L'ultima inchiesta giornalistica internazionale, coordinata dall’International Consortium of Investigative Journalists, si basa su 11,9 milioni di file riservati sui quali per due anni hanno lavorato più di 600 giornalisti di 150 testate (anche l'Espresso). I documenti segreti, che saranno pubblicati in Italia a partire dalla prossima settimana, svelano i rapporti offshore del re di Giordania, dei presidenti di Ucraina, Kenya ed Ecuador, del primo ministro della Repubblica Ceca, dell'ex primo ministro britannico e del ministro dell'Economia dell'Olanda, Wopke Hoekstra, noto rigorista
Più di 330 politici di 91 nazioni diverse, compresi 35 capi di stato e di governo, capi dei servizi, generali, manager pubblici. Ma anche personaggi dello spettacolo, cantanti, sportivi e top model. E persino un boss della camorra. Migliaia di nomi legati tra loro da un unico comune denominatore: sono tutti clienti di 14 studi internazionali che producono società offshore: hanno sede in Stati dove non esistono tasse e dove i titolari possono rimanere anonimi. È destinata a fare rumore l’ultima inchiesta giornalistica internazionale, coordinata dall’International Consortium of Investigative Journalists (Icij). Si chiama Pandora papers, perché – come spiega l’Icij – è destinata a scoperchiare un vero e proprio vaso di Pandora. Ed è un’inchiesta molto più estesa dei Panama papers, l’indagine che nel 2016 ha svelato al mondo gli archivi dello studio legale Mossack Fonseca. “I Pandora Papers fanno luce su uno spaccato molto più ampio degli avvocati e degli intermediari che sono al centro dell’industria offshore, forniscono più del doppio delle informazioni sulla proprietà delle società offshore. In tutto, la nuova fuga di documenti rivela i veri proprietari di oltre 29.000 società offshore. I proprietari provengono da più di 200 paesi, soprattutto Russia, Regno Unito, Argentina e Cina”, si legge sul sito dell’Icij. In pratica si tratta di 11,9 milioni di file riservati sui quali per due anni hanno lavorato più di 600 giornalisti di 150 testate giornalistiche di Paesi diversi, tra i quali The Washington Post, Bbc, The Guardian, Radio France, Le Monde, El Pais e il settimanale italiano l’Espresso.
Gli analisti del consorzio giornalistico “hanno identificato 956 società in paradisi offshore legate a 336 politici e funzionari pubblici di alto livello, inclusi leader di paesi, ministri di gabinetto, ambasciatori e altri. Più di due terzi di queste società sono state costituite nelle Isole Vergini britanniche, una giurisdizione nota da tempo come un ingranaggio chiave nel sistema offshore”. I documenti segreti, che saranno pubblicati in Italia a partire dalla prossima settimana, svelano i rapporti offshore del re di Giordania, dei presidenti di Ucraina, Kenya ed Ecuador, del primo ministro della Repubblica Ceca e dell’ex primo ministro britannico Tony Blair. I file descrivono anche le attività finanziarie di quello che viene definito come il “ministro della propaganda non ufficiale” di Vladimir Putin e di più di 130 miliardari provenienti da Russia, Stati Uniti, Turchia. Sul sito dell’International Consortium of Investigative Journalists si spiega che tra i documenti si cela la proprietà di “un castello da 22 milioni di dollari in Costa Azzurra – con un cinema e due piscine – acquistato attraverso società offshore dal primo ministro della Repubblica Ceca, Andrej Babis, che in campagna elettorale si è scagliato contro la corruzione delle élite economiche e politiche”. E poi “tre ville sulla spiaggia di Malibu acquistate tramite tre società offshore per 68 milioni di dollari dal re di Giordania“. Il consorzio sottolinea che “almeno 11,3 trilioni di dollari sono detenuti offshore, secondo uno studio del 2020 dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. A causa della complessità e della segretezza del sistema offshore, non è possibile sapere quanto di quella ricchezza sia legata all’evasione fiscale“.
Il sito del’Icij spiega anche che “nel 2017, Blair e sua moglie, Cherie, sono diventati proprietari di un edificio vittoriano da 8,8 milioni di dollari acquisendo la società delle Isole Vergini britanniche che ne deteneva la proprietà. L’edificio londinese ora ospita lo studio legale di Cherie Blair. I registri indicano che Cherie Blair e suo marito, che ha prestato servizio come diplomatico in Medio Oriente dopo essersi dimesso da premier nel 2007, hanno acquistato la società offshore che possedeva l’edificio dalla famiglia del ministro dell’Industria e del turismo del Bahrain, Zayed bin Rashid al-Zayani. Acquistando le azioni della società, i Blair hanno beneficiato di un accordo legale che li ha salvati dal dover pagare più di 400.000 dollari di tasse sulla proprietà”. La moglie di Blair ha sostenuto che “suo marito non era coinvolto nella transazione e che il suo scopo era riportare la società e l’edificio nel regime fiscale e normativo del Regno Unito”.
I giornalisti Paolo Biondani, Vittorio Malagutti e Leo Sisti sull’Espresso spiegano che nei Pandora papers c’è anche il nome del ministro dell’Economia dell’Olanda, Wopke Hoekstra, noto per le sue posizioni contro l’Italia in nome del rigore finanziario europeo. Secondo i documenti top segret Hoekstra “nel 2009 è entrato in una offshore controllata da una cordata di ex manager di un colosso bancario di Amsterdam, Abn-Amro. Ed è così diventato uno degli azionisti anonimi di una nota compagnia di safari in Africa. È rimasto nella offshore anche dopo l’elezione a senatore. E non ha mai dichiarato il suo investimento estero”. In Ucraina l’ex comico divenuto presidente, Volodymyr Zelens’kyj , è stato per anni il proprietario segreto di una società offshore legata un’azienda di produzione tv. Prima dell’elezione ha ceduto le sue azioni a Sergiy Shefir, poi nominato consigliere della presidenza ucraina.
Tra i nomi inclusi nei Pandora papers anche quello di Raffaele Amato, già a capo del clan camorristico degli “scissionisti“, arrestato nel 2009 in Spagna e poi estradato in Italia, dove sta scontando una condanna a vent’anni. Secondo il consorzio giornalistico Amato ha usato una compagnia di fiduciari con base a Montecarlo per schermare la proprietà di una società inglese, che ha comprato terreni e immobili in Spagna. Alle domande dei giornalisti i suoi fiduciari non hanno risposto. C’è poi Delfo Zorzi, l’ex estremista di destra, assolto in via definitiva per la strage di piazza Fontana dopo una condanna in primo grado. Con il suo nome giapponese, Hagen Roi, figura tra i clienti della Fidinam, società fiduciara svizzera. Nel lunghissimo elenco, l’Espresso ha trovato anche le società estere finite al centro delle indagini del fisco spagnolo su Carlo Ancelotti, l’allenatore del Real Madrid, che non ha risposto alle domande dei giornalisti. Ma non solo. Perché secondo le anticipazioni tra i nomi coinvolti dai Pandora papers ci sono anche star mondiali come Shakira, Elton John, Julio Iglesias e la supermodella Claudia Schiffer, registrata con il cognome della madre.