L’Italia è il Paese che sceglie come patrono un uomo che si spoglia di ogni ricchezza e passa la vita ad aiutare gli altri, lo sceglie come simbolo ufficiale di carità e fratellanza. Curioso che poi chi prova effettivamente a vivere secondo gli stessi valori subisca una condanna a 13 anni e 2 mesi di carcere.

Ma per il resto del mondo, il nostro è un Paese profondamente cattolico, che non smette mai di ricordarci quanto siano importanti i valori cristiani. I nostri politici sventolano santini ai comizi e si affidano al cuore di Maria, condannano senza sconti chi tenta di screditare il concetto di famiglia tradizionale, chiudono porti e cercano di difendersi dalle minoranze “eretiche”, dagli stranieri che rubano il lavoro agli italiani devoti, dalla lobby gay che cerca di plagiare i nostri figli con idee malsane di tolleranza e inclusione.

Si narra che nel 1205 Dio parlò a Francesco e gli disse “Va’ e ripara la mia chiesa, che come vedi è tutta in rovina”. Francesco tentò non solo di riparare la chiesa, sia materialmente che spiritualmente, ma dedicò la sua vita a riparare la società. Invano. Sono passati più di 800 anni, ed è evidente che la sua dedizione non è bastata. Gli ideali di fratellanza e carità sono rimasti, appunto, solo ideali. Belle parole da urlare ad un comizio, frasi commoventi da scrivere in bacheca, slogan elettorali da esporre sui manifesti delle città.

È da qualche giorno che mi chiedo cosa avrebbe pensato Francesco di Mimmo Lucano, del suo impegno e della sua dedizione. Lo avrebbe sicuramente visto come uno squarcio di luce in questo buio pesto che ci avvolge, una speranza per il genere umano che sembra sempre più diretto verso il baratro. Credo però che lo avrebbe avvisato di armarsi di pazienza, perché paradossalmente la vita è molto più dura per chi cerca di far del bene. “Sai Mimmo, è il mondo alla rovescia che fatica a rimettersi a posto”. Immagino però la sua felicità nel vedere così tanto bene tutto insieme, nel vedere tutte quelle facce che tornano a sorridere, tutti quei bambini giocano e progettano il loro futuro. “Pagherai per questo Mimmo, te lo assicuro. Ma tu continua a crederci, sii forte. Il bene che hai fatto non verrà mai dimenticato”.

E così è, caro Mimmo. Il bene che hai fatto non si può dimenticare. Grazie.

Sin dai tempi di Francesco, in questo mondo alla rovescia, chi fa del bene è considerato strano, uno che ha secondi fini, uno che vuole approfittare della situazione, un matto. Non è previsto che sia semplicemente interessato al bene comune, non è normale, non è umano. È roba da santi. E non a caso, l’Italia è il Paese dei santi: gli uomini che mettono in pratica i valori cristiani possono essere pericolosi, scomodi, fastidiosi. I santi sono innocui, la morte li ha resi tali. Non possono più essere scomodi, non fanno più paura. Ciò che rimane è solo qualche ideale sparso, una frase scritta distrattamente sui social, in occasione del 4 ottobre. Poi il nulla.

Forza Mimmo!

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