanti tecnici di suono e luci del teatro. Io ne conosco uno che è diventato elettricista edile. Ho sentito dire di un altro che è entrato nella moda ed è diventato modello di intimo maschile. Un altro, di origine mantovana, è diventato un food blogger di successo, che insegna a tutta Italia come fare una Torta Sbrisolona degna di questo nome. Purtroppo non tutti trovano un impiego alternativo, ho saputo di un tecnico disoccupato che ha identificato nella televisione la causa di tutti i suoi mali e ha deciso di organizzare campagne di shitstorm contro personaggi in vista della tv, come Belen, Mara Venier o Paolo Fox, l’astrologo che, si dice, avesse previsto un meraviglioso 2020 per cinema e teatro.
Gira voce che il motivo per cui i cinema sono semivuoti e gli abbonamenti teatrali vanno a rilento sono i microchip che ci hanno iniettato con la vaccinazione. Macron e Lagarde non vogliono che si vada nelle sale, perché sono luoghi di libertà e coraggio, invece loro vogliono il controllo delle persone attraverso la paura. Se “il grande reset” prevede di far sparire le compagnie teatrali indipendenti, le sale e i teatri più piccoli, ormai l’obiettivo è vicino.
Se invece quella del complotto è una mia fantasia, allora invito ad allargare la capienza subito al 100% e togliere quel 20% di posti in meno (forse sono calcolati per poter fare appoggiare il cappotto a chi non vuole portarlo in guardaroba). Fatelo, se no dirò anch’io che è in atto un complotto delle “élite” contro il popolo. Ne ho le prove.