Chi lo ha conosciuto, come giornalisti e compagni di squadra, sta facendo circolare le ipotesi di una depressione, anche se la polizia non esclude la pista dei debiti e delle scommesse. Due piaghe che si sommano ad affari e geopolitica: in Grecia il calcio non è soltanto palla in rete, ma si è trasformato nel tempo in un'ampia commistione di interessi ed influenze non sempre trasparenti
In Grecia la trama dei romanzi di Petros Markaris e del suo commissario Kostas Charitos si fa reale. Morto strangolato un calciatore a Salonicco: si tratta del 31enne del Makedonikos, club di terza divisione, Nikos Tsoumanis, trovato senza vita nella sua auto, martedì mattina, nei pressi del porticciolo di Nea Krini a Kalamaria. Secondo la scientifica il decesso è avvenuto a causa di cinghie usa e getta avvolte intorno al collo e che ne hanno provocato la morte per soffocamento.
Chi lo ha conosciuto, come giornalisti e compagni di squadra, sta facendo circolare le ipotesi di una depressione, anche se la polizia non esclude la pista dei debiti e delle scommesse. Due piaghe che si sommano ad affari e geopolitica: in Grecia il calcio non è soltanto palla in rete, ma si è trasformato nel tempo in un’ampia commistione di interessi ed influenze non sempre trasparenti. Alcuni esempi del recente passato lo dimostrano.
Nel gennaio dello scorso anno, l’ex calciatore della Juve e della Lazio, Darko Kovacevic, attualmente dirigente dell’Olympiacos, era sfuggito ad un agguato: tre proiettili lo avevano mancato per un soffio fuori dalla sua casa ateniese, nella zona esclusiva di Glyfada. All’epoca dei fatti il quotidiano serbo Telegraf sostenne il coinvolgimento nella vicenda di Raul Bravo, ex compagno di Kovacevic all’Olympiacos e protagonista di uno scandalo scommesse nel biennio 2016-2018.
E non è tutto: a fine agosto il difensore centrale dell’Olympiacos, Ruben Semedo, è stato arrestato per presunta violenza sessuale su una ragazza di 17 anni che lo ha denunciato alla polizia greca. La giovane lo aveva incontrato in un bar di Atene e, dopo aver consumato alcolici insieme, è andata a casa sua, dove avrebbe subito la violenza. Il nazionale portoghese in passato è stato arrestato in Spagna per 142 giorni per aver aggredito e sequestrato un uomo nella sua casa di Valencia. Lo scorso anno il tribunale locale aveva dimezzato la pena, da dieci anni a cinque: il portoghese era stato rilasciato ma con il divieto di fare ingresso in Spagna per otto anni. La scorsa estate il difensore dell’Olympiacos è andato vicino alla firma per il Wolverhampton Wanderers, ma la Premier League non aveva autorizzato il trasferimento da effettuare a causa della sua fedina penale. Anche per queste ragioni il numero uno della Federcalcio ellenica, l’ex centrocampista del Bologna Theodoros Zagorakis, si è recentemente dimesso dopo soli cinque mesi di lavoro, a causa di un’atmosfera “tossica creata dai principali club del paese”.
Il presidente dell’Olympiacos, l’oligarca ed editore Vaghelis Marinakis, invece è stato più volte accusato di aver truccato alcune gare. Lo scorso gennaio la Corte d’Appello lo ha assolto assieme ad altri 27 imputati, compreso il Presidente della Federcalcio ellenica, Giorgios Sarris. Nel novembre 2017, quattro accuse penali sono state ritirate contro Marinakis, ma quelle sulle partite truccate sono andate avanti. Inoltre il Procuratore del Tribunale di primo grado Vasiliki Papadopoulou ha chiesto di sentirlo come testimone per il possibile coinvolgimento nella partita da 2,1 tonnellate di eroina giunta in Grecia con la nave “Noor 1”.
Il Paok Salonicco, invece, è di proprietà di un altro oligarca, l’ellino-russo Ivan Savvides. Per descrivere il personaggio basta ricordare che due anni fa si è reso protagonista di un ingresso in campo con la pistola durante una gara della sua squadra. Savvides, oltre a possedere giornali e canali tv, è ai vertici del porto di Salonicco, privatizzato recentemente in chiave geopolitica assieme ai francesi di Cma Cgm, una delle maggiori società al mondo, e la Deutsche Invest Equity Partners. Inoltre è stato indicato come il 30esimo uomo russo più ricco nel mondo: già membro del partito politico Russia Unita, vanta un’amicizia personale con il presidente Vladimir Putin.