Mentre a Roma Matteo Salvini cannoneggia il governo sostenendo che la revisione del catasto prevista dalla delega fiscale è una “patrimoniale“, in Alto Adige la giunta provinciale Svp-Lega presenta un disegno di legge che ritocca al rialzo dal 2023 l’imposta municipale sugli immobili. “Sarà un aumento notevole“, rivendica il governatore Arno Kompatscher. Il corto circuito è piuttosto evidente, anche se il presidente della Provincia autonoma spiega che l’obiettivo è “favorire un uso sostenibile” del territorio, riducendo la quantità di alloggi sfitti e di edifici grezzi non completati. E favorendo così i residenti a scapito dei possessori di seconde case.

La “manovrina” è possibile perché la Provincia, in base a un accordo del 2014 con il governo Renzi (che nel 2015 tornò a eliminare la tassa sulla prima casa che era stata reintrodotta da Monti), ha competenza legislativa su questa materia. Il Corriere dell’Alto Adige spiega che nei Comuni con maggiore carenza di case libere, che saranno individuati dalla giunta provinciale entro la fine di giugno 2022, sarà applicata un’aliquota maggiorata del 2,5% e fino a un massimo del 3,5% a discrezione dell’ente: l’aliquota ordinaria applicata oggi sulle abitazioni vuote, che è dello 0,76%, potrà dunque salire fino all’1,56%. Idem per edifici e terreni edificabili a lungo inutilizzati, edifici grezzi non completati, appartamenti utilizzati come seconde case. L’aliquota verrà invece ridotta sulle abitazioni date in affitto a chi ha residenza o dimora abituale nel Comune. I Comuni non in emergenza abitativa potranno a loro volta adottare le nuove disposizioni, a propria discrezione. Il sindaco di Bolzano Renzo Caramaschi, di centrosinistra, si è detto soddisfatta dell'”ottima legge” che punta a invogliare a mettere gli alloggi sfitti sul mercato.

La decisione è arrivata proprio mentre a Roma si consumava lo strappo sul fisco del leader leghista indebolito dal voto amministrativo. Il testo varato dal cdm dispone nero su bianco che le informazioni sui valori di mercato delle abitazioni, da rendere disponibili nel 2026, “non dovranno essere utilizzate per la determinazione della base imponibile dei tributi”, ovvero l’Imu sulle seconde case. “L’impegno del governo è che nessuno pagherà di più o di meno”, ha promesso il premier Draghi. Garanzia insufficiente per Salvini, che ha detto di fidarsi dell’attuale capo del governo ma non degli eventuali successori. E, dopo aver ricordato che oggi l’Imu – ovviamente quella sulle seconde case “pesa per 22 miliardi e la tassazione sulla casa (comprendendo anche le imposte su trasferimenti e locazioni ndr) vale 40 miliardi“, ha ribadito che “ogni possibilità, attuale o futura, di aumento della tassazione sulla casa non potrà mai avere il sostengo della Lega”. Che nel frattempo a Bolzano varava insieme alla Südtiroler Volkspartei un “aumento notevole” delle tasse sulle seconde case.

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