La notizia è stata diffusa in un messaggio sui social da Helena Maleno, attivista di Caminando Fronteras, un ong specializzata in assistenza a famiglie di migranti e interventi in loro favore in quella zona
I morti o dispersi sarebbero almeno 57 tra cui 28 donne, 17 uomini e 12 bambini. Tutti vittime del naufragio di un barcone sulla rotta tra l’Africa nord-occidentale e le Canarie secondo quanto denuncia un messaggio sui social Helena Maleno, attivista di Caminando Fronteras, un ong specializzata in assistenza a famiglie di migranti e interventi in loro favore in quella zona. Caminando Fronteras aveva avuto notizie della partenza di questo barcone da circa una settimana. Secondo Helena Maleno, ci sarebbero 5 sopravvissuti, mentre 16 corpi sono stati ritrovati dalle autorità marocchine. L’attivista già ieri aveva avvisato che si erano perse le tracce di un barcone con 62 persone a bordo.Il servizio di salvataggio marittimo spagnolo ha affermato di non aver avuto notizie di questo naufragio. Poco dopo l’avviso di Caminando Fronteras, l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni ha riportato un naufragio avvenuto al largo delle coste della Mauritania: risultano esserci 34 sopravvissuti, due morti e due dispersi. Erano partiti dal Senegal.
Sono oltre 17.800, di cui quasi mille solo nel 2021, gli uomini, le donne e i bambini morti o dispersi nel Mediterraneo Centrale dal 2013, secondo i dati delle Nazioni Unite. Quel “Mai più” giurato davanti alle bare allineate delle 368 persone che persero la vita in prossimità di Lampedusa il 3 ottobre del 2013, è rimasto solo una dichiarazione di intenti. L’ultimo naufragio nei pressi dell’isola, il 30 giugno di quest’anno, ha causato la morte di 7 donne e una decina di dispersi. Nell’ottavo anniversario del naufragio del 3 ottobre, Save the Children, torna a sottolineare “l’esigenza e l’urgenza di un impegno diretto degli Stati membri e dell’Unione Europea per la creazione di un sistema strutturato, coordinato ed efficace di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale, tra le rotte più letali al mondo, per l’attivazione di canali d’ingresso sicuri all’Unione Europea e per un sistema di accoglienza e protezione adeguato per i più vulnerabili, tra cui i minori soli”.
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