In scadenza ci sono le cariche da direttore di Tg1, Tg2, Tgr e Raisport. Secondo alcune voci il nuovo amministratore delegato vuole aspettare l'elezione del capo dello Stato (febbraio 2022), altri invece sostengono che procederà con il ricambio dei vertici. Intanto ha avviato colloqui con gli interessati per capire le loro intenzioni
Le vecchie volpi del corpaccione Rai sono tutte in movimento. Siamo in odore di nomine e ai piani alti di Viale Mazzini i soliti noti del generone televisivo guidano l’assalto alla diligenza. Verrà confermato tizio? Verrà sostituito caio? A chi andrà quella poltrona? Oddio, non è che Fuortes pescherà da fuori? In scadenza, a ottobre, ci sono le cariche da direttore di Tg1, Tg2, Tgr e Raisport. Poi, via via, tutte le altre. Qualcuno dice che il nuovo a.d. Carlo Fuortes vorrebbe rinviare tutto a dopo la nomina del capo dello Stato (febbraio 2022), altri invece sostengono che procederà spedito, senza preoccuparsi troppo della situazione politica. “Vuol far tutto nei primi cento giorni”, sono le voci di corridoio. Il fatto che le prime nomine (sette uomini) siano stati tutti interni ha fatto tirare un sospiro di sollievo al “partito Rai”. Sui nomi, però, potrebbero esserci sorprese, com’è stata, per tutti, la scelta a capo della comunicazione di Pierluigi Colantoni. Che però, insieme al capo ufficio stampa Stefano Marroni, ha avuto subito la brillante idea di abolire o ridurre al minimo le conferenze stampa. “Bisogna comunicare il prodotto in modo diverso, ogni volta in maniera differente”, ha spiegato. Tanto da provocare la reazione di Milly Carlucci, che ha dovuto puntare i piedi per riavere la conferenza stampa di presentazione di Ballando con le stelle.
Tornando alle nomine, ognuno ha le sue carte da giocare e si muove in modo diverso: chi ha più chance resta coperto, in silenzio, interloquendo solo con pochissime persone fidate. Chi ne ha meno, invece, è più ciarliero, interessato a far circolare il proprio nome. Il bersaglio grosso è come sempre il Tg1, ovvero la direzione del telegiornale più seguito. Qui Giuseppe Carboni (quota M5S), nonostante i buoni risultati, è in procinto di fare le valigie. La sua poltrona è ambitissima. Per averla scalpita molto Monica Maggioni che, se da una parte vanta notevoli agganci con l’attuale governo (per esempio, il sottosegretario alla presidenza Roberto Garofoli) e col vertice piddino, dall’altra sconta lo striminzito risultato del suo ultimo programma, Sette Storie. “In Rai ci sono due schieramenti: chi la odia e chi la teme”, racconta una fonte a proposito dell’ex presidente. Sua competitor è Simona Sala, direttrice del giornale radio, molto apprezzata in azienda. Ma aspirerebbero anche due attuali vice: Natalia Augias e Costanza Crescimbeni. “Comunque vada, sarà una donna. Dopo aver promosso sette uomini, Fuortes ora vuole riequilibrare”, assicurano da Viale Mazzini. Nel totonomine poi non poteva mancare Mario Orfeo che, dopo aver diretto il Tg1 e aver sostituito Campo Dall’Orto al timone dell’azienda, dalla sua poltrona di direttore del Tg3 è in agitazione. Dal telegiornale, infatti, vorrebbe spostarsi alla rete, Raitre, oppure approdare a Raiuno, cui però punta anche Marcello Ciannamea. Qui la poltrona di Stefano Coletta è traballante, alla luce anche di alcuni insuccessi, come la trasmissione Da Grande di Alessandro Cattelan. E pure la poltrona di Franco Di Mare a Raitre non è solida. Anzi, l’esser stato scavalcato da Fuortes sul ritorno di Mauro Corona a Cartabianca non l’ha reso felice. Così come la marcia indietro di “mamma Rai” sulla querela a Fedez. Al Tg2, invece, sembra salda la posizione di Gennaro Sangiuliano, dove l’abile direttore in questi anni è stato bravo a barcamenarsi tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni, un po’ con l’uno e un po’ con l’altra. E con Fdi quasi unico partito all’opposizione, la sua posizione è solida. C’è invece da decidere il nuovo direttore di Raidue, dopo il trasloco di Ludovico Di Meo a San Marino: in lizza due pezzi grossi della destra in Rai, Angelo Mellone e, con qualche chance in meno, Paolo Corsini.
Ma pure altri volti noti spingono. Antonio Di Bella, per esempio, da New York aspira anch’egli al Tg1 oppure alla direzione approfondimenti. E a Giovanna Botteri, eterna corrispondente, non dispiacerebbe una bella direzione, magari al Tg3. Per la Tgr, invece, in pole position c’è Roberto Pacchetti, attuale vicedirettore, sempre in quota Lega. Mentre a Raisport, al posto di Auro Bulbarelli, Fuortes vuole promuovere Alessandra De Stefano, conduttrice de Il circolo degli anelli, programma di gran successo sulle Olimpiadi. Roberto Sergio, ora alla Radio, ambisce invece alla carica di direttore generale. Andrea Vianello e Giuseppina Paterniti per ora sembrano stabili a Rainews e alla direzione offerta informativa, ma se al primo offrissero Raisport, non disdegnerebbe. Insomma, tra Viale Mazzini e Saxa Rubra sono giorni bollenti. Fuortes ha voluto vedere un po’ tutti, per ascoltare i loro “desiderata”. C’è anche chi non è stato ancora ricevuto, e magari millanta colloqui mai avvenuti. Mentre, chi punta tutto su una certa poltrona, fa sapere in giro di ambire a tutt’altro, così da sviare i competitor. C’è chi mostra (finta) indifferenza – “faccio quel che devo, succeda quel che può” – e chi ha le palpitazioni. Insomma, sono i giorni in cui ognuno muove le sue pedine e gioca le sue fiches. Con una grande incognita sulla testa: se davvero Fuortes vuol proseguire il piano industriale di Fabrizio Salini e andare avanti con le direzioni di genere, allora diventare direttore di rete rischia di essere inutile, una scatola vuota. Per questo molti, prudentemente, si sono messi in modalità “wait and see”.