(Adnkronos) - Un cane a sei zampe, volto verso la sinistra di chi guarda, con la testa che guarda all’indietro e una fiamma rossa che esce dalla bocca spalancata. Quello di Eni non è solo uno dei marchi più riconoscibili che esistano, ma è anche il simbolo di un’Italia che negli anni ’50 riuscì a riaccendersi di entusiasmo, ottimismo e voglia di fare dopo gli anni bui della guerra. Il ‘cane a sei zampe’ racchiude una storia di innovazione, intuizione e lungimiranza.
L’Italia era da poco uscita dalla Seconda Guerra Mondiale, era alle prese con la ricostruzione e il boom economico non è ancora cominciato, quando Enrico Mattei, presidente di Eni, comprende che il consumo delle famiglie italiane sta per cambiare e che il modo in cui le aziende sapranno raccontarsi ai consumatori farà la differenza.
Mattei capisce che la motorizzazione dell’Italia è appena agli inizi e che, in quel momento, le benzine prodotte mancano completamente di appeal presso una clientela di automobilisti in via di espansione. Ecco perché, con una visione molto lucida del prossimo futuro, decide di investire nella pubblicità, convinto che sia fondamentale colpire l’immaginazione delle famiglie italiane, rendendo il proprio prodotto riconoscibile e familiare.
Mattei individua nell’italianità il punto di forza della campagna pubblicitaria il prodotto Supercortemaggiore va accompagnato allo slogan “la potente benzina italiana” mentre quello dell’Agipgas con “il gas liquido del sottosuolo italiano”.
Proprio per la consapevolezza dell’importanza della pubblicità Mattei decide di affidare l’ufficio competente non ad un esperto ma a un uomo di fiducia. Si tratta di Alberto Alì, segretario particolare di Marcello Boldrini, presidente dell’Agip, uomo allora di nessuna competenza nel campo della comunicazione ma soggetto affidabile e in grado di realizzare quanto di volta in volta Mattei avrebbe richiesto. Ricorda Alì che Mattei, nel conferirgli l’incarico, gli disse: “la pubblicità presto avrà un grosso sviluppo e io intendo seguirla personalmente e dare personalmente le direttive”.
L’arrivo di Alberto Alì segna dunque uno spartiacque tra una vecchia concezione dell’impiego della pubblicità ed una realmente funzionale alla vendita di un prodotto. Prima di questa data infatti l’ufficio pubblicità, collocato nell’area della direzione commerciale, era composto da un responsabile, Diego Dusmet, e da una segretaria. Il budget era di 300 milioni, sostanzialmente necessari a comprare qualche spazio pubblicitario su alcune riviste di settore e occasionalmente sui settimanali più diffusi. Nel corso dei cinque anni successivi il budget dell’ufficio arriva a 3 miliardi e mezzo ottenendo come risultato quello di aver fatto conoscere il nome di Agip e di Eni ed averlo legato a prodotti di qualità.
Fino a quel momento, prodotti ed azienda non hanno un marchio. La loro riconoscibilità è affidata esclusivamente al nome, nessun segno grafico aiuta il cliente a richiamare alla memoria la benzina italiana. Agli inizi del 1952 Mattei, ben cosciente di dover risolvere questa mancanza, decide di fare un investimento economico importante per l’epoca: un concorso con un montepremi di dieci milioni di lire per i due marchi dei due prodotti di punta (Supercortemaggiore e Agipgas), i relativi cartelloni pubblicitari e la colorazione della colonnina di distribuzione del carburante.
Il bando, pubblicato sulla rivista di architettura e arredamento Domus, chiede ai partecipanti di creare qualcosa che stupisca, i cartelloni pubblicitari dei due prodotti dovranno avere eccezionali valori grafici, essere moderni ed efficaci e rappresentare un emblema che diventi popolare.
La giuria vanta un parterre di grande qualità: oltre a due rappresentanti dell’Agip e al segretario Dante Ferrari, giornalista, compaiono Mario Sironi, pittore e parte attiva del gruppo Novecento; Mino Maccari, incisore che ha animato con i suoi disegni numerosi periodici tra i quali la rivista aziendale Eni ‘Il Gatto Selvatico’; Gio Ponti, architetto e designer cui sarà affidata successivamente la progettazione di alcuni oggetti d’arredo dei MotelAgip; Antonio Baldini, scrittore e presidente in quegli anni della esposizione Quadriennale d’Arte di Roma; e Silvio Negro, giornalista e curatore di numerose mostre fotografiche. Per l’Agip Mattei chiama la moglie di Marcello Boldrini, Renata, esperta d’arte responsabile delle scelte di investimenti in arte di Enrico Mattei e il professor Faleschini.
