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È morta a 96 anni Rossana Banti, la ‘Ragazza terribile della resistenza’ che fu staffetta partigiana. Fu decorata dal governo inglese

"Anche durante la nostra ultima conversazione avvenuta pochi mesi fa - ricorda Luciano G. Calì, presidente del Comitato provinciale dell’Anpi - Rossana aveva tenuto a rammentare come si trattasse di un gruppo composto da ragazze e ragazzi intorno ai vent'anni che pensavano semplicemente che impegnarsi nella Resistenza fosse la cosa giusta da fare"
È morta a 96 anni Rossana Banti, la ‘Ragazza terribile della resistenza’ che fu staffetta partigiana. Fu decorata dal governo inglese
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Fu staffetta partigiana e collaboratrice dei servizi segreti britannici durante la Resistenza contro il nazifascismo. La ragazza terribile della Resistenza, Rossana Banti, è morta a 96 anni. Ne dà notizia l’Anpi provinciale di Grosseto che in una nota ricorda come il suo contributo alla causa antifascista e il suo eroismo furono riconosciuti anche dal governo inglese con l’assegnazione di tre medaglie, la Italy Star, la Victory Medal e la War Medal, onorificenze tributate a chi aveva combattuto con onore contro i nazisti.

Toscana di origine, si era stabilita in Sicilia ormai da molto tempo, ma non aveva mai interrotto il legame con la sua terra, la Maremma, in particolar modo con i borghi di Sorano e Pitigliano, in provincia di Grosseto. “Anche durante la nostra ultima conversazione avvenuta pochi mesi fa – ricorda Luciano G. Calì, presidente del Comitato provinciale dell’Anpi – Rossana aveva tenuto a rammentare come si trattasse di un gruppo composto da ragazze e ragazzi intorno ai vent’anni che pensavano semplicemente che impegnarsi nella Resistenza fosse la cosa giusta da fare. Quelle imprese temerarie compiute ripetutamente da colei che sarà identificata dal controspionaggio nazista come La ragazza dal cappotto rosso, furono esperienze che certamente contribuirono a forgiare il carattere solare e al contempo determinato di Rossana, ma che aiutarono a modificare, per sempre, anche il ruolo delle donne nella società italiana che durante il lungo ventennio fascista era invece divenuto marginale ed accessorio all’uomo”.

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