Lo Yemen è scomparso dai radar del dibattito pubblico e politico, ma mai come adesso è necessario richiamare l’attenzione della comunità internazionale su quella che resta la più grave emergenza umanitaria al mondo: la terza ondata di Covid sta colpendo pesantemente una popolazione stremata da quasi 7 anni di guerra, che per il 99% non è vaccinata e che in buona parte non ha accesso a cure, trattamenti e strumenti per prevenire il contagio.
Basti pensare, che, secondo i dati ufficiali, i casi registrati sono triplicati e il tasso di mortalità è aumentato di oltre cinque volte nell’ultimo mese. Cifre che non tengono conto delle innumerevoli morti non diagnosticate a causa della carenza di test, in un paese dove solo la metà delle strutture sanitarie sono ancora in funzione.
Il fallimento dell’iniziativa COVAX
Sullo sfondo un quadro globale di enorme disuguaglianza nell’accesso ai vaccini Covid tra Paesi ricchi e poveri. La scorsa settimana, il Covax (l’iniziativa che dovrebbe consentire ai Paesi in via di sviluppo l’accesso ai vaccini) ha annunciato di essere al di sotto dei propri obiettivi di ben mezzo miliardo nella distribuzione globale di dosi, nonostante le promesse di raggiungere almeno il 23% di copertura vaccinale entro la fine dell’anno. Le conseguenze per un paese come lo Yemen sono drammatiche: al momento meno dell’1% dei 30,5 milioni di abitanti ha ricevuto una dose e solo lo 0,05% della popolazione è stato completamente vaccinato. A giugno, secondo gli ultimi dati disponibili, erano state consegnate solo il 12% delle dosi promesse per lo Yemen: 511.000 su 4,2 milioni.
Una catastrofe umanitaria che può aggravarsi ancora
Appare dunque evidente come l’emergenza in Yemen rischi di precipitare ulteriormente. Il conflitto ha decimato il già fragile sistema sanitario, gran parte della popolazione è indebolita dalla mancanza di cibo, acqua pulita e non può permettersi di acquistare medicinali. Secondo le Nazioni Unite, due yemeniti su tre non hanno accesso ai servizi sanitari: 20 milioni di persone, inclusi 5,9 milioni di bambini. Con i medici che negli ospedali pubblici hanno lavorato senza stipendio per mesi, spesso costretti a dormire direttamente negli ospedali rimasti in funzione, perché non possono permettersi un alloggio.
“La vaccinazione è una soluzione semplice che salverebbe vite umane, – ha dichiarato Muhsin Siddiquey, direttore di Oxfam in Yemen alla vigilia dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che si è appena chiusa – ma la comunità internazionale sta fallendo e il popolo dello Yemen ha bisogno di dosi ora. È vergognoso che paesi ricchi come il Regno Unito e la Germania si stiano opponendo al superamento della logica dei monopoli dei colossi farmaceutici sui brevetti dei vaccini, impedendo di fatto una produzione di dosi sufficiente a raggiungere paesi come lo Yemen. Salvare vite dovrebbe essere più importante che proteggere i profitti delle multinazionali farmaceutiche che hanno già guadagnato miliardi da questa crisi”.
A peggiorare il quadro sanitario i numeri di quella che è una vera e propria catastrofe umanitaria: 20 milioni di persone dipendono dagli aiuti per sopravvivere; 16 milioni soffrono di insicurezza alimentare e in 50 mila si trovano in condizioni di carestia; oltre quattro milioni gli yemeniti sono stati sfollati dall’inizio del conflitto e due milioni vivono solo a Marib, attualmente luogo di aspri combattimenti. Le condizioni nei campi sono terribili, molte persone non hanno accesso ad acqua pulita, servizi igienici e assistenza sanitaria.
Appello urgente alla comunità internazionale
Quest’anno le Nazioni Unite hanno chiesto ai paesi donatori di stanziare 3,9 miliardi di dollari per fornire gli aiuti umanitari essenziali alla popolazione: finora però meno della metà è stato erogato e l’assistenza sanitaria ha ricevuto solo l’11% dei fondi di cui ha bisogno. Durante l’Assemblea Generale nei giorni scorsi si è tenuto un incontro organizzato da Unione Europea, Svezia e Svizzera dove sono stati raccolti impegni di donazioni per circa 600 milioni di dollari. Un segnale positivo, ma la risposta umanitaria risulta ancora sotto finanziata per circa un miliardo di dollari. Gli attuali volumi di aiuti umanitari non sono affatto sufficienti per raggiungere tutti coloro che sono alla disperata ricerca di aiuto.
Per questo, come Oxfam, chiediamo con forza che la comunità internazionale, Italia compresa, si assuma le proprie responsabilità finanziarie ed etiche mentre lavora per garantire il cessate il fuoco e una pace duratura. Le donne, i bambini e gli uomini dello Yemen vogliono vivere con dignità ed essere liberi dagli orrori che questa guerra ha causato. Oggi, la maggior parte riesce a malapena a sopravvivere: è cruciale non lasciarli soli.