Tra il maggio e il luglio del 1952 arrivano alla segreteria del concorso oltre 4.000 elaborati.
Il marchio scelto è diventato col tempo una vera e propria icona. Al presidente di Eni il cane disegnato da Luigi Broggini, la sua forma strana e aggressiva, le sei zampe, la colorazione forte, la fiamma rossa piacciono talmente tanto da decidere di utilizzare questa grafica non solo per i cartelloni pubblicitari ma anche per il marchio.
Già alla fine del 1952 infatti, il cane a sei zampe rappresenta “la potente benzina italiana” sulle pagine dei principali quotidiani e su molte riviste di vario contenuto, a tiratura nazionale.
Il cane, per il quale a breve Ettore Scola (allora all’ufficio pubblicità dell’Agipgas) conia il fortunato slogan “cane a sei zampe fedele amico dell’uomo a quattro ruote”, andrà rapidamente a identificare non solo i prodotti ma, più in generale, l’azienda.
E continua a farlo, senza rinunciare alla modernità. Il primo rebranding avvenne nel 1972, ad opera di Bob Noorda della Unimark. Sempre Bob Noorda rimise mano al logo nel 1992, in occasione della trasformazione di Eni in Società per Azioni. Poi ancora nel 2010, quando si decise di abbandonare il marchio Agip, fino ad arrivare al rinnovamento del 2022. Oggi il marchio Eni si presenta in una forma grafica nuova: una composizione rivista che dichiara l’evoluzione dell’approccio all’energia verso servizi e prodotti differenti ma tra loro complementari.
Elezioni 2021
Comunali, il candidato sindaco revisionista nel paese vicino a Stazzema: “La strage dei nazisti? Causata dal comportamento dei partigiani”
Lorenzo Alessandrini si presenta alle elezioni di Seravezza, in provincia di Lucca, per tornare a fare il primo cittadino dopo una prima esperienza dal 1993 al 2001. Un anno fa si era autopubblicato un libro intitolato "Tanto peggio, tanto meglio. Sant'Anna e dintorni" dove riproponeva le vecchie tesi sulla "viltà" di chi fece la Resistenza. Il sindaco del paese dell'eccidio del 1944: "Ennesimo tentativo di riscrivere la Storia"
Un anno fa pubblicò un libro in cui equiparava gli ideali fascisti e quelli partigiani e metteva in discussione i valori della Costituzione. Oggi riecco Lorenzo Alessandrini, ex sindaco di Seravezza in provincia di Lucca dal 1993 al 2001: si candida nuovamente alle elezioni del 3 e 4 ottobre nel paesino versiliese, medaglia d’argento della Resistenza, a una decina di chilometri da Sant’Anna di Stazzema, dove il 12 agosto del 1944 le Ss, guidate dai fascisti del posto, trucidarono 560 civili, perlopiù donne e bambini.
Tanto peggio, tanto meglio. Sant’Anna e dintorni si intitolava il libro – autopubblicato – di Alessandrini, che d’altra parte è laureato in tecnologia delle comunicazioni multimediali e audiovisive con una tesi in sociologia delle comunicazioni. Eppure non è nuovo a certe prese di posizione. Da sindaco della Dc inaugurò per esempio una mostra iconografica su Benito Mussolini a Palazzo Mediceo dal titolo immancabile L’uomo della provvidenza.
Nel suo libro tra le altre cose scrive: “Prima di arrivare alla concessione della medaglia d’oro al Comune di Stazzema e alla Versilia, si è dovuto provvedere a una generale e progressiva ‘sanificazione’ delle impurità presenti nella memoria collettiva sull’apparato resistenziale (che si era distinto per gesti di viltà, più che per eroismo) per poter procedere alla sistemazione e all’affermazione definitiva di quei ‘valori’ che al livello politico nazionale venivano imposti alla popolazione italiana dall’Assemblea Costituente”. E ancora: “Nel Dopoguerra (…) si doveva crescere come cittadini nel culto della lotta per la liberazione e della figura dei partigiani, giovani eroi ardenti d’ideale che si erano votati al sacrificio supremo per il bene della Patria: in pratica valori analoghi a quelli propugnati dalla Decima Mas, visto però allo specchio. Non vi è dubbio però che questa operazione di santificazione della Resistenza, almeno in Versilia si è dimostrata più ardua e laboriosa del previsto, proprio per l’eredità lasciata dalla memoria infame del 12 agosto”. La tesi di Alessandrini – un po’ ritrita e già usata per esempio per via Rasella – è che la strage fu causata dal comportamento “provocatorio e vile” dei partigiani: “La grave colpa dei partigiani versiliesi, nella loro suprema impreparazione tecnica e nella loro evidente immaturità culturale ed umana – si legge nel libro – è stata quella di aver aderito al movimento, per la gran parte, per opportunismo e non per fede, poi di aver creato e/o aggravato le condizioni causali del disastro facendo salire giorno dopo giorno la tensione generale, determinando nell’area di Farnocchia e Sant’Anna condizioni di rischio che negli altri paesi della Versilia non si sono certo create, nonostante i tedeschi della Wehrmacht operassero ormai con una certa brutalità causando problemi un po’ dappertutto. Tutto questo non poteva che far da preludio prima o poi a qualcosa di eclatante”. Una tesi che la storiografia e, nel caso specifico, anche un processo celebrato dal tribunale militare di La Spezia con le relative condanne all’ergastolo di ex Ss, ha da tempo accantonato. Ciononostante tra i candidati di punta della lista civica di Alessandrini compare anche Michele Silicani, ex sindaco di Stazzema ed ex presidente del Parco della Pace.
