La presenza di Melissa Satta a Sky Calcio Club ha generato molte critiche. Prima gli attacchi dei telespettatori sui social per la sua inesperienza poi le critiche della giornalista Alessia Tarquinio, più al ruolo che alla persona, e per finire una battuta di Fabio Caressa non apprezzata da molti: “Non voglio essere sessista, ma qui stiamo tutti aspettando il momento del senza giacca”, aveva detto il padrone di casa riferendosi a un momento della trasmissione in cui gli ospiti tolgono la giacca.
“La Satta la difesi cinque anni fa, quando Sinisa Mihajlovic, col suo bel caratterino disse riferendosi a lei che ‘le donne non devono parlare di calcio’. Gli diedi del cafone e ne nacque un putiferio”, ha spiegato Paola Ferrari al settimanale Oggi commentando il “caso Satta”. Nessun pregiudizio nei confronti dell’ex velina ma la convinzione che un programma giornalistico debba puntare sui giornalisti, seppur con delle eccezioni da contestualizzare (“Gene Gnocchi a La Domenica Sportiva rappresentava un valore aggiunto”).
“La funzione di Melissa è solo quella di dare sostanza a uno stereotipo dei più triti, quello della bella donna che sta lì solo per mettere in mostra le sue belle qualità. Non giornalistiche. Anche tutti quei risolini quando si è tolta la giacca: una scena vecchia, superata, avvilente. È ‘erbaccia’ televisiva che purtroppo fatichiamo a estirpare”, spiega la giornalista ma si spinge oltre: “A difesa di Melissa, va detto che, a differenza di qualcun’altra, che da brava donna di spettacolo si inventa pure i flirt, lei non si finge giornalista, non si atteggia a inviata, non pone domande, non fa interviste. Insomma, la Satta la salvo. Quel modo di fare tv, che per fortuna non appartiene assolutamente alla Rai, proprio no”.
Secondo molti ci sarebbe una frecciatina alla “rivale” Diletta Leotta, più volte criticata e nel mirino anche per la storia, ora conclusa, con l’attore turco Can Yaman. Amore per alcuni addetti ai lavori costruito a tavolino, versione da sempre smentita dal volto di Dazn.