L'ex presidente Giuseppe Fornasari e l’ex direttore generale Luca Bronchi sono già stati condannati, con rito abbreviato, nell'ambito della stessa inchiesta sul crac che ha colpito 35mila risparmiatori. I 23 imputati erano accusati a vario titolo di bancarotta semplice e fraudolenta per 200 milioni spariti dalle casse della banca di Arezzo fallita ad inizio 2016
Alberto Rigotti, imprenditore ed ex consigliere di Banca popolare Etruria e Lazio, è stato condannato a 6 anni di reclusione. La richiesta dell’accusa era di un pena di sei anni e sei mesi. Tutti assolti, perché il fatto non sussiste, gli altri 22 imputati, ex consiglieri di amministrazione e dirigenti o ex revisori della banca, accusati a vario titolo di bancarotta fraudolenta e bancarotta semplice. Nell’ambito della stessa inchiesta il gup del tribunale di Arezzo, Giampiero Borraccia, ha già condannato , con rito abbreviato, a cinque anni di reclusione per bancarotta fraudolenta l’ex presidente Giuseppe Fornasari e l’ex direttore generale Luca Bronchi, a due anni l’ex vice presidente Alfredo Berni per bancarotta fraudolenta e a un anno l’ex membro del cda, Rossano Soldini, per bancarotta semplice.
L’ istituto di credito di Arezzo finì in liquidazione coatta amministrativa il 22 novembre 2015 sotto il peso di perdite contabili non più sostenibili. L’insolvenza venne dichiarata l’11 febbraio 2016. Circa 200 i milioni di euro usciti dalle casse di Bpel e non rientrati più: un patrimonio che sarebbe stato dissipato con una serie di operazioni senza garanzie e a favore di soggetti amici, secondo le ricostruzioni del Tribunale.
– “Ci sono persone che sono andate in dialisi, che hanno avuto infarti e ora si ritrovano con questa sentenza. Lo Stato resta latitante le persone continuano a soffrire. Valuteremo per l’appello”. Così l’avvocato Riziero Angeletti, legale di parte civile per un comitato di azionisti, commenta la sentenza del tribunale di Arezzo. “In Banca Etruria sono stati bruciati i risparmi di 35mila toscani, polverizzati 300 milioni di euro di obbligazioni e azioni, ma per questi giudici non c’è stato reato”, rincara in una nota Letizia Giorgianni dell’associazione Vittime del Salvabanche. Uno dei risparmiatori colpiti dal crac ha affermato “Sto male ma era prevedibile che finisse così. Non ho riavuto un soldo ma solo tanta sofferenza”
“Il tribunale ha smontato le accuse a carico di ex consiglieri e dirigenti dimostrando che la crisi di banca Etruria è dipesa da altre cause esterne al loro ruolo. Le difese sono molto soddisfatte”, afferma viceversa Antonino Giunta, difensore dell’ex presidente della banca Lorenzo Rosi, uno degli assolti. L’avvocato Gian Franco Ricci Albergotti, legale di un altro ex imputato oggi assolto, Piero Burzi, ha dichiarato: “Questa sentenza dimostra che dirigenti e consiglieri non erano coinvolti così come si è voluto far pensare”.