Oltre 500 persone ieri a Riace per esprimere solidarietà a Mimmo Lucano, l’ex sindaco della piccola cittadina della Locride condannato a 13 anni e 2 mesi nel processo “Xenia” che ha riguardato la gestione dei progetti di accoglienza dei migranti.

“Se io ho fatto l’associazione a delinquere allora questa doveva comprendere anche il ministero dell’Interno e la prefettura di Reggio Calabria”. Lucano lo ha ripetuto più volte prima e durante l’incontro organizzato nell’anfiteatro dove si sono esibiti anche gli attori di “Riace Social Blues”, lo spettacolo teatrale scritto dal giornalista Enrico Fierro e dall’attore Cosimo Damiano Damato. “Prefettura e ministero dell’Interno erano complici – aggiunge Lucano – Quando gli conveniva, Riace era la discarica dell’accoglienza. Se è stata un’associazione a delinquere, chiamassero anche loro in causa”. La pensa allo stesso modo anche il suo difensore, l’avvocato Andrea Daqua: “Se lei legge le trascrizioni si renderà conto che è stata la stessa polizia giudiziaria ad escludere gli elementi strutturali del reato associativo”.

C’era anche il sindaco di Napoli e candidato a governatore della Calabria Luigi de Magistris secondo cui “13 anni e 2 mesi è una botta sul piano umano e rischia di essere devastante. Raramente mi è capitato di vedere una sentenza a due giorni dalle elezioni in cui Mimmo è candidato”. Con la condanna inflitta dal Tribunale di Locri, infatti, l’ex sindaco di Riace resta candidato ma, se dovesse essere eletto, verrebbe sospeso per la legge Severino. “In questa storia ci sono tantissime ombre – si è sfogato Lucano che più volte si è commosso – Hanno fatto diventare un’associazione a delinquere per poi tutti gli altri reati che hanno determinato una pena così abnorme che doveva essere data o se hai fatto un omicidio o se hai un ruolo di primo piano nelle mafie. C’è un giudizio dato nei tribunali e poi c’è il giudizio del popolo, della gente”. Secondo il sindacalista della “Lega braccianti” Aboubakar Soumahoro, “i decreti sicurezza, la legge Bossi-Fini e gli accordi firmati in Libia rappresentano il tessuto culturale che è alla base della condanna di Mimmo Lucano che pratica la solidarietà”.

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