Perché voto Virginia? Perché ci ha creduto, quando era una giovanissima donna… a Roma. Ci ha creduto quando ha deciso di candidarsi a Sindaco di una grande città a 35 anni, quando ha avuto il coraggio di licenziare chi non corrispondeva al patto fatto con i cittadini a cui giustamente tiene moltissimo. Ha dimostrato senso di responsabilità verso l’impegno che aveva preso, condivisibile o meno, senso di responsabilità, di fiducia, di determinazione in una città come Roma in cui siamo tutti pronti a cambiare bandiera al primo alito di tramontana (o scirocco).
Lei invece ha avuto forza d’animo, e forza fisica, perché ha retto 5 anni 24h su 24, per non parlare di questi ultimi 2-3 mesi. Ha retto. Ha retto anche davanti a tutti gli attacchi di giornalisti, intervistatori, avversari, attacchi continui su ogni fronte, particolarmente uno, il solito: una donna così giovane. Incompetente… perché hai visto quanti avvicendamenti… Eh no! Ha dovuto purtroppo sgomitare nella melma per procedere.
Dissi a mio padre, la prima volta che decisi di votarla: “mal che vada farà uscire i topi dalle fogne!”. E lei poi le è andata a pulire quelle fogne, e adesso le ha aggiustate e preparate perché scorra dell’acqua bella pulita limpida. E l’ammiro perché non ha sacrificato soltanto se stessa, e neanche ha sacrificato soltanto il tempo di suo figlio…lei ha sacrificato il tempo con suo figlio! Vuol dire che ha una nobiltà d’animo, quel senso di responsabilità, quella attitudine alla missione.
Non starò ad elencare tutte le cose che ha fatto perché per fortuna ultimamente ne ho sentito parlare tanto, e ne sono molto felice. Mi sarebbe bastato già il fatto che come romana ha dimostrato che ci si può credere; e una giovane donna così vigorosa è la persona giusta per guidare per noi romani – così impantanati nella nostra palude – per farci uscire per una volta, forse la prima, dalla Roma papalina e farci diventare veramente una città che balla.
Ecco, una città che balla. Non ci piace l’idea di correre, è infantile, adolescenziale, Roma non può permettersi tanta naiveté. Roma è pronta a fare da traino culturale e morale. Non perdiamo questa occasione!
E lasciatemi dire una ultimissima cosa. Perché tutto questo l’ha fatto con grazia e gentilezza. Virginia non è una gladiatrice, direi piuttosto che ha quella matrice femminilista della civiltà etrusca che era qui ben prima dei romani. In cui la donna aveva potere di azione, di parola, di pensiero, di soldi, di denaro, di gestione del denaro… poi sono arrivati i romani e poi i cristiani quindi insomma. Ma adesso è arrivata lei. Virginia non è romana, è etrusca. Virginia Tarquinia.