Lo scienziato, ordinario di Fisica dell'Università Sapienza di Roma e ricercatore associato dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) commenta la sua premiazione: "Sono 17 pagine di motivazione, ancora non ho trovato il tempo di leggerle. Ho iniziato i miei studi sui sistemi complessi la sera di Natale del 1978"
“Perché ho vinto? Non lo so, lo devo ancora capire“. Giorgio Parisi fa ancora fatica a realizzarlo, ma è sicuro: ha vinto il premio Nobel per Fisica. Ne parla in un’intervista a Il Corriere della Sera. “Non ho avuto il tempo di leggere le motivazioni, neanche di scaricarle. Sono 17 pagine. La motivazione breve che ho visto è quella che riguarda i miei studi sui sistemi complessi”. Che, si legge poco dopo, non sono recenti. Risalgono a più di 40 anni fa: “La sera di Natale del 1978. Però che fossero sistemi complessi l’ho capito solo nel 1983″. Il sistema complesso, spiega nel corso dell’intervista, è come un cane: “Lo si può definire guardandolo fisicamente da fuori. Poi ci sono tutti gli ormoni e tutte le cellule, internamente. E poi c’è la complessità che riguarda la descrizione affettiva del rapporto con il padrone”. Il sistema semplice, invece, “è come un bicchiere d’acqua. Quello che si può fare è solo misurare la temperatura, il volume, la pressione. E poi le molecole dell’acqua sono tutte uguali, per questo è semplice”. Gli studi compiuti da Parisi hanno un risvolto importante anche sulla vita quotidiana, per esempio sull’intelligenza artificiale. Quest’ultima, spiega lo scienziato, “Può essere impiegata per trovare nuovi medicinali, la guida automatica delle macchine. Ha la possibilità di informarsi sul mondo esterno molto meglio dell’uomo”.
Lo scienziato, ordinario di Fisica teorica dell’Università Sapienza di Roma e ricercatore associato dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), è stato premiato “per la scoperta dell’interazione tra disordine e fluttuazioni nei sistemi fisici da scala atomica a scala planetaria”, insieme al giapponese Syukuro Manabe e al tedesco Klaus Hasselmann. Questi ultimi sono stati premiati “per la modellazione fisica del clima terrestre, quantificando la variabilità e prevedendo in modo affidabile il riscaldamento globale”. Dopo che avrà trovato il tempo di leggersi le 17 pagine di motivazioni, prosegue lo scienziato nel corso dell’intervista al Corriere, “Cercherò di rispondere ai messaggi che ho ricevuto oggi. Poi ho sentito Draghi vuole vedermi“. E Mattarella? “Gli ho già parlato al telefono”.