Non ci sta il sindaco di Stazzema Maurizio Verona. “A Sant’Anna – dice a ilfattoquotidiano.it – ci fu una strage pianificata da nazisti accompagnati da fascisti locali, dove hanno ucciso donne e bambini. C’è sempre questo tentativo di riscrivere la storia per far emergere che anche i partigiani hanno fatto delle cose sbagliate. Io credo invece che la Resistenza sia quel movimento al quale dobbiamo la libertà riconquistata”. Proprio a Sant’Anna, mercoledì 13 ottobre, alle 17.30, nella piazza della Chiesa – dove i corpi furono ammucchiati e dati alle fiamme dalle Ss – si terrà la Giornata Antifascista, con l’intervento, tra gli altri, di Gianfranco Pagliarulo, presidente nazionale Anpi, e della sindaca di Marzabotto Valentina Cuppi.
Per il professor Paolo Pezzino, storico, professore di Storia contemporanea all’università di Pisa e autore di Sant’Anna di Stazzema. Storia di una strage (ed. Il Mulino) “da un punto di vista storico è una tesi del tutto sbagliata, perché si tratta di persone che combattevano per ideali completamente diversi. Il punto è per quale patria si combatteva. Gli uni combattevano per una patria razzista, nazionalista, imperialista e quel che è peggio succube alla Germania. L’idea di patria per cui combattevano i partigiani non era uniforme tra tutti, ma era comunque per un ritorno alla libertà, alla democrazia, ai diritti civili e politici. Idee di patria differenziate, non è giusto metterle sullo stesso piano”. Pezzino, che è anche presidente dell’Istituto Nazionale Ferruccio Parri che raggruppa i 66 istituti storici della Resistenza, non ci sta al revisionismo per cui il fascismo ha fatto anche cose buone. “Tutti i regimi per quanto dittatoriali fanno anche cose buone, nel senso che costruiscono strade e ferrovie e si occupano in qualche modo del welfare dei loro cittadini, perché sennò non possono sopravvivere. Sul carattere dittatoriale del regime fascista non vi può essere alcun dubbio”.
Nella foto: 29 febbraio 2020, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, alla Fabbrica dei Diritti di Sant’Anna di Stazzema, per la cerimonia per il cinquantesimo anniversario del conferimento della medaglia d’oro al valor militare al Comune di Stazzema.
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Ramallah, 27 dic. (Adnkronos) - Un agente dei servizi di sicurezza palestinesi è stato ucciso nella città di Jenin, in Cisgiordania, durante gli scontri tra le forze dell'Autorità Nazionale Palestinese e i terroristi. Lo hanno riferito i media arabi, citando il portavoce delle forze di sicurezza dell'Anp, Anwar Rajab.
Tel Aviv, 27 dic. (Adnkronos) - E' morta la donna che era stata accoltellata nel centro di Israele. Secondo la polizia, l'accoltellamento avvenuto a Herzliya, è stato un attacco terroristico. L'eggressore era stato colpito dalle guardie di sicurezza e arrestato.
Seul, 27 dic. (Adnkronos/Afp) - Il primo soldato nordcoreano catturato dalle forze ucraine, da quando Pyongyang ha schierato le proprie truppe affianco di quelle russe, è morto a causa delle gravi ferite riportate. Lo ha riferito l'agenzia di spionaggio della Corea del Sud, precisando in una nota che "è stato confermato tramite un'agenzia di intelligence alleata che il soldato nordcoreano catturato vivo il 26 dicembre è appena morto a causa del peggioramento delle ferite".
