Proprio mentre sto per decollare su un Alitalia Lecce-Linate (con un bagaglio a mano per far presto e un sacchetto di giochi per i complessi di colpa della mamma assente dal bimbo di 4 anni) leggo che a Roma si sta consumando un flash mob davanti alle sede della neonata Ita. Perché tante mamme giovani e non sono state escluse dalle assunzioni della nuova compagnia di bandiera.
E’ una manifestazione inedita, vociante e colorata. Ed è una manifestazione – di fronte alla nuova sede Ita – a cui per la prima volta anche i piccoli prednono parte. Perché non è solo una questione di lavoro, stipendi, remunerazione. Chi manifesta lamenta una discriminazione dovuta al fatto di aver scelto di fare figli. Già. Proprio così. Dopo aver regolarmente presentato il curriculum e svolto un colloquio con i dirigenti del personale della neonata Ita, sembra che tante mamme siano state escluse dalla selezione. Escluse perché, appunto, mamme.
Fa venire i brividi dirlo, nel 2021 e dopo due anni di lavori forzati a casa, lavori perduti, sacrifici di ogni genere. Di proclami politici, di costruttori e costruttrici. Dopo tante promesse e buoni propositi, sembrerebbe che ci perdiamo anche qui. E che la nuova compagnia di bandiera d’Altavilla abbia scelto così: di non considerare, nelle nuove assunzioni, mamme di bambini piccoli, o mamme di bambini disabili.
Leggo testualmente quello che scrivono le ex dipendenti Alitalia: “Non solo no alle mamme con bambini piccoli, ma sono state pochissime anche le donne selezionate per il nuovo contratto con bambini sotto i 12 anni”. Un contratto che per gli/le assistenti di volo, ricordo, vale 1200 euro netti al mese, mica 12.000 euro netti per pilota come leggenda vuole, perché i nuovi manager hanno deciso che i dipendenti di Ita devono guadagnare di meno persino degli “sfigati” delle compagnie che oggi hanno invaso il cielo italiano con prezzi stracciati.
Ci si lamentava di RyanAir? Le dipendenti di RyanAir si baceranno i gomiti appena leggeranno le retribuzioni previste per le colleghe della nuova compagnia di bandiera. Le flashmobbers di Alitalia dicono che “il processo di selezione in Ita non è stato trasparente, così come i criteri di selezione per il reclutamento dei dipendenti. A maggior ragione perché Ita è una compagnia del Mef, ovvero dello Stato. E queste modalità ricadono su giovani, famiglie, anziani”.
Non è esattamente la discontinuità chiesta dall’Europa – credo – pagare i dipendenti la metà. Equiparando – e qui spiace fare paragoni ma sono inevitabili – la remunerazione di un assistente di volo a quello di un colf o una colf. E poi, che accade se una pilota o un pilota hanno lo stesso stipendio di una commessa/commesso in un negozio in centro? Accadrà, con tutta probabilità, che qualcuno dovrà chiedere scusa.