Lo psichiatra 66enne, volto noto della televisione, considera la cura anti Covid un "siero genetico sperimentale" e sostiene che la pandemia sia "un pretesto per imporre un nuovo ordine mondiale". Il provvedimento gli impedirà di esercitare fino al 31 dicembre. Ma lui tira dritto: "Non mi immunizzerò"
Le sue posizioni oltranziste sulla pandemia alla fine gli sono costate care. Giovedì 6 ottobre Alessandro Meluzzi, psichiatra e criminologo 66enne nonché volto noto dei salotti televisivi, è stato sospeso dall’Ordine dei Medici di Torino per non essersi vaccinato contro il Covid-19 come invece è d’obbligo per il personale sanitario dall’entrata in vigore del D.L. 44/2021. Un provvedimento che gli impedirà di avere contatti con i suoi pazienti fino al prossimo 31 dicembre.
“La misura è arrivata per presa d’atto dell’istruttoria redatta dalle Asl verso tutti i sanitari di loro competenza che, in assenza di valide e certificate ragioni di salute, non hanno voluto ricevere la somministrazione del siero contro il virus”, ha confermato il presidente dell’ordine torinese Guido Giustetto. “Ho fatto una scelta consapevole. Credo che l’Ordine, a cui sono iscritto da 41anni, abbia fatto quello che doveva fare sulla base delle normative vigenti”, ha spiegato all’agenzia Adnkronos Meluzzi. Che ha aggiunto: “Sono cresciuto nella cultura di Socrate e so che le leggi della polis si rispettano qualsiasi cosa se ne pensi, quindi va bene così”. E alla domanda se abbia riconsiderato la possibilità della vaccinazione, il medico ha risposto: “Assolutamente no, per il momento me ne guardo, le ragioni che mi hanno spinto a non farlo non le vedo modificate ad oggi”.
La posizione No Vax di Meluzzi è di dominio pubblico da tempo, dato che l’uomo la esprime con chiarezza sia quando è chiamato a intervenire presso vari talk show sia quando partecipa alle manifestazioni contro il green pass organizzate sul territorio. L’ultima, in ordine di tempo, quella del 7 settembre scorso in cui, collegandosi da remoto con i manifestanti di piazza Castello a Torino, lo psichiatra ha definito il vaccino un “siero genetico sperimentale di cui non conosciamo ancora tutti gli effetti”. La sera del 3 ottobre, ai microfoni della trasmissione di Rete 4 Controcorrente, Meluzzi ha invece parlato di “gestione poliziesca della pandemia” spingendosi ad evocare un disegno delle istituzioni per inserire un “chip sottopelle” con cui controllare la popolazione. Intervento puntualmente condiviso sulla sua personale pagina Facebook, dal quale non smette di sostenere come l’emergenza sanitaria sia solo “un pretesto per imporre il nuovo ordine mondiale“.