Nel tardo pomeriggio di oggi si sono radunati davanti al tribunale di Milano per manifestare la vicinanza all’ex primo cittadino. Molte altre le manifestazioni previste nei prossimi giorni. E anche sul web in molti hanno manifestato il loro sostegno
A Milano stasera è sventolata una grande bandiera della pace in solidarietà a Mimmo Lucano, l’ex sindaco di Riace condannato in primo grado a tredici anni e due mesi. Nel tardo pomeriggio di oggi molti esponenti della società civile si sono radunati davanti al tribunale di Milano per manifestare la vicinanza all’ex primo cittadino. A difendere Lucano sono scesi in campo nomi del mondo della cultura e del volontariato: da Fiorella Mannoia a Gad Lerner, da Cecilia Strada a Roberto Saviano e poi l’associazione “Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato”, l’Arci nazionale, l’Anpi, la rivista “Africa”, Ascanio Celestini e altri.
Una prima manifestazione che apre una serie di iniziative organizzate in poche ore in tutt’Italia.
Giovedì sera a Varese, alle 21, davanti a palazzo Estense è stato messo in programma un presidio. Venerdì alle 16, invece, i sostenitori di Lucano si sono dati appuntamento proprio a Riace: associazioni, gruppi, amiche ed amici che hanno sempre sostenuto il progetto di accoglienza si vedranno nella piazza del paese. Domenica invece toccherà a Como: alle 15,30 in piazza Cavour si terrà una manifestazione dal titolo “Questa non è giustizia” E chi non è sceso in piazza in queste ore si è dato da fare sul web.
Su Change.org l’insegnante Emanuela Petrolati ha lanciato la petizione “Mimmo Lucano colpevole di solidarietà” che ha raggiunto in poco tempo migliaia di firme.
Da ogni parte d’Italia, associazioni, movimenti, parrocchie e semplici cittadini si sono fatti sentire. Amnesty International Italia ha scritto su Twitter: “In attesa di leggere le motivazioni della sentenza, la condanna di Mimmo Lucano pare del tutto spropositata e sproporzionata”. E il portavoce Riccardo Noury ha aggiunto: “Si è preso cura di quelle che ora si usa definire “fragilità esistenziali irrisolte”: non delle sue, ma di quelle degli altri. Lo ha fatto nel modo più nobile possibile. C’è da sperare che in secondo grado gliene verrà dato atto”.
E subito è arrivato l’attestato di solidarietà di Sea Watch Italy: “L’ex sindaco di Riace ha restituito vita e futuro alla sua città attraverso accoglienza e solidarietà. Siamo a fianco di Mimmo Lucano e di chi ogni giorno pratica solidarietà”. Mediterranea Saving Humans ha invece scritto: “Siamo al fianco di Mimmo Lucano, ci stringiamo a lui, e a tutti e tutte coloro che pagano caro per aver scelto di stare dalla parte degli ultimi. Ma non basta. Siamo a disposizione, ognuno di noi in carne e ossa e noi collettivamente come Mediterranea, per proteggere un fratello sotto attacco e ciò che rappresenta. Non accettiamo e non obbediremo”.
Migliaia i like anche per il commento di Cecilia Strada: “Non saprei nemmeno da che parte iniziare: la Cassazione di fatto aveva già duramente smontato l’impianto accusatorio; immaginiamo perciò che al terzo grado crollerà tutto. Intanto però Lucano ha ricevuto una condanna pesantissima, sconcertante per tutti quelli che conoscono l’uomo che è, quello che ha fatto, e quello che non ha fatto. Non saprei nemmeno da che parte iniziare, ma so dove finisco: a Mimmo Lucano va il mio abbraccio più grande e tutta la mia solidarietà”.
Parole che sono state accompagnate dal comunicato ufficiale di Emergency: “In attesa di leggere le motivazioni della sentenza, vogliamo esprimere la nostra vicinanza a Mimmo Lucano per il verdetto che lo colpisce così duramente. Abbiamo conosciuto l’esperimento di Riace e facciamo fatica a pensare che potesse essere altro che un modello di accoglienza che ha parlato al mondo di un’integrazione possibile e concreta. Aspettiamo che si concludano i tre gradi di giudizio e siamo fiduciosi che possano fare chiarezza sulla buona fede del suo operato e della sua persona”.
Ci sono poi cittadini singoli che in queste ore si sono fatti sentire. Tra loro anche Jasmina Bajrami che ha scritto una tesi di laurea dal titolo “Riace: vent’anni dopo” e a ilFattoQuotidiano.it spiega: “Sono stata a Riace due volte, la prima nel 2016 quando ancora non era scoppiato il caso mediatico, la seconda nel 2018. Ho parlato con più di 50 persone, fra riacesi e ospiti del sistema di accoglienza. Tutti si sentivano riappropriate se pur per poco di una dignità, quella dignità e umanità di cui Mimmo ha fatto una ragione di vita”.