Il rapporto diffuso dal ministero dell’Istruzione fotografa la presenza tra i banchi dei ragazzi che hanno genitori migranti: dal 2015 al 2020 il numero degli studenti “stranieri” nati in Italia è passato da 478mila a quasi 574mila con un incremento di 95mila unità (+20% circa)
Gli studenti con cittadinanza non italiana sono nati per più della metà nel nostro Paese. A dirlo è il rapporto diffuso oggi dal ministero dell’Istruzione che fotografa la presenza tra i banchi dei ragazzi che hanno genitori migranti: dal 2015/2016 al 2019/2020 il numero degli studenti “stranieri” nati in Italia è passato da 478 mila a quasi 574 mila con un incremento di 95mila unità (+20% circa). Nell’ultimo anno la crescita è stata di oltre 20mila ragazzi arrivando a 65,4%. In Veneto, la quota di studenti di origine straniera nati sotto la bandiera della Serenissima Repubblica di Venezia, arriva persino al 71,7% e l’84% degli alunni cinesi sono stati partoriti in Italia. Ma non solo. Quasi tutti (oltre il 91%) dopo le medie vanno alle superiori, ma il dato interessante è che sono in aumento i ragazzi che scelgono le scuole considerate più impegnative: in particolare, sale al 15,4% la quota degli studenti che frequenta il liceo scientifico e all’8,8% quella del liceo linguistico.
Restano, tuttavia, i problemi di sempre relativi al ritardo scolastico. “Le distanze – cita il dossier – tra gli studenti italiani e quelli di origine migratoria rimangono notevoli. Nell’ anno scolastico 2019/2020 gli studenti italiani in ritardo sono l’8,9% contro il 29,9% degli studenti con cittadinanza non italiana. Il massimo divario si riscontra nella scuola secondaria di secondo grado dove le percentuali dei ritardi diventano rispettivamente 18,8% e 56,2%“.
Conseguenza di questo fenomeno è l’abbandono precoce degli studi che resta una ferita: nel 2020 l’indicatore europeo degli Early Leaving from Education and Training riferito agli studenti stranieri è pari al 35,4% a fronte di una media nazionale del 13,1%. Numeri che vanno tenuti in considerazione nell’andare ad esaminare la situazione degli alunni “stranieri” che sono 877 mila pari al 10,3% della popolazione scolastica. La maggior parte sono concentrati nella scuola primaria e secondaria mentre risalta un dato: tra i 3 e i 5 anni i bambini con cittadinanza non italiana presenti nelle scuole rappresentano l’83,7% mentre il numero raggiunge il 96,3% per gli italiani.
Ma chi sono questi ragazzi? Il gruppo più numeroso è quello degli studenti romeni (102.411) seguito dagli studenti albanesi (86.811), marocchini (80.237) e cinesi (46.960). Guardando il rapporto scopriamo anche le direzioni prese dai flussi migratori da parte degli specifici gruppi nazionali. A livello regionale, ad esempio, si osserva come gli studenti romeni, pur essendo distribuiti su tutto il territorio, sono presenti soprattutto nel Lazio, dove risiede il 17,3% del totale. Gli allievi di origine egiziana sono in maggior misura in Veneto (27,3%) mentre i ragazzi cinesi, prevalgono, sia pure di poco, nella regione Toscana (22,4%).
Infine una questione annosa: il numero di ragazzi migranti nelle classi. Qui bisogna ricordare che in base alle disposizioni ministeriali del 2010, il numero di alunni con cittadinanza non italiana con ridotte conoscenze della lingua italiana non deve superare di norma il 30% degli iscritti in ciascuna classe e in ciascuna scuola. I dati rilevati nel 2019/2020 confermano una tendenza all’aumento delle scuole che superano la soglia del 30%. Complessivamente il 17,9% degli istituti non ha alcun studente con cittadinanza non italiana mentre il 58,3% ne ha fino al 15%; il 17,0% ne ha tra il 15 e il 30 e nel rimanente 6,8% delle scuole il numero degli studenti “stranieri” è superiore al 30% del totale.