Una nuova rateizzazione e rottamazione delle cartelle esattoriali? “Stiamo valutando se un’ulteriore spalmatura degli oneri possa essere considerata”. L’apertura, durante l’audizione sulla Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (Nadef) di fronte alle Commissioni bilancio di Camera e Senato, arriva dal ministro dell’Economia Daniele Franco. Che però poi chiarisce: “Bisogna muovere gradualmente verso una situazione di normalità, famiglie e imprese devono tornare a pagare le cartelle dell’agenzia delle Entrate, possiamo di nuovo spostare e diluire per questa fase, ma bisogna gradualmente tornare a una situazione di normalità”

Il ministro ha toccato vari temi di politica economica e fiscale, compreso quello del cashback, la misura con finalità anti-evasione varata dal governo Conte II per incentivare l’uso della moneta elettronica e poi sospesa fino al 2022 dall’attuale esecutivo. “È uno strumento che è stato molto importante per recuperare e muovere verso i pagamenti elettronici, che facilitano il contenimento dell’evasione. C’è un’analisi costi-benefici, nel prorogarla bisogna valutare gli uni e gli altri”. Ma, aggiunge, “non la vedrei come una misura strutturale: nel momento in cui abbiamo spinto le persone verso i pagamenti digitali va bene, si resta nel mondo digitale. Bisogna vedere se siamo arrivati a quel punto o serve un altro utilizzo. Difficilmente se le persone sono abituate all’utilizzo del bancomat tornano indietro”, sostiene.

Il ministro ha poi lanciato un avvertimento: “Sul lungo periodo il superbonus del 110% non è sostenibile per i conti pubblici”. Quindi ok alla proroga con la prossima legge di bilancio ma le agevolazioni non dureranno in terno. I bonus, spiega Franco, sono stati “molto importanti per far ripartire il settore delle costruzioni ma dobbiamo ricordare che sono uno strumento molto costoso. se ciascun italiano fa domanda, l’effetto sui conti e sul debito è stratosferico“. L’edilizia va sostenuta ma “non può crescere a dismisura“. Il ministro ha quindi ricordato come la politica di bilancio sia al momento è “attuata in regime di sospensione” del Patto di stabilità, ma in sede europea “si sta aprendo il dibattito sul futuro delle regole” e “comunque vada è verosimile che qualche regola ci sarà, più o meno stringente di prima”. Pertanto, avverte, “dobbiamo tenere a mente che il deficit deve scendere, l’avanzo primario deve tornare e bisogna ridurre il debito che libera risorse”: insomma, “dobbiamo tornare gradualmente verso una politica di bilancio più prudente”.

La politica di bilancio italiana, però, rimarrà espansiva “nel 2022 e nel 2023“, finché il Pil e l’occupazione non avranno recuperato non solo la caduta ma anche la mancata crescita rispetto al 2019. A partire dal 2024, invece, “riteniamo che possa tornare neutrale“. Nel triennio coperto dalla Nadef (2022-2024), ci sono margini per intervenire sugli ammortizzatori sociali e “avviare un processo di alleggerimento del carico fiscale“, ha annunciato. Per quel che riguarda la crescita, invece, “il 6% (la stima della Nadef sul rimbalzo del Pil nel 2021, ndr) è irripetibile ma tassi di crescita più alti degli scorsi decenni è quello a cui dobbiamo puntare per gli anni 2023, ’24, ’25, ’26. Nel formulare la previsione per il restante anno e il prossimo – ha puntualizzato il ministro – assumiamo non vi siano nuove restrizioni alle attività economiche e ai movimenti delle persone. Ove la pandemia riprendesse, i numeri sarebbero a rischio“.

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