(Adnkronos) - Un cane a sei zampe, volto verso la sinistra di chi guarda, con la testa che guarda all’indietro e una fiamma rossa che esce dalla bocca spalancata. Quello di Eni non è solo uno dei marchi più riconoscibili che esistano, ma è anche il simbolo di un’Italia che negli anni ’50 riuscì a riaccendersi di entusiasmo, ottimismo e voglia di fare dopo gli anni bui della guerra. Il ‘cane a sei zampe’ racchiude una storia di innovazione, intuizione e lungimiranza.
L’Italia era da poco uscita dalla Seconda Guerra Mondiale, era alle prese con la ricostruzione e il boom economico non è ancora cominciato, quando Enrico Mattei, presidente di Eni, comprende che il consumo delle famiglie italiane sta per cambiare e che il modo in cui le aziende sapranno raccontarsi ai consumatori farà la differenza.
Mattei capisce che la motorizzazione dell’Italia è appena agli inizi e che, in quel momento, le benzine prodotte mancano completamente di appeal presso una clientela di automobilisti in via di espansione. Ecco perché, con una visione molto lucida del prossimo futuro, decide di investire nella pubblicità, convinto che sia fondamentale colpire l’immaginazione delle famiglie italiane, rendendo il proprio prodotto riconoscibile e familiare.
Mattei individua nell’italianità il punto di forza della campagna pubblicitaria il prodotto Supercortemaggiore va accompagnato allo slogan “la potente benzina italiana” mentre quello dell’Agipgas con “il gas liquido del sottosuolo italiano”.
Proprio per la consapevolezza dell’importanza della pubblicità Mattei decide di affidare l’ufficio competente non ad un esperto ma a un uomo di fiducia. Si tratta di Alberto Alì, segretario particolare di Marcello Boldrini, presidente dell’Agip, uomo allora di nessuna competenza nel campo della comunicazione ma soggetto affidabile e in grado di realizzare quanto di volta in volta Mattei avrebbe richiesto. Ricorda Alì che Mattei, nel conferirgli l’incarico, gli disse: “la pubblicità presto avrà un grosso sviluppo e io intendo seguirla personalmente e dare personalmente le direttive”.
L’arrivo di Alberto Alì segna dunque uno spartiacque tra una vecchia concezione dell’impiego della pubblicità ed una realmente funzionale alla vendita di un prodotto. Prima di questa data infatti l’ufficio pubblicità, collocato nell’area della direzione commerciale, era composto da un responsabile, Diego Dusmet, e da una segretaria. Il budget era di 300 milioni, sostanzialmente necessari a comprare qualche spazio pubblicitario su alcune riviste di settore e occasionalmente sui settimanali più diffusi. Nel corso dei cinque anni successivi il budget dell’ufficio arriva a 3 miliardi e mezzo ottenendo come risultato quello di aver fatto conoscere il nome di Agip e di Eni ed averlo legato a prodotti di qualità.
Fino a quel momento, prodotti ed azienda non hanno un marchio. La loro riconoscibilità è affidata esclusivamente al nome, nessun segno grafico aiuta il cliente a richiamare alla memoria la benzina italiana. Agli inizi del 1952 Mattei, ben cosciente di dover risolvere questa mancanza, decide di fare un investimento economico importante per l’epoca: un concorso con un montepremi di dieci milioni di lire per i due marchi dei due prodotti di punta (Supercortemaggiore e Agipgas), i relativi cartelloni pubblicitari e la colorazione della colonnina di distribuzione del carburante.
Il bando, pubblicato sulla rivista di architettura e arredamento Domus, chiede ai partecipanti di creare qualcosa che stupisca, i cartelloni pubblicitari dei due prodotti dovranno avere eccezionali valori grafici, essere moderni ed efficaci e rappresentare un emblema che diventi popolare.
La giuria vanta un parterre di grande qualità: oltre a due rappresentanti dell’Agip e al segretario Dante Ferrari, giornalista, compaiono Mario Sironi, pittore e parte attiva del gruppo Novecento; Mino Maccari, incisore che ha animato con i suoi disegni numerosi periodici tra i quali la rivista aziendale Eni ‘Il Gatto Selvatico’; Gio Ponti, architetto e designer cui sarà affidata successivamente la progettazione di alcuni oggetti d’arredo dei MotelAgip; Antonio Baldini, scrittore e presidente in quegli anni della esposizione Quadriennale d’Arte di Roma; e Silvio Negro, giornalista e curatore di numerose mostre fotografiche. Per l’Agip Mattei chiama la moglie di Marcello Boldrini, Renata, esperta d’arte responsabile delle scelte di investimenti in arte di Enrico Mattei e il professor Faleschini.
