Senza il traino di Luca Zaia, in Veneto la Lega arretra paurosamente. Nonostante il successo del centrodestra nel Nordest, il segretario Matteo Salvini deve guardarsi – soprattutto in Friuli Venezia Giulia – dalla concorrenza di Fratelli d’Italia. Il sorpasso di Giorgia Meloni alle comunali, infatti, passa anche da quelle che storicamente sono le roccaforti del Carroccio. La questione legata alle Regioni del Nord, dunque, non è una banale polemica amplificata dai giornali ma un problema reale all’interno della Lega per Salvini premier. E dopo le ruggini delle scorse settimane, legate alle posizioni su vaccini e green pass, il segretario potrebbe dovere cominciare a guardarsi dai suoi governatori.

Nelle terra di Luca Zaia e Massimiliano Fedriga – volti della Lega governista, poco incline a inseguire la propaganda No Green Pass – l’arretramento, in qualche caso un vero e proprio crollo della Lega, è evidentissimo, anche se la coalizione fa praticamente il pieno di sindaci. E bisogna sottolineare che il governatore del Veneto si è speso molto in questa campagna elettorale. E’ andato almeno tre volte a tenere comizi a Conegliano, accompagnato anche dal ministro Giancarlo Giorgetti, e ha scorrazzato Salvini nelle piazze. Chioggia, in provincia di Venezia, e Conegliano, in provincia di Treviso, erano i due test più attesi in Veneto. Nel primo comune i Cinquestelle hanno avuto per cinque anni la poltrona di sindaco e si sono ridotti a un modesto 8,5 per cento. Il successo al primo turno è dell’alleanza di centrodestra con il poliziotto Mauro Armelao (circa il 56 per cento). Eppure Salvini vede indebolirsi il suo partito. Alle regionali di un anno fa qui la Lega aveva preso il 27,57 per cento, quasi quanto Zaia che da solo era al 26,5 per cento. Passata la seconda ondata della pandemia, le polemiche su vaccini e green-pass, l’entrata nel governo Draghi, la Lega a Chioggia è arrivata ad un modesto 16,90 per cento, neanche un terzo rispetto al settembre 2020. Inoltre, ad urne ancora aperte, la differenza tra i voti leghisti e quelli dei Fratelli d’Italia (che sono sul 15,5 per cento) è ancora a favore dei primi, ma soltanto per alcune centinaia di schede.

A Conegliano Veneto, Piero Garbellotto, candidato di Lega e Fratelli d’Italia, è al 38,3 per cento, mentre il sindaco uscente Fabio Chies, di Forza Italia, è al 32,3 per cento. In questo braccio di ferro Salvini si consola con il 17 per cento, ma solo un anno fa il partito, assieme alla lista di Zaia, aveva sui colli del prosecco il 61 per cento. E’ vero che la Lega era solo all’8,04 per cento, ma una cifra così bassa veniva giustificata con il cannibalismo del governatore leghista che da solo pigliava la metà dei voti. Comunque il calo è vistoso, anche perchè questa è la culla della Liga veneta: lo stesso Zaia è nato è cresciuto a pochi chilometri di distanza. Intanto Fratelli d’Italia continua a crescere, anche di poco: passa dal 6.75 all’8,8 per cento.

E’ in Friuli, invece, che il partito di Giorgia Meloni supera quello di Salvini. A Trieste il sindaco uscente Roberto Dipiazza, che ha origini politiche in Forza Italia, chiude il primo turno con un promettente 47,3 per cento dei voti. Manca l’elezione al primo turno, ma tiene lontano lo sfidante di centrosinistra Francesco Russo (31,4 per cento). Il colpo d’occhio in casa del centrodestra è impietoso per Salvini: Fratelli d’Italia è al 15,8 per cento, mentre la Lega supera appena il 10 per cento. Tiene Forza Italia, aggrappata all’8 per cento. Nel 2018, quando fu eletto in Regione il leghista Massimiliano Fedriga, il partito di Salvini arrivò al 30,44 per cento nella città capoluogo, il triplo rispetto a oggi. Fratelli d’Italia aveva un 6,6 per cento, che adesso si è moltiplicato di due volte e mezza.

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A Pordenone il sindaco uscente Alessandro Ciriani ha fatto il pieno, confermandosi al primo turno con il 65,5 per cento. La Lega incamera solo l’8,5 per cento, mentre alle regionali del 2018 era al 28,38 per cento. Non è nemmeno arrivata ad un terzo rispetto a tre anni fa. Fratelli d’Italia, invece, passa dall’11,82 al 13,2 per cento, 5 punti in più di Salvini, superato anche da Forza Italia. Il sorpasso di Giorgia Meloni, dunque, passa anche dal Nord Est. E adesso Salvini deve cominciare a guardarsi le spalle: non solo dalla leader di Fdi – che l’ha praticamente superato – ma, a questo punto, pure dai suoi governatori.

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