“Siamo stati mandati via dall’incontro con Draghi. Ora la sicurezza ci tiene fuori, ci hanno preso i passaporti e li hanno schedati, senza ridarli indietro ad alcuni di noi”. È questo il racconto su Twitter dell’ambientalista irlandese Saoi Ó Chonchobhair, uno dei giovani delegati internazionali ONU alla della Youth4Climate – l’incontro della PreCop26 – di Milano. Insieme ad altri 6 colleghi, è stato infatti espulso dal MiCo – la sede dei dibatti sul clima – per aver contestato con cartelli e cori – “Basta greenwashing” e “Pueblo unido nunca serà vencido” – il discorso di Mario Draghi. Anche se ora l’incidente diplomatico sembra essersi risolto per il meglio – con la restituzione dei documenti e la riammissione, almeno formale, nella sala per gli incontri – è grande la delusione dei Fridays for Future. Greta Thumberg per protesta ha disertato la conferenza stampa con i giornalisti: “Vengono ricevuti solo gli attivisti di Serie A” ha dichiarato davanti ai giovani radunati fuori dall’edificio.

“È inaudito che degli attivisti vengano allontanati semplicemente perché si sono alzati con dei cartelli – ha affermato Martina Comparelli, una dei cinque portavoce nazionale del movimento, parlando ai suoi compagni – La politica non sta ascoltando. Siamo noi che lottiamo davvero per il cambiamento climatico” ha aggiunto poi. L’ovvio riferimento è alle parole del premier italiano che si è detto invece soddisfatto dell’incontro . “È un segnale bruttissimo” ha rincarato Ludovico Manera di Fridays For Future di Milano. “Stanno bloccando qualsiasi tipo di azione radicale sul clima – ha raccontato poi uno degli attivisti espulsi – quindi abbiamo protestato, poi però è arrivata la polizia a portarci fuori“. “Mi hanno rubato il passaporto” ha twittato Erik dall’Olanda, uno dei giovani identificati “Anche a me” ha risposto Dylan Hamilton, 17 anni dalla Scozia. “L’Europa dovrebbe essere un continente di libertà d’espressione” ha twittato invece Ivan Daniel Martinez. Nelle sue storie Instagram, l’attivista messicano ha rassicurato i suoi follower e si è ripreso mentre inneggiava alla libertà d’espressione e cantava, insieme agli altri attivisti, “Bella Ciao“, con la scritta in sovraimpressione “Fuori tutto bene“.

Le forze dell’ordine non hanno permesso ai delegati – da quanto emerge dai racconti – nemmeno di scattare un selfie liberatorio, dopo la spiacevole avventura: “Ci stanno impedendo di fare foto e video” ha twittato Saoi Ó Chonchobhair, 18 anni – “Ripeto che non abbiamo fatto nulla di illegale e che ci era permesso andarcene dalla sala. Tutto quello che abbiamo fatto è urlare che vogliamo sentire la voce dei giovani.

Le autorità hanno poi chiesto loro – “senza dirci perché” – di non spostarsi dal luogo in cui erano stati portati ed erano sorvegliati – anche dopo la restituzione dei passaporti. Inizialmente non sono riusciti a raggiungere i loro amici fuori, né a recuperare i loro effetti personali rimasti nella sala. Solo dopo la conferenza stampa sono stati condotti all’esterno dell’edificio: “Sono stato buttato fuori, e non posso rientrare se non dopo le 12:30 (orario di inizio degli incontri del pomeriggio)” ha dovuto spiegare Dylan Hamilton alla giornalista della Bbc Kirty Gardner, che gli aveva proposto un incontro per spiegare l’accaduto. Ma successivamente, l’accesso al Mico è stato vietato a chiunque non si trovasse già all’interno: “Non possiamo rientrare, i cancelli sono chiusi“.

Dopo un pranzo rigorosamente vegano, i sette giovani – che sono stati nominati anche nel discorso di Boris Johnson alla Precop 26 – hanno deciso di unirsi alle proteste fuori dal MiCo, per “tirare fuori” ciò che hanno subito (“call out bullshit“). Poi hanno raccolto la solidarietà di attivisti italiani e internazionali, tra cui anche Greta e Vanessa Nakate – eloquente il gesto delle manette esibito durante i loro discorso ai Fridays radunati insieme a loro -, e promettono di continuare a raccontare gli sviluppi della vicenda. L’episodio segue gli scontri con la polizia, in seguito al tentativo di blocco delle strade di stamattina, e l’arresto di uno degli attivisti di Extinction Rebellion.

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