Nel nord del Kosovo ha preso il via poche ore fa la seconda fase dell’accordo sulle targhe raggiunto il 30 settembre scorso fra Belgrado e Pristina con la mediazione dell’Unione Europea. I due valichi di confine di Jarinije e Brnjak, da sabato sotto il controllo dei militari della Kfor, la Forza Nato in Kosovo, sono stati riaperti al traffico dalle ore 8 e sono ora di nuovo operativi. Gli automobilisti in entrata ricevono adesivi da apporre alle targhe, che non verranno più sostituite (come era stato richiesto all’inizio dalle autorità kosovare).
Le macchine serbe in arrivo in Kosovo dovranno applicare bollini con simboli kosovari, mentre le macchine kosovare in arrivo in Serbia dovranno applicare bollini serbi. Un regime provvisorio che resterà in vigore fino a quando uno speciale gruppo di lavoro formato da rappresentanti serbi, kosovari e della Ue non avrà messo a punto una nuova normativa definitiva sull’uso delle targhe automobilistiche di Serbia e Kosovo. Si prevede che ciò potrà avvenire entro sei mesi, e una prima riunione di questo gruppo di lavoro è prevista per il 21 ottobre prossimo a Bruxelles.
Sabato scorso (30 settembre) in base all’accordo raggiunto dalle parti, i manifestanti serbi aveva tolto barricate e blocchi stradali, e le unità della polizia speciale kosovara si erano contemporaneamente ritirate da Jarinje e Brnjak, con i due valichi posti sotto il controllo della Kfor. A vigilare sull’applicazione dell’intesa saranno Kfor e Eulex, la missione civile europea in Kosovo. “La situazione è stabile, e dal 4 ottobre sarà in vigore il sistema dei bollini adesivi (sulle targhe) da entrambe le parti”, ha detto Lars-Gunnar Wigemark, responsabile Eulex. La crisi e la pericolosa situazione di tensione andava avanti dal 20 settembre, quando la popolazione serba nel nord del Kosovo era scesa in strada per protestare contro l’obbligo del cambio di targa imposto da Pristina per i veicoli serbi in circolazione in Kosovo. Nella regione erano arrivati centinaia di agenti della polizia speciale kosovara (Rosu), armati e appoggiati da mezzi blindati, che avevano fronteggiato per 13 giorni i dimostranti. Il comandante della Forza Nato in Kosovo (Kfor), il generale italiano Franco Federici, ha visitato nel nord del Paese i reparti Kfor a Jarinje e Brnjak, “”Nelle prossime due settimane Kfor attuerà una presenza temporanea in questa regione, a sostegno dell’attuazione del recente accordo tra Belgrado e Pristina per allentare la tensione e aprire la strada al futuro del nord del Kosovo”, ha fatto sapere.