Tra il maggio e il luglio del 1952 arrivano alla segreteria del concorso oltre 4.000 elaborati.
Il marchio scelto è diventato col tempo una vera e propria icona. Al presidente di Eni il cane disegnato da Luigi Broggini, la sua forma strana e aggressiva, le sei zampe, la colorazione forte, la fiamma rossa piacciono talmente tanto da decidere di utilizzare questa grafica non solo per i cartelloni pubblicitari ma anche per il marchio.
Già alla fine del 1952 infatti, il cane a sei zampe rappresenta “la potente benzina italiana” sulle pagine dei principali quotidiani e su molte riviste di vario contenuto, a tiratura nazionale.
Il cane, per il quale a breve Ettore Scola (allora all’ufficio pubblicità dell’Agipgas) conia il fortunato slogan “cane a sei zampe fedele amico dell’uomo a quattro ruote”, andrà rapidamente a identificare non solo i prodotti ma, più in generale, l’azienda.
E continua a farlo, senza rinunciare alla modernità. Il primo rebranding avvenne nel 1972, ad opera di Bob Noorda della Unimark. Sempre Bob Noorda rimise mano al logo nel 1992, in occasione della trasformazione di Eni in Società per Azioni. Poi ancora nel 2010, quando si decise di abbandonare il marchio Agip, fino ad arrivare al rinnovamento del 2022. Oggi il marchio Eni si presenta in una forma grafica nuova: una composizione rivista che dichiara l’evoluzione dell’approccio all’energia verso servizi e prodotti differenti ma tra loro complementari.
Washington, 27 dic. (Adnkronos) - Un invito a Sandringham per il principe Harry e Meghan Markle avrebbe messo "a disagio" gli altri membri della famiglia reale. Lo ha detto al Mirror la biografa reale Ingrid Seward, secondo cui "re Carlo avrebbe adorato l'opportunità di vedere i suoi nipoti Archie e Lilibet, ma sapeva che invitare Harry e Meghan sarebbe stato imbarazzante per il resto della famiglia. Quindi, non c'è stato un invito ufficiale".
Si pensa che il principe Harry e Meghan Markle si stiano godendo le festività natalizie a Los Angeles con i loro due figli e la mamma di Meghan, Doria Ragland. Invece di una funzione religiosa e un pranzo di Natale tradizionale, il Natale di Harry sarebbe stato completamente diverso da quelli passati. La Seward ritiene inoltre che Meghan abbia personalmente addobbato la loro casa di Montecito per Natale. Ha aggiunto: "Non sarebbe una bella cosa se Meghan, che si pubblicizza come la casalinga americana per eccellenza, assumesse qualcuno per addobbare la sua casa e decorare il suo albero. L'avrà fatto lei stessa e avrà realizzato la casa di pan di zenzero come da tradizione americana".
"Avranno scelto un albero tra le file di pini natalizi in uno dei negozi locali. La loro casa e il giardino saranno addobbati con luci natalizie. I ricchi residenti di Montecito assumono interior designer per decorare le loro case e i loro alberi alla perfezione". Dal suo matrimonio con Meghan Markle nel 2018, Harry ha trascorso, nello stesso anno, solo un Natale a Sandringham. Quest'anno, quello nel Norfolk è stato un Natale movimentato, poiché re Carlo ha riunito 45 membri della sua famiglia per i festeggiamenti nel Norfolk.
Astana, 27 dic. (Adnkronos) - Le prime indicazioni suggeriscono che un sistema antiaereo russo potrebbe aver abbattuto l'aereo passeggeri precipitato in Kazakistan il giorno di Natale. Lo ha detto un funzionario statunitense alla Cnn, mentre le autorità hanno recuperato una seconda scatola nera che potrebbe far luce sulla causa del disastro in cui hanno perso la vita 38 persone.
Washington, 27 dic. (Adnkronos) - Il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha condannato l'escalation tra Israele e Yemen. Gli attacchi aerei israeliani all'aeroporto internazionale di Sana'a, ai porti del Mar Rosso e alle centrali elettriche in Yemen sono particolarmente allarmanti - si legge in una dichiarazione dell'Onu - "Gli attacchi aerei avrebbero causato numerose vittime, tra cui almeno tre morti e decine di feriti".
"Il Segretario generale - prosegue il comunicato - resta profondamente preoccupato per il rischio di un'ulteriore escalation nella regione e ribadisce il suo appello a tutte le parti interessate a cessare tutte le azioni militari e ad esercitare la massima moderazione".