“Se davvero condividi la reale necessità di rafforzare i nostri presidi di legalità perché non tagli, in modo chiaro e risolutivo, i legami del tuo partito emersi dall’inchiesta di Fanpage con saluti romani, inneggiamenti a Hitler, inseguimenti a immigrati, minacce antisemite e sospetti finanziamenti illeciti?”. A scriverlo su facebook, in una lettera aperta, è il presidente del M5s Giuseppe Conte. Destinataria: la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. “Anche oggi – attacca Conte – hai continuato a fare propaganda durante il silenzio elettorale attaccando Virginia Raggi per l’incendio che ieri notte ha devastato il ponte di Ferro”. L’ex premier ricorda che ci sono le indagini che chiariranno le cause del rogo. “Ti pongo però una domanda – prosegue – Non pensi sia strumentale portare gratuiti attacchi in questo particolare momento? Perché non hai speso una parola sui vari incendi che ci sono stati in questi ultimi anni di bus e cassonetti e sui boicottaggi contro l’amministrazione uscente di Roma che ha fatto della lotta contro l’illegalità una priorità assoluta? Se proprio avverti insopprimibile l’ansia di dichiarare, perché piuttosto non condanni in modo fermo le aggressioni e le minacce avvenute nei confronti di nostri candidati a Nardò, ad Afragola, a Piedimonte Matese, a Monteparano?
Da qui il riferimento all’inchiesta sulla cosiddetta “lobby nera”: “In attesa di studiarti i filmati integrali del reportage potresti avvantaggiarti: basterebbe dichiarare che rinunci e ripudi nel modo più assoluto quel 5% di cui ragiona tal Jonghi Lavarini. Questo sì che sarebbe un gesto coerente e coraggioso”.
Il riferimento è al “barone nero” Roberto Jonghi Lavarini, protagonista del video di Fanpage ed esponente dell’estrema destra milanese che proprio ieri, dopo qualche tentativo imbarazzato di Fratelli d’Italia di scrollarsi di dosso una figura ingombrante, aveva risposto con lunghe dichiarazioni – accompagnate da foto di lui con Meloni e Salvini – la cui sintesi era: “Ora nessuno provi a fare finta di non conoscermi”. E aveva parlato appunto di questo “5% di voti della destra radicale’ che fa gola a tutti”.
Oggi Meloni era tornata a rompere il silenzio elettorale con un video diffuso sui social mantenendo la linea della difesa del partito e anzi quella del contrattacco nei confronti della stampa: “Non c’è niente di cui mi devo vergognare. Quello che penso è che, per quanto si possa fingere di non vederlo, era tutto studiato, scientificamente, a tavolino“.