A difendere il progetto della Valdastico Nord, prosecuzione verso Trento dell’autostrada Vicenza-Piovene Rocchette, sembra essere rimasta soltanto la Lega, in nome di un’intesa con il Veneto per una contestatissima infrastruttura. Dopo il Comune di Rovereto, infatti, anche quello del capoluogo ha bocciato in consiglio comunale con 24 voti la “variante al Piano urbanistico provinciale relativa al corridoio di accesso est”. Si tratta del documento che in estate è stato approvato dalla giunta di Maurizio Fugatti, ma che deve essere valutato dalle amministrazioni locali nel cui territorio dovrebbe passare l’opera. Soltanto la Lega ha votato contro il documento della giunta comunale che proponeva di bocciare la variante, mentre Fratelli d’Italia (che in Provincia sono in maggioranza con la Lega) si sono astenuti.
L’assessore all’Urbanistica del Comune di Trento, Monica Baggia, ha ricordato le conclusioni di un confronto che nelle scorse settimane ha coinvolto anche le amministrazioni di Lavis, Pergine Valsugana e Rovereto. “L’analisi del documento ha evidenziato carenze di metodo e contraddittorietà di contenuto. Il metodo adottato e l’istruttoria tecnica risultano inadeguati. La proposta appare decontestualizzata dall’intero sistema provinciale della mobilità e difetta della valutazione di possibili alternative”. Secondo l’assessore, “la soluzione pare incoerente con le politiche europee in ambito di mobilità e con i principi di sviluppo sostenibile e durevole, sussidiarietà, partecipazione e valutazione enunciati dalla stessa legge urbanistica provinciale per il governo del territorio”.
Non è mai piaciuta ai trentini l’ipotesi di un collegamento con il Veneto attraverso un lungo tunnel che dovrebbe sbucare a sud di Rovereto, collegandosi con l’Autobrennero. Perfino il consigliere Pino Urbani di Fratelli d’Italia ha detto: “Non siamo contro le grandi opere, ma non possiamo accettare quelle che contrastano con l’ambiente e la vita dei cittadini. Questa proposta è un po’ uno scempio, non solo dal punto di vista naturalistico ma anche guardando alla sopravvivenza idrica della città”. Anche a Trento, come è accaduto in una analoga discussione consigliare a Rovereto, FdI si è astenuta, per non rompere con il centrodestra. Ma il dissenso espresso è chiaro: “Quest’opera è da ripensare”. I rappresentanti leghisti hanno invece ricordato come “la Valdastico Nord fosse nel programma elettorale provinciale”, quindi nel patto di governo.
Tutti i quattro Comuni sono contrari alla Valdastico, a causa della “totale indeterminatezza della soluzione proposta che rende impossibile la formulazione di osservazioni e proposte che non siano, a loro volta, generali e di metodo, non potendosi rilevare la razionalità delle scelte compiute, la congruità dei mezzi adottati rispetto allo scopo e l’avvenuta valutazione di soluzioni alternative”. La parola passa ora al consiglio provinciale che dovrà prendere in esame le osservazioni delle comunità locali.
Da decenni attorno alla Valdastico è acceso un vivace dibattito. Basti pensare che la tratta veneta fu ideata negli Anni Sessanta, quando al potere c’erano tre ministri democristiani, il polesano Antonio Bisaglia, il vicentino Mariano Rumor e il trentino Flaminio Piccoli. Per questo l’autostrada veniva chiamata Pi-Ru-Bi, dalle prime lettere dei rispettivi cognomi. La tratta della A31 da Vicenza a Piovene Rocchette fu conclusa nel 1976. I lavori per la prosecuzione a sud, da Vicenza alla Transpolesana, sono cominciati nel 2005 e sono terminati nel 2015. Il progetto di andare a Nord è stato a lungo osteggiato dalla Provincia di Trento. Nel tempo sono stati individuati tre diversi possibili sbocchi della lunga galleria che comincerebbe nel comune vicentino di Valdastico: in Valsugana, a Besenello o a sud di Rovereto (il più recente). Nonostante le posizioni contrarie di numerose associazioni ambientaliste, Fugatti sembra intenzionato a continuare nel progetto, che interessa anche all’altro governatore leghista, il veneto Luca Zaia.