Cronaca

Incendio nella baraccopoli di Campobello di Mazara: morto un bracciante. In 50 bloccano la strada: “Vogliamo sistemazione dignitosa”

È successo nell'ex Calcestruzzi Selinunte, non lontano da Castelvetrano. Le fiamme hanno avvolto l’intera area della struttura, circa tremila metri quadri. I manifestanti sono sulla strada provinciale 56 tra Campobello di Mazara e Selinunte: "Devono capire che noi siamo un valore perché senza di noi non si potrebbero raccogliere le olive"

È scoppiato un incendio all’interno del campo di migranti nell’ex Calcestruzzi Selinunte, non lontano da Castelvetrano, nel Trapanese. Un uomo di origini sub-sahariane è stato trovato morto dai vigili del fuoco. Il rogo, stando alle prime ricostruzioni, è divampato per cause accidentali nelle ore serali del 29 settembre. L’ex Calcestruzzi è da tempo abbandonata e da anni viene occupata dai migranti che raggiungono Campobello di Mazara per la raccolta delle olive. Già per la nuova campagna di raccolta avevano allestito tende di fortuna e alloggi di cartone, eternit e legno. La maggior parte distrutta dal fuoco. In molti sono riusciti a mettersi in salvo, uscendo in tempo prima che le fiamme avvolgessero l’intera area della struttura, circa tremila metri quadri. Si sono riversati in strada, dove hanno trascorso la notte. L’incendio ha danneggiato anche alcuni magazzini limitrofi, che da tempo erano abbandonati. In 50 sono scappati e stanno bloccando in segno di protesta la strada provinciale 56 tra Campobello di Mazara e Selinunte. I migranti hanno sistemato pedane in legno e reti al centro della carreggiata. “Chiediamo una sistemazione dignitosa – dicono i manifestanti – devono capire che noi siamo un valore perché senza di noi non si potrebbero raccogliere le olive. Noi siamo tutti fratelli, sia quelli con permesso di soggiorno sia quelli sprovvisti”, hanno sottolineato. Al momento dell’incendio c’erano circa 300 persone. Sul posto carabinieri, Polizia di Stato e Polizia Municipale.

L’ex Calcestruzzi Selinunte è di proprietà di Onofrio Cascio. Dal 2010 lo ha dismesso, chiudendo i cancelli, e ha presentato diverse denunce alle forze dell’ordine per violazione di proprietà privata. Il campo non è però stato mai sgomberato. I migranti si autogestivano: nella struttura c’era un bazar, la zona dove col fuoco veniva riscaldata l’acqua necessaria per le docce e l’area dove veniva macellata la carne. Secondo le testimonianze raccolte è verosimile che l’incendio abbia preso origine da un gruppo elettrogeno, durante una manovra di rabbocco del carburante”, la causa, quindi “non sarebbe dolosa, ma accidentale“. Sul posto sono intervenute quattro squadre di vigili del fuoco provenienti da Mazara del Vallo, Marsala, Salemi e Trapani con nove mezzi. Sul tema si è espresso il sindaco di Castelvetrano, Enzo Alfano: “Sono davvero triste e addolorato per l’incendio che stanotte si è sviluppato al campo spontaneo di migranti sul nostro territorio, provocando la morte di un giovane sub-sahariano”, ha detto dopo aver appreso la notizia dalla Polizia Municipale. “In Prefettura, come Comune – aggiunge – abbiamo partecipato a due Tavoli tecnici ed è stata già individuata la soluzione per questi migranti stagionali. Ora l’incendio di stanotte deve far accelerare l’iter amministrativo affinché presto sul territorio possano arrivare le unità abitative da parte della Regione”.