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Il Cts ‘riapre’ le discoteche: “Capienza del 35% se al chiuso, il 50% all’aperto. Si può ballare senza mascherina”. Ma i gestori non ci stanno

I parametri sono molto stringenti e il Cts spiega: "Si configurano tra le attività che presentano i rischi più elevati per la diffusione del virus". Ma si può ballare senza mascherina: "Come attività fisica al chiuso". I sindacati restano sul piede di guerra: "Ridicolo, così non si coprono i costi"

di F. Q.

Il Comitato tecnico scientifico ‘riapre’ le discoteche con “gradualità” in zona bianca. Poiché queste attività, spiega subito il Cts, “si configurano tra quelle che presentano i rischi più elevati per la diffusione del virus”, i parametri sono molto stringenti. Ad iniziare dalle capienze, che saranno al 35% al chiuso e al 50% all’aperto compreso il personale dipendente. Ma l’utilizzo della mascherina chirurgica viene prescritto in tutti i momenti ad eccezione del ballo, “paragonabile alle attività fisiche al chiuso”. Il via libera a una ripresa, seppur parziale, viene contestato dai gestori che parlano di “condizioni non favorevoli”.

Al termine della seduta nella quale era chiamato a esprimere un parere sulla richiesta del ministro Giancarlo Giorgetti, il Comitato tecnico scientifico ha dato l’ok a un’apertura “con una progressiva gradualità” e specificato che alle sale da ballo si dovrebbe accedere, se il governo confermerà l’indicazione del Cts, “attraverso un meccanismo di registrazione che consenta un eventuale tracciamento e solo in presenza di green pass valido”. Inoltre si richiede “la presenza di impianti di aereazione senza ricircolo d’aria” e “rispondenti ai requisiti qualitativi specificati nei documenti di indirizzo Iss”. Non solo: il Comitato prescrive “l’uso obbligatorio” dei bicchieri monouso, la “garanzia della possibilità di frequente igienizzazione delle mani oltre che la pulizia” e la “sanificazione dei locali”.

I parametri vengono contestati dal Silb, il sindacato dei gestori: “Non sono favorevoli, perché incideranno sui costi, mi auguro che in sede di Consiglio dei ministri si possano rivedere le percentuali sulla capienza nei prossimi giorni”, dice il presidente Maurizio Pasca. “Altrimenti – continua – in queste condizioni per molti sarà difficile riaprire”. Poi l’affondo: “È ridicolo. Se ho un locale da 1000 persone e ne posso mettere dentro solamente 350 compreso il personale come copro i costi?”. Sui mezzi pubblici locali, dice ancora, “la gente è accalcata e, a differenza di quanto si farebbe nei locali, non è necessario avere il Green pass. E poi perché all’aperto solo il 50% mentre gli impianti sportivi hanno una capienza più elevata? Non ho parole, voglio sapere su quali dati scientifici si basano”.

Il nuovo pronunciamento degli esperti potrebbe essere ora recepito dalla cabina di regia del Governo in vista di un probabile Consiglio dei ministri giovedì prossimo (tutto dipende dall’agenda del premier, che è particolarmente fitta in questa settimana) e quindi di un nuovo decreto che conterrà anche l’aumento – già annunciato – sulla capienza di cinema, teatri, sale da concerto e anche impianti sportivi all’aperto e al chiuso. Già lo scorso giugno il Cts si era pronunciato favorevolmente alla riapertura delle sale da ballo (in quel caso solo all’aperto), rinviando alla politica però la scelta della data. Ma il provvedimento in questi mesi non è mai arrivato, scatenando l’ira dei gestori delle discoteche, ai quali sono stati destinati ristori.

Il Cts ‘riapre’ le discoteche: “Capienza del 35% se al chiuso, il 50% all’aperto. Si può ballare senza mascherina”. Ma i gestori non ci stanno
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