Senza sinistra radicale né Cinque Stelle, a Palazzo Marino ci saranno solo esponenti di centrosinistra e centrodestra. Con una maggioranza larga per Beppe Sala, che potrà contare su 31 consiglieri su 48: venti saranno del Pd, 5 della lista personale del sindaco. Europa Verde conquista tre seggi. Cambia la geografia dell'opposizione: Fratelli d'Italia da zero a 5 seggi, la Lega da 4 a 6 e Forza Italia cala da 8 a tre
L’ex assessore recordman di preferenze, il Pd che porta in Consiglio due 25enni, tre rappresentanti di Europa Verde, tanti componenti della giunta uscente eletti, la sinistra e il M5s scomparsi dai banchi. E con Gianluigi Paragone fermo al 2,99 per cento, una manciata di voti in meno di quanti sarebbero stati necessari per conquistare almeno un seggio, il nuovo Consiglio comunale di Milano torna indietro nel tempo: senza sinistra radicale né Cinque Stelle, a Palazzo Marino ci saranno solo esponenti di centrosinistra e centrodestra. Con una maggioranza larga per Beppe Sala, che potrà contare su 31 consiglieri su 48. Numeri che, insieme ai 9 Municipi su nove conquistati, certificato la limpida vittoria del sindaco rieletto al primo turno, come in città non accadeva dal 2006.
Il 33,8 per cento delle preferenze conquistato dal Partito Democratico, circa il 5% in più di cinque anni fa, garantisce 20 seggi (due in meno) e porta in Consiglio innanzitutto Pierfrancesco Maran, assessore uscente all’Urbanistica, votato da 9.166 milanesi, oltre il doppio della seconda più votata in assoluto, la vicesindaca uscente Anna Scavuzzo, sempre tra i dem, con 4.563 voti. Torna a Palazzo Marino anche Lamberto Bertolè, ex presidente del Consiglio comunale, e i dem danno il benvenuto a due 25enni. Si tratta di Gaia Romani e Federico Bottelli, rispettivamente capaci di garantirsi 2.201 e 1676 preferenze. Dentro anche l’assessore uscente alla Mobilità Marco Granelli, Diana De Marchi, Michele Albiani, Roberta Osculati, Filippo Barberis, Angelica Vasile, Arianna Censi, Beatrice Uguccioni, Luca Costamagna, Bruno Ceccarelli, Carmine Piacente, Alessandro Giungi e Valerio Pedroni.
L’ottimo risultato di lista garantisce alla civica di Beppe Sala di portare 5 ‘fedelissimi’ in Consiglio: si tratta di Emmanuel Conte, della 28enne Martina Riva, ex consigliera nel Municipio 7 e candidata da +Europa alle ultime Europee, nonché l’ex assessore alle Politiche abitative Gabriele Rabaiotti. Ce la fanno anche Marco Mazzei, giornalista freelance impegnato da anni nel promuovere la mobilità sostenibile, e Mauro Orso. Con oltre il 5% delle preferenze si garantisce 3 consiglieri Europa Verde: si tratta dell’ex dem Carlo Monguzzi, di Elena Grandi, ex assessora e blogger de Ilfattoquotidiano.it, e Francesca Cucchiara. Il listone dei Riformisti per Sala (Italia Viva, Azione, +Europa) porta a Palazzo Marino la deputata di Italia Viva Lisa Noja e Giulia Pastorella di Azione. Per l’ex ciclista Gianni Bugno appena 135 voti, mentre il direttore di orchestra Alberto Veronesi, figlio del noto oncologo Umberto, ne ha ottenuti 401. Un consigliere anche per Milano in Salute: è Marco Fumagalli con 1000 voti personali.
Cambia la geografia dell’opposizione con Fratelli d’Italia che passa da zero a 5 consiglieri, mentre Forza Italia cala da 8 a tre. Incrementa la propria truppa anche la Lega, con due rappresentanti in più. Per il partito di Giorgia Meloni entrano a Palazzo Marino il capolista Vittorio Feltri, Riccardo Truppo e i due ‘protagonisti’ dell’inchiesta di Fanpage sulla ‘Milano nera’ Chiara Valcepina e Francesco Rocca. Confermato Andrea Mascaretti, che negli scorsi anni aveva lasciato Forza Italia per passare a Fdi. I berlusconiani in Consiglio saranno Marco Bestetti, Alessandro De Chirico e Gianluca Comazzi, che è capogruppo in Regione Lombardia.
Il Carroccio, nelle cui fila non si era candidato per la prima volta dopo trent’anni Matteo Salvini, porta in Consiglio la riconfermata Silvia Sardone (3.585 preferenze, la più votata del centrodestra), Alessandro Verri, Samuele Piscina, Pietro Marrapodi, Deborah Giovanati e Annarosa Racca, la presidente di Federfarma Lombardia scelta come capolista dopo essere stata tra le papabili candidate, frenata però da un’inchiesta della procura legata a vicende professionali. Risultati deludenti per l’ex comandante della Polizia Locale Antonio Barbato (300 preferenze) e fuori da Palazzo Marino anche i consiglieri regionali Gianmarco Senna (802) e Massimiliano Bastoni (700) che era finito nella polemica per la sua vicinanza al movimento di estrema destra Lealtà e Azione e per le sue dichiarazioni su fascismo e antifascismo. Un consigliere per la lista Bernardo Sindaco, che sarà proprio il candidato sindaco, e per Milano Popolare (Matteo Forte).