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Marta Vincenzi, l’ex sindaca di Genova ottiene l’affidamento ai servizi sociali. Patteggiò una condanna a tre anni per l’alluvione del 2011

Vincenzi era stata condannata in primo e in secondo grado a cinque anni per disastro colposo, omicidio colposo plurimo e falso, ma la Cassazione aveva rinviato il processo in appello per ricalcolare le pene. L’affidamento ai servizi sociali è stato concesso anche all’ex assessore alla Sicurezza Francesco Scidone e all’ex dirigente comunale Gianfranco Delponte
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Il Tribunale di Sorveglianza di Genova ha concesso l’affidamento ai servizi sociali a Marta Vincenzi, già sindaca del capoluogo ligure dal 2007 al 2012. A giugno 2020 l’ex prima cittadina aveva patteggiato una pena di tre anni per le sue responsabilità nell’alluvione che ha colpito la città nel 2011, costata la vita a sei donne, tra cui due bambine. Anche il sostituto procuratore generale, Enrico Zucca, ha dato parere favorevole a concederle la misura alternativa alla detenzione.

Vincenzi era stata condannata in primo e in secondo grado a cinque anni per disastro colposo, omicidio colposo plurimo e falso, ma la Cassazione aveva rinviato il processo in appello per ricalcolare le pene. La Suprema corte, infatti, aveva confermato la condanna per una sola delle ipotesi di falso (quella in cui l’ex sindaca attestava la presenza di un volontario della Protezione civile a guardia del rio Fereggiano, poi esondato) ma ne aveva fatte cadere altre, come quella relativa alla falsificazione dell’orario di esondazione. Nelle motivazioni, i giudici di legittimità avevano definito la macchina allestita dal Comune “colposamente insufficiente e inefficiente.

L’affidamento ai servizi sociali è stato concesso anche all’ex assessore alla Sicurezza Francesco Scidone e all’ex dirigente comunale Gianfranco Delponte. Entrambi avevano patteggiato una condanna a tre anni e quattro mesi. Il collegio di magistrati che ha dato l’ok all’affidamento ha dovuto cambiare composizione: dopo la prima udienza, infatti, la giudice Clara Guerello si era astenuta per un possibile conflitto d’interesse, visto che i suoi genitori – il cui negozio era stato danneggiato da quell’alluvione – avevano provato a costituirsi parte civile, ma la richiesta era stata respinta.

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