Non è consentito l’abbattimento automatico degli orsi problematici, anche nel caso in cui abbiano aggredito delle persone, come previsto da una disposizione della Provincia Autonoma di Trento. Gli animalisti vincono una importante battaglia davanti al Tribunale Amministrativo Regionale nel lungo braccio di ferro che li vede contrapposti alla maggioranza del leghista Maurizio Fugatti intervenuta per normare la possibilità di uccidere i plantigradi a seguito di attacchi, come è avvenuto in passato. Il ricorso era stato presentato da Wwf Italia e Lega nazionale difesa del cane, con gli avvocati Michele Pezone e Paolo Letrari. I giudici fissano un percorso graduale negli interventi per contenere l’aggressività di un orso e stabiliscono che nei casi accertati di aggressioni all’uomo non si debba derogare dal piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno sulle Alpi centro-orientali (Pacobace). L’abbattimento è, quindi, soltanto l’estremo rimedio, a cui si può fare ricorso sempre previa autorizzazione di Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale.
Il 25 giugno scorso la giunta provinciale aveva approvato le Linee guida nella gestione degli orsi. Prevedevano l’abbattimento “con la massima urgenza” degli animali anche se responsabili di un solo episodio di attacco all’uomo. Annullato il punto che prevedeva “sempre e comunque, a mezzo di un’ordinanza contingibile e urgente, l’abbattimento dell’orso responsabile dell’aggressione, senza che residuasse alcuno spazio per la valutazione, caso per caso, della sussistenza di un pericolo attuale per l’incolumità pubblica”. Secondo gli animalisti questo avrebbe comportato una “autonoma politica di rimozione degli orsi problematici”. La Provincia ha incaricato i propri uffici legali di verificare se le motivazioni consentono un ricorso in Consiglio di Stato.
Il commento di Wwf Italia: “ È una sentenza storica, coerente con i principi di gradualità e proporzionalità delle misure adottabili in presenza di comportamenti a rischio degli orsi selvatici. Si tratta di una riconsiderazione delle politiche di ‘rimozione pregiudiziale’ finora portate avanti dalla giunta provinciale trentina”. Secondo Dante Caserta, vicepresidente Wwf Italia, è in gioco la conservazione di questo animale. “Sul livello di tutela di specie importanti come l’orso non possono essere fatti passi indietro. Come associazione abbiamo cercato sempre il dialogo con tutte le amministrazioni che hanno nei loro territori orsi o lupi, lavorando sulla prevenzione e sulle condizioni per assicurare una pacifica convivenza sulla base delle positive esperienze che si conducono ormai da decenni”. Anche la Lega anti vivisezione ha presentato un ricorso: “Il risultato del Wwf spiana la strada anche al nostro, con il quale abbiamo contestato anche la grave mancanza dei metodi di prevenzione per possibili incidenti”. L’associazione StopCasteller, sorta per contrastare la detenzione degli orsi in un’area gestita dalla Provincia non lontano da Trento, approva la sentenza, anche se “non mette in discussione la detenzione degli orsi detenuti al Casteller e le aggressioni e i contatti attribuiti a M57, nonostante le ricostruzioni nebulose come affermato dagli inquirenti stessi”. M57 è l’orso che aggredì un carabiniere vicino al laghetto di Andalo e che è stato catturato nell’agosto 2020.