Dall’obiettivo sbandierato in campagna elettorale di arrivare al ballottaggio contro il candidato di centrosinistra Roberto Gualtieri, all’unica consolazione di aver raccolto un risultato che apre la strada per “un’area di riformismo pragmatica” che ha avuto “un’affermazione significativa, senza precedenti come lista civica a Roma”. I risultati dello spoglio in corso sulle elezioni amministrative per il prossimo sindaco di Roma hanno già tagliato fuori Carlo Calenda e la sua candidatura fuori dal secondo turno, con la partita per il Campidoglio che sarà tra il candidato di centrodestra Enrico Michetti e lo stesso ex ministro dell’Economia Gualtieri.
Non faremo alleanze o apparentamenti. Su un’eventuale indicazione di voto, in modo personale e senza contropartita, decideremo nei prossimi giorni. Per noi la coerenza è il principio fondamentale, io posso avere delle inclinazioni personali e pensare che qualcuno sia migliore di qualcun altro, ma su questo faremo una riflessione con le persone che hanno partecipato a questa iniziativa”, ha poi tagliato corto lo stesso candidato nel corso della conferenza stampa al suo comitato elettorale, di fronte alla domanda su chi appoggerebbe al ballottaggio. “Lasciamo liberi gli elettori, poi certo non dico che tutti sono sullo stesso piano“; ha aggiunto invece l’ex senatore Pd, ora in Azione, Matteo Richetti. Per poi aggiungere: “Da noi rischio di fare un regalo alla destra? Mi pare si faccia già gli sgambetti da sola…”. Da Calenda, invece, non è mancata una frecciata rivolta al Pd: “Diceva o con noi o con la destra? Non lo decide Letta. La presunzione del Partito democratico di decidere loro chi sta dove, è una presunzione sbagliata”, ha rivendicato. Parole alle quali è poi seguito un tentativo di ricucire le parti da parte dello stesso segretario dem: “Le nostre strade devono convergere, farò con Calenda un ragionamento sul futuro”.
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Comunali Roma, Raggi: “Sono l’unica che sta tenendo testa alle corazzate del centrodestra e del centrosinistra”

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