Il capodelegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo, Carlo Fidanza, è indagato dalla Procura di Milano con l’accusa di finanziamento illecito e riciclaggio. Con lui anche Roberto Jonghi Lavarini, il “Barone nero” al centro dell’inchiesta di Fanpage sui legami del partito con ambienti neofascisti e sui contributi in nero per la campagna elettorale di Milano, la cui abitazione è stata perquisita dalla Guardia di finanza. Proprio in seguito alla video-inchiesta, nei giorni scorsi, la Procura aveva aperto un’indagine affidata ai sostituti Giovanni Polizzi e Piero Basilone, acquisendo dalla testata le 100 ore di girato integrale realizzate in tre anni di lavoro dal giornalista sotto copertura. I pm puntano a individuare i professionisti che – secondo quanto affermano nel video registrato di nascosto Jonghi e Fidanza – si prestano a fare da “lavatrici” per i contributi elettorali versati in nero da aziende e imprenditori che non vogliono comparire. Nei prossimi giorni saranno ascoltati i giornalisti di Fanpage.
A chiedere le 100 ore di girato è stata anche Giorgia Meloni, la leader del partito, che afferma di volerle visionare tutte prima di prendere provvedimenti nei confronti dei propri iscritti che compaiono nel video (in cui si inneggia al fascismo e al nazismo e ci si esibisce in battute sugli ebrei e saluti romani): oltre a Fidanza, la neo-eletta al consiglio comunale di Milano Chiara Valcepina, presunta destinataria dei finanziamenti occulti (che però non risulta indagata) e vari dirigenti locali. Richiesta a cui il direttore di Fanpage Francesco Cancellato si è opposto. Sulla vicenda, due giorni fa, è intervenuto anche il presidente del M5s Giuseppe Conte, rivolgendosi direttamente a Meloni: “Perché non tagli, in modo chiaro e risolutivo, i legami del tuo partito emersi dall’inchiesta? In attesa di studiarti i filmati integrali potresti avvantaggiarti: basterebbe dichiarare che rinunci e ripudi nel modo più assoluto quel 5% di cui ragiona tal Jonghi Lavarini“, ha scritto l’ex premier.