Oggi intendo parlarvi di uno degli esperimenti più suggestivi della scena musicale contemporanea italiana. Il 3 ottobre è uscito in tutto il mondo Invocation, un disco registrato durante un concerto dal vivo sulle rive del Tevere al cospetto di Castel S.Angelo, a Roma, durante il Cibaldone Music Festival 2021.

Ma, più che del disco in questione, desidero farvi conoscere la formazione che lo ha creato e inciso nello stesso momento: l’Esencial3io=. Un trio composto da tre artisti per il quale non è enfasi utilizzare l’abusata espressione “eccellenze italiane”: Giovanni Imparato, percussionista dalla carriera eccezionale (ha collaborato con nomi del calibro di Ray Charles, Lucio Dalla, Renato Carosone, Eugenio Bennato), ma il cui aspetto più interessante risiede in una profondissima conoscenza della cultura iniziatica yoruba, elemento che ispira e pervade tutte le sue interpretazioni; Marco Cappelli, chitarrista dalla notevole versatilità, capace di attraversare con elegante disinvoltura diversi generi, apprezzatissimo nella scena newyorchese, stimato collaboratore di colossi come Enrico Rava e John Zorn; e infine Louis Siciliano, un vulcano vivente di progetti continui, dotto polistrumentista che in questo progetto suona tastiere e sintetizzatori, già Nastro D’Argento nel 2005 per la migliore colonna sonora (per La Febbre di Alessandro D’Alatri), fresco di candidatura ai Grammy Awards (di cui in passato è stato tra i pochissimi europei inseriti nella giuria).

Si tratta di tre musicisti straordinari, dalle carriere prestigiose e le personalità autoriali molto connotate e distinte. Il jazz è la koinè musicale in cui si incontrano le loro influenze diversissime, esperienze distanti stilisticamente ma che trovano inattese armonie in un flusso musicale, meditativo, di connessione spontanea. Non a caso il gruppo ama definire l’incontro delle tre personalità come “musica del qui e ora”.

Sì, perché tutte le composizioni dell’Esencial3io= sono improvvisate. Ma, attenzione, non si tratta di una semplice jam session, tradizionale pratica jazzistica: i tre non si limitano al mero svisare su scale concordate, o ad apporre variazioni su standard collaudati. Come si insegna in ogni grande scuola d’arte, improvvisazione è il contrario di sciatteria: è la forma di espressione artistica che richiede più rigore, più competenza, più controllo tecnico. Solo chi possiede la più alta disciplina e la più vasta conoscenza può liberamente seguire un’ispirazione improvvisa senza cadere rovinosamente nella cacofonia, ma al contrario danzando acrobaticamente in un difficile quanto spettacolare equilibrio sonoro.

Oltre all’aspetto tecnico, il progetto è interessante per lo spirito (in tutti i sensi). Parliamo di una vera e propria “invocazione” (come da titolo) collettiva, una sincronica preghiera musicale a cui l’ascoltatore deve abbandonarsi, come in un’estasi sonora, per poter essere vissuta nel suo significato più profondo. Due sono, infatti, gli elementi che uniscono questi tre musicisti: le comuni radici partenopee e una concezione che potremmo definire sciamanica dell’espressione artistica. Musica come alchimia dei contrari.

Al di là delle sorprendenti convergenze musicali tra Africa e Mediterraneo, Medio Oriente e Sudamerica, che sono il fondamento concettuale della World Music (il gruppo in questo caso parla di Electronic Global Music), è particolarmente fecondo l’incontro tra la solennità ieratica delle invocazioni yoruba e l’esplosione emotiva del canto popolare napoletano.

Per questo, nel flusso dionisiaco di questa invocazione, non è straniante ascoltare antiche formule mantriche yoruba che si fondono con versi di tammuriata nera. Ma non storcete il naso, non c’è nessuna forzatura: la maestria è proprio nel condurre, spontaneamente, il percorso musicale attraverso il gioco imprevedibile dell’improvvisazione.

Nel momento di grazia dell’intesa intuitiva fra i tre artisti convergono senza stridore innumerevoli spunti e suggestioni che appartengono a differenti mondi e tradizioni ma che si fondono armoniosamente in una nuova forma. Esencial3io= sta per iniziare un lungo tour negli Stati Uniti, sulla scia dell’uscita di Invocation, disponibile dal 3 ottobre su Spotify e tutte le piattaforme streaming digitali. Credo che sia l’ennesimo caso di musicisti italiani apprezzati all’estero che, a mio giudizio, non hanno l’adeguata visibilità in Italia. Spero che questo mio contributo sia solo l’inizio di una più consapevole attenzione da parte della critica italiana.

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