La Popolare di Bari affossa i conti di Mediocredito Centrale (Mcc), società guidata da Bernardo Mattarella, che fa capo al ministero del Tesoro attraverso Invitalia e a cui è stata affidata la banca pugliese sull’orlo della bancarotta. Il bilancio del gruppo Mcc relativo ai primi 6 mesi del 2021 si è chiuso con una perdita di 48 milioni di euro, a fronte dei 16 milioni di utile con cui si era chiuso lo stesso periodo del 2020. La Popolare di Bari, di cui Mcc controlla il 97%, ha archiviato la prima metà dell’anno con un rosso di 101 milioni. La perdita è stata parzialmente compensata con le altre attività del Mediocredito che ha come missione primaria il finanziamento delle attività produttive nel Mezzogiorno. In particolate la sola Mcc ha chiuso i sei mesi con profitti per 40 milioni.
Il gruppo ha inoltre iscritto nel semestre rettifiche di valore nette per rischio di credito pari a 63 milioni, “volte a garantire livelli di copertura del portafoglio creditizio più che in linea con i peers di settore”. In sostanza la società ha preso atto del reale valore dei finanziamenti di difficile esigibilità che ha erogato. Le spese amministrative sono pari a 211 milioni, di cui 149 milioni relativi al costo del lavoro, inclusivo dell’ accantonamento una tantum stanziato da Banca Popolare di Bari, per circa 53 milioni, a fronte dell’adesione al Piano di incentivazione all’esodo”.
La popolare di Bari, in attesa di capire l’esito dell’operazione Mps con Unicredit, dalla quale dovrebbe rilevare la rete di sportelli al Sud, riunirà l’assemblea il prossimo 28 ottobre per ripianare le perdite giunte, dopo il passivo di 1,4 miliardi della gestione commissariale i 13 milioni del mini esercizio a cavallo fra le due, a oltre un terzo del capitale sociale. Il consiglio proporrà l’utilizzo delle riserve disponibili di patrimonio netto e, per l’importo residuo, riduzione del capitale sociale. Le quote dei soci resteranno immutate.