Cultura

Restauro “in diretta” per la “Deposizione” di Rosso Fiorentino: il lavoro-show sotto gli occhi dei visitatori a Volterra. E si attendono sorprese

L'opera, amata da Gabriele d’Annunzio e da Pier Paolo Pasolini, compie 500 anni ed è pronta per una "nuova vita": fondamentale sarà la fase della diagnostica preliminare che permetterà di capire "come e dove intervenire" e di studiare l'opera che potrebbe riservare, secondo il restauratore Daniele Rossi, "delle sorprese"

di Marco Ferri

All’inizio dell’estate appena trascorsa due artisti contemporanei, Ugo Riva ed Elena Mutinelli, l’hanno perfino omaggiata con una mostra a lei dedicata. Compie cinquecento anni la Deposizione dalla croce di Giovan Battista di Jacopo di Gasparre, detto il Rosso Fiorentino, amata da Gabriele d’Annunzio e da Pier Paolo Pasolini. La grande tavola dipinta, vera superstar della Pinacoteca civica di Volterra (PI), a Palazzo Minucci Solaini, segna uno dei picchi assoluti della pittura occidentale, presente in tutti i manuali di storia dell’arte e capace “ancora oggi, dopo cinque secoli, di influenzare pittori e scultori” come ha ricordato di recente Alessandro Furiesi, Direttore della Pinacoteca volterrana.

Ma, come per tutte le opere d’arte, anche per il capolavoro manierista di “Rubeus” – così si firmava l’artista – è venuto il momento di un restauro completo, ovvero sia del manto pittorico, sia del supporto ligneo (cinque tavole di pioppo), che si protrarrà per almeno un anno e avverrà sotto gli occhi dei visitatori, cioè in un cantiere visibile tramite una vetrata. I visitatori ogni giorno potranno osservare in diretta le varie operazioni di restauro, mentre un video-diario, proiettato su uno schermo posto all’esterno della sala, racconterà la storia dell’opera e illustrerà le varie fasi di lavorazione eseguite dal restauratore Daniele Rossi e dai suoi collaboratori.

Rossi è un esperto di pittura manierista poiché nel 2017, grazie al finanziamento della Fondazione Friends of Florence, intervenne su un’altra Deposizione famosissima, quella di Pontormo, che si può ammirare nella Chiesa di Santa Felicita, a due passi dal Ponte Vecchio di Firenze. E adesso, sempre in seguito all’interessamento della stessa Fondazione, è iniziato il conto alla rovescia per il restauro della Deposizione di Rosso Fiorentino

“Per Friends of Florence la Deposizione di Rosso Fiorentino è sempre stata un’opera di grande interesse, sia per la sua importanza storica e artistica, sia per il suo fascino – afferma Simonetta Brandolini d’Adda, Presidente di Friends of Florence -. La grande tavola sembra quasi un dipinto contemporaneo: l’artista ha saputo creare, attraverso le forme e i colori, un’opera per noi veramente unica. Il dipinto è uno dei fulcri di Volterra, conservato nella Pinacoteca Civica, proprio lì sarà restaurato, all’interno di un cantiere visibile al pubblico. Eseguirà l’intervento Daniele Rossi, il restauratore che ha già lavorato con Friends of Florence al restauro della Deposizione del Pontormo nella Cappella Capponi di Santa Felicita a Firenze e che ora potrà dedicare la sua esperienza anche all’opera di Rosso Fiorentino a Volterra. Il progetto inoltre è sostenuto dai medesimi donatori che hanno reso possibile il restauro del Pontormo in Santa Felicita. Come Friends of Florence siamo molto felici del progetto e non vediamo l’ora che il restauro entri nel pieno del suo sviluppo proprio per contribuire a conservare e a proteggere quest’opera così importante e al contempo così bisognosa”.

L’intervento di restauro si svolgerà in due fasi ben distinte: la prima sarà dedicata alla diagnostica preliminare, che in questi ultimi decenni offre strumenti e metodiche d’azione capaci di condurre a risultati eccezionali. “Gli ultimi restauri del capolavoro – afferma Daniele Rossi – risalgono agli anni ’80 e agli anni ’70 del Novecento. Ed è proprio a questi interventi che oggi si devono le principali criticità della pittura di Rosso. In fase di preparazione abbiamo riscontrato micro cadute di colore, cui vanno aggiunti l’invecchiamento e le alterazioni delle vernici. Tutte questa situazione andrà studiata bene per capire come e dove intervenire e comunque questa fase diagnostica, che potrebbe concludersi prima delle feste natalizie, mi auguro ci permetta di scoprire la tecnica e i materiali usati, eventuali pentimenti, etc.. Attraverso la diagnostica, tenterò di mettere in evidenza ciò che caratterizza la pittura di Rosso Fiorentino”.

Come più volte si sente ripetere, ogni restauro è un’ottima occasione di studio e di conoscenza: anche l’intervento su questa tavola dipinta non sfugge alla regola e presto potrebbero esserci delle sorprese sull’arte di Rosso Fiorentino. Ma il restauratore Rossi potrebbe andare oltre, poiché potrà mettere a confronto la pittura di due maestri del Cinquecento: Rosso Fiorentino e Pontormo: “Mi aspetto molto dal confronto tra questi due pittori – dice – coetanei, che hanno iniziato insieme, ma che poi hanno preso strade diverse; attendo di trovarmi di fronte a delle sorprese soprattutto per ciò che riguarda gli aspetti tecnici e i particolari”.

La stessa preventiva fase diagnostica riguarderà il supporto ligneo – cioè le cinque tavole di pioppo, su cui è dipinta la tavola, ma che sono tenute insieme da traverse di alluminio – cui farà seguito il restauro che vedrà protagonista l’esperto Roberto Buda. “L’indagine diagnostica – dice – ci aiuterà a capire meglio l’opera che ha già subito dei precedenti interventi anche al supporto ligneo. Le traverse metalliche che tengono insieme le tavole di pioppo sono troppo rigide, così come dei tasselli di altro materiale ligneo hanno creato problemi. Dopo la fase d’indagine, interverrò per dotare l’opera di un nuovo sistema di controllo, con traverse di legno con controlli di tipo elastico. Il tutto dovrebbe concludersi nel giro di due mesi. Inoltre – conclude Buda – sottoporremo la tavola a un trattamento di disinfestazione anossica per evitare possibili problemi di parassiti